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ISIDORA E IL CASTELLO DELLE BAMBOLE racconto (626) di Dino Secondo Barili

Post n°24414 pubblicato il 30 Giugno 2016 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Questestorie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla ache

vedere conpersone o fatti realmente avvenuti)

racconto del giorno

626

Isidora e il Castello delle Bambole

Gli Uffici non sono mai uguali nel corso dell’anno. Un po’ c’è allegria.Un po’ si discute… Altre volte, invece, l’Ufficio è come un sogno. Un luogoche, qualora non fosse ancora stato inventato, è assolutamente necessariocrearlo. Un anno fa, ne sapeva qualcosa Isidora, impiegata presso un Ufficio diMilano, abitante a Pavia. Trent’anni, bellissima (alta, bionda, capelli lunghisciolti, occhi azzurri e gambe da fine del mondo)… desiderosa di incontrarel’uomo della sua vita, l’uomo che si incontra una sola volta. Ne aveva parlatocon la sua collega, coetanea e amica Raffaella. “Raffaella, ho la sensazioneche sta per succedermi qualcosa di bello. Cosa dici?” Raffaella aveva sempre lasue trovate. “Isidora, se fossi in te, terrei d’occhio l’Oroscopo” – “L’Oroscopo?Per quale motivo?” - “Semplice…tra le righe dell’Oroscopo puoi sapere cosa tiriserva il futuro” concluse, convinta, l’amica. Isidora non si ricordava diaver letto un Oroscopo da anni. Il suggerimento di Raffaella, però, l’aveva stuzzicataal punto che cercò subito qualche quotidiano, settimanale o mensile che avesseal suo interno un Oroscopo. Quello stesso giorno un amico offrì a Isidora uncaffè in un Bar di Piazza della Vittoria a Pavia. La trentenne colsel’occasione per sfogliare un giornale abbandonato sul tavolo ….ed ecco l’Oroscopo!Diceva. “Riceverai la proposta per visitare un Castello. Approfittane. E’ iltuo momento fortunato”. Isidora accennò ad un sorriso, ma rimase incredula. Quellastessa sera, Isidora ricevette la telefonato del suo Capo Ufficio di Milano. L’invitavaad una “gita”… per visitare, in via del tutto eccezionale, il Castello delleBambole” nell’Oltrepò Pavese, nella domenica della settimana che stava perfinire. Isidora cominciò a non capire più nulla, ad andare in estasi. Nonsapeva se credere o no agli Oroscopi. L’eccitazione, intanto era giunta almassimo. Ormai non c’era altro da fare che aspettare… Durante la notte,Isidora, ebbe un sogno…anzi, un incubo. Nel sogno, Isidora, stava visitando unCastello. Le si era presentato davanti il Proprietario. Un uomo vecchio,brutto, cattivo, volgare, pieno di tic e di pretese. Non solo. Il Proprietario aveval’aspetto di un’orribile bestia. Si era invaghito di Isidora e voleva richiuderlanella Torre più alta del Castello per farla sua. Vistasi perduta, Isidora siera messa ad urlare. A chiedere aiuto. In quell’istante si era svegliata con lafebbre a 40 gradi e i sudori freddi della paura. Ne parlò subito con sua mammaErsilia, la quale la tranquillizzò. “Non temere Isidora. Il sogno noncorrisponde mai alla realtà. Vedrai che sarai fortunata…” Alla domenica,Isidora, si recò, insieme al personale del suo Ufficio, a visitare il Castellodella Bambole nell’Oltrepò Pavese. La bellissima trentenne, però, era diventataguardinga. Dopo l’incubo della notte, ormai, non sperava più nell’incontrofatale. La visita al Castello delle Bambole si svolse nel migliore dei modi econ soddisfazione del personale dell’Ufficio di Milano. Isidora aveva ormaidimenticato l’Oroscopo e l’incontro fatale. La comitiva si stava disperdendonel giardino del Castello e cercava di godere gli ultimi scampoli della gita.Isidora, intanto era finita nel Giardino del Labirinto, un intricatosusseguirsi di alte siepi di bosso, un arbusto sempreverde dal legno durissimo,con foglie piccole e ovali. Isidora cercò di seguire il percorso del Labirinto,ma più seguiva il tracciato obbligato, più perdeva l’orientamento. Ad un trattoIsidora si era resa conto di aver perduto completamente il contatto con lecolleghe dell’Ufficio. Le prime ombre della sera avvolgevano il Labirinto. Lasagoma del Castello delle Bambole assumeva l’aspetto minaccioso di un Mostro.Isidora venne presa dal panico. Ormai non rimaneva che urlare, urlare asquarciagola. Cosa che fece fino allo sfinimento. Stava per cadere per terrasfinita, quando un bellissimo giovane vestito come un “damerino del settecento”comparve improvvisamente. “Signorina non si preoccupi. Ci sono io a salvarla ea condurla dal Commedator Giacomo, Proprietario del Castello” Isidora si sentìsollevata. Seguì il bellissimo giovane il quale la guidò nel Salone delle Festedove si trovava il Commendatore Giacomo. Questi l’accolse come una Regina.“Isidora, come ha fatto a raggiungere questo Salone delle Feste? Nessuno sapevache mi trovassi in questo posto” Isidora spiegò che un giovane damerino l’avevasalvata dal Labirinto e l’aveva condotta proprio lì, dal Commendator Giacomo.Il Proprietario del Castello della Bambole si inorgoglì. “Allora è vero che inquesto Castello vive il Fantasma di Faustino, il damerino del settecento.Allora, dovrebbe essere anche vero che tu, Isidora, diventerai la mia sposa e la Regina del Castello delleBambole” La trentenne impiegata dell’Ufficio di Milano per poco non svenne… Nonriusciva più a capire la differenza tra sogno e realtà. In quell’istante siaprì il portone d’ingresso del Salone delle Feste. Entrarono una banda musicalein alta uniforme, ballerini e ballerine… e un corteo di Dame e Cavalieri con i tantiregali di nozze. Isidora chiese al Commendator Giacomo il perché di tuttaquella gente. “Non preoccuparti Isidora. Sono gli invitati alle nostre nozze…Sono trecento anni che aspettano questo momento…”-(626)

 
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