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GIUSEPPINA racconto (443) di Dino Secondo Barili

Post n°21597 pubblicato il 07 Gennaio 2016 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

443

Giuseppina

A cinquant’anni, uomo o donna che sia, sente che buona parte della propria vita è andata via. Comprende finalmente il valore del tempo…e cerca di utilizzarlo nel migliore dei modi. Giuseppina, cinquant’anni ben portati, single, dopo una convivenza di alcuni anni giunta al capolinea, si rendeva conto che doveva dare una “svolta” alla propria vita. Come? Anche i meno attenti si rendono conto che i cambiamenti che avvengono nel corso degli anni sono significativi. Per esempio. Parecchie persone conosciute “scompaiono” senza lasciare traccia. Nel senso che il loro posto non viene occupato da altri. Allora, una persona corre ai ripari. Un anno fa, Giuseppina, giunta al cinquantesimo anno di età, cercava nuove amicizie. Pavia è una piccola città. Le facce sono sempre le stesse… Difficile trovare volti nuovi. La cinquantenne, però, tentava ogni luogo, compreso le associazioni di volontariato. Anche qui la scelta di nuove amicizie era assai limitata. Giuseppina decise di recarsi a Milano. La grande città, secondo la cinquantenne, avrebbe dovuto offrire maggiori possibilità, ma si sbagliava. Nella grande città tutti hanno fretta. Molte persone provengono dalla periferia o dalla provincia e non alzano neppure gli occhi. Immaginarsi se erano disposte a scambiare qualche parola. Giuseppina capì che doveva cambiare strategia. Si iscrisse ad un “Gruppo Amici del Teatro”. Il gruppo non era numeroso, ma c’erano persone della sua età e qualche anno in più. Tra queste, incontrò un suo ex-compagno di scuola media, Filippo. Filippo era sempre stato un ragazzo estroso. Quando era alla scuola media diceva che “da grande avrebbe fatto il Regista”. Ora, a cinquant’anni suonati, “non” era diventato Regista, ma apparteneva al “Gruppo Amici del Teatro”. Con Filippo, Giuseppina si trovò bene. Il dialogo aveva preso il passo giusto, ma si vedeva che Filippo cercava qualcosa. Non era un uomo soddisfatto. Giuseppina cercò di indagare per saperne di più. Per quanto fosse delicata nel fare le domande, Filippo teneva per sé i propri pensieri. Un anno fa, il “Gruppo Amici del Teatro” è stato invitato ad assistere ad uno spettacolo a Milano. Sul pullman, Giuseppina e Filippo erano seduti una accanto all’altro. E’ proprio nei momenti di relax che le persone si lasciano andare a confidenze. In quell’occasione Filippo parlò dei suoi desideri… “Io, sono sempre il ragazzo della scuola media … quello che avrebbe voluto fare il Regista…” Giuseppina prese la palla al balzo. “E, perché non ci provi ora?” Filippo si sentì scosso. Capì che lo stimolo era giunto al momento giusto. “E come?” chiese. Giuseppina ebbe la risposta pronta. “Sicuramente, in questi anni avrai pensato a come fare la Regia… Se hai bisogno di un’attrice sono pronta a mettermi in gioco… per te.” Per Filippo è stata una vera e propria scossa elettrica. Poteva contare sull’aiuto di Giuseppina che era una bella e affascinante donna, piena di vivacità e arguzia. Quando un uomo “non” si sente più solo significa che ha trovato la strada giusta. Filippo ebbe un’idea. “Giuseppina perché non scriviamo insieme una commedia? Io, ho già la trama in testa. In due… i dialoghi vengono meglio.” Si accordarono per fissare il calendario degli appuntamenti… un giorno a casa dell’uno, un giorno a casa dell’altro. Ormai era fatta. Giuseppina si sentiva sempre più attratta da Filippo che si lasciava andare. E Filippo… altrettanto. La commedia, giorno dopo giorno diventava realtà. Ora, si trattava di organizzare la rappresentazione. Giuseppina era la protagonista e la parte la conosceva benissimo. Difficile è stato trovare il co-protagonista. Un uomo. Alla fine fu lo stesso Filippo ad assumere entrambi i ruoli di “primo attore” e di Regista. Fu un trionfo. Nell’ultima scena, Filippo doveva baciare Giuseppina… ma non è stato un problema. Il bacio… era un bacio d’amore. -(443)

 
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