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LA DOTT. ELENA ... E IL 25ESIMO PIANO racconto (608) di Dino Secondo Barili

Post n°24087 pubblicato il 12 Giugno 2016 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Questestorie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla ache

vedere conpersone o fatti realmente avvenuti)

racconto del giorno

608

La Dott. Elena… 25esimo piano

Non è sempre una bella cosa compiere il quarantesimo compleanno al25esimo piano di un Grattacielo di Milano. Ne sapeva qualcosa la Dott. Elena un anno fa… aPrimavera. I pochi Colleghi della stanza le avevano fatto una sorpresa. Leavevano regalato un libro… con tanti pasticcini e una bottiglia di spumante dacondividere insieme. Elena, però, non era contenta. Aveva fatto una bellacarriera. Aveva studiato come una matta per raggiungere la Laurea con 110 e lode. Siera impegnata con corsi e master… uno dopo l’altro. Era partita dal terzo pianodel Grattacielo ed aveva raggiunto il decimo. Poi il quindicesimo. Ora, aquarant’anni, si era insediata al venticinquesimo piano, tra i Dirigenti dimassimo livello… E tutto a scapito di un vita tranquilla e meno ossessiva diquella che stava conducendo. E l’amore? Di quello era meglio non parlare.Peggio di così non poteva andare. Elena si sentiva “sola come un cane”,incazzata come una vipera. A cosa erano serviti i suoi anni di studi? La suaattività frenetica… senza giorno né notte? Senza una festività? Perché, anchele festività, per Elena, erano giornate di lavoro. A quarant’anni l’orologiobiologico della donna suona all’impazzata. Adesso o mai più. Un anno fa, alcompimento del quarantesimo anno, Elena, era giù di corda. I pasticcini e labottiglia di spumante erano troppo poco per colmare il vuoto che aveva dentro.La sua amica Fiorenza soffriva per lei. “Elena, devi parlare con lo Psicologo,altrimenti finisci  male” La quarantennecomprese che quel modo di vivere non poteva continuare. Decise di rivolgersi alDott. Felice, uno dei Professionisti più quotati a Milano e dintorni. LoPsicologo, dopo un paio di sedute e una confessione fiume, non aveva avuto pelisulla lingua. “Dott. Elena, lei ha fatto una bellissima carriera. E’ passatadal terzo piano del suo Grattacielo al venticinquesimo… ma ha commesso ungrosso errore. Non ha tenuto conto della natura. Della sua natura di donna…l’amore. Lei ha fatto carriera, ma in fatto di amore ha perduto i migliori annidella sua vita. Inutile che mi presenti le giustificazioni. Indietro non sitorna. Lei, Dott. Elena, non deve perdere l’ultimo treno. L’oggi. Siccome soche è nata in un paesino della Lomellina, vicino al Torrente Terdoppio come me.Siccome so che ha ancora la nonna di novant’anni che coltiva l’orto da sola.Vada a far visita a sua nonna e si faccia spiegare come non perdere l’ultimotreno della vita” La quarantenne Dott. Elena era troppo intelligente per farsiripetere la lezione. Chiese una settimana di ferie. Lasciò Milano e la suascrivania al venticinquesimo piano del Grattacielo. Si recò da sua nonnaClementina nel paesino dove era nata. La nonna era  una donnina tutta nervi e vivacità. Quandoarrivò, la trovò nel suo orto che stava innaffiando. Appena la vide, nonna Clementina,si meravigliò. “Elena cosa fai da queste parti? E’ un anno che non ti vedo… Pensavofossi salita di un altro piano del tuo Grattacielo” Elena non fiatò. Aveva unagran voglia di abbracciarla e di farsi coccolare come quando era bambina.Decise di sputare il rospo. “Nonna, sono a disagio. Dalla vita ho avuto tutto.Intelligenza, studio, carriera, soldi… ma mi manca tutto. Cosa devo fare?”Nonna Clementina aveva già capito. Non aveva bisogno di fare prediche. Le nonnenon fanno prediche. Era una donna pratica, decisa. Sapeva cosa fare. “Elena nonti preoccupare. Ho il rimedio per te. Adesso preparo un bel minestrone con leverdure del mio orto. Verdure dai colori e dagli odori forti. Intanto, vai aportare questo cesto di verdure a Camillo, il padrone del maneggio che vedi infondo alla strada. Se ti fa dei complimenti accettali… Sono per il tuo bene”Elena fece come disse la nonna. Camillo era un quarantacinquenne dal corpomuscoloso. Rude come pochi e di poche parole. Per capire gli uomini avevastudiato i cavalli. Accettò con un sorriso le verdure dell’orto della nonnaClementina. Ricambiò con l’invito a Elena di una cavalcata sul suo cavallo biancopreferito, Riki, un cavallo dalla struttura imponente. Cosa poteva fare unaquarantenne in crisi? Elena accettò. I lettori di questo Blog possonoimmaginare cosa possono fare, un uomo ed una donna maturi, su un cavallo bianco,quando fanno una piacevole passeggiata lungo le rive del Torrente Terdoppio tranascosti sentieri e romantici boschetti. Elena si sciolse come neve al sole. Camilloera un artista nel far sciogliere una donna. Quando i due fecero ritorno almaneggio Elena aveva ritrovato se stessa. Si sentì a proprio agio… Senzavincoli … Libera come l’aria. La quarantenne sentiva solo l’odore dei cavalli …un odore forte, naturale, decisamente diverso da quello che si respirava alventicinquesimo piano del Grattacielo di Milano. Elena e Camillo decisero dicondividere il pranzo della nonna Clementina la quale aveva già previsto tutto.Nel pasto era compreso un’insalata di cipolle rosse, crude… al naturale. Solocoloro che “non” mangiano cipolle rosse, crude… al naturale “non” sanno cosavuol dire. E’ come “ingoiare” vivacità totale. Elena e Camillo ne fecero manbassa. Ora non c’era altro da fare che andare a fare un pisolino sul fieniledel maneggio dei cavalli. Camillo è stato irremovibile. “Elena, dormire sulfieno dei cavalli è come rigenerarsi. Ritrovare nuova vita” Nonna Clementinaapprovò. Ormai , Elena non poteva tirarsi indietro… Camillo era l’uomo di cuiaveva bisogno… “l’altra metà del cielo”. La Lomellina non perdona.E’ una terra che da la vita…. e la rinnova in ogni momento. -(608)

 
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