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GUGLIELMINA racconto (664) di Dino Secondo Barili

Post n°14119 pubblicato il 27 Giugno 2014 da dinobarili
 

27 GIUGNO 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 27 giugno 2014 – Venerdì - 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Venerdì

664

I racconti del benessere

Guglielmina

Il benessere dipende spesso da come una persona vede sé stessa. Un anno fa, ne sapeva qualcosa la quarantenne Gugliemina, bellissima, impiegata presso un Ufficio Commerciale di Milano, abitante a Pavia. Negli ultimi tempi le cose non erano andate come avrebbe voluto. Anzi, erano andate decisamente male. Si era lasciata con il moroso dopo quattro anni portati avanti a fatica. Forse era stata quell’esperienza a segnarla in modo particolare. Un anno fa, Guglielmina era sulla via della depressione. Non si curava più come aveva fatto in passato. Anche la sua amica, Giovanna se ne era accorta e aveva deciso di intervenire. “Gugliemina non mi piace il tuo modo di fare. Dove sono finite tutte le tue brillanti idee di alcuni anni fa? Se fosse in te, mi darei una mossa. Cercherei di uscire dal tunnel” Guglielmina sapeva benissimo che Giovanna aveva ragione. Oltre alla poca voglia… aveva perduto quel “quid” che scatta nella testa delle persone per farle sentire bene. Infatti, si vedeva invecchiata… e molti particolari del suo corpo non le piacevano più. Rispose a fatica. “Cosa dovrei fare? A volte mi pesa persino a guardarmi allo specchio” Giovanna reagì. “Ecco il tuo problema. La mancanza di fiducia in te stessa. Sei una bellissima ragazza… devi reagire” Guglielmina si sentì toccata sul vivo. Non si vedeva più tanto bella e questo fatto la mandava in crisi. Giovanna ritornò all’attacco. “Gugliemina perché non ne parli con il tuo Medico di Fiducia?” La quarantenne comprese che era giunto il momento di intervenire. La sera stessa, dopo il lavoro, si recò nell’Ambulatorio del Dott. Giuseppe, un sessantenne di grande esperienza e indiscussa umanità. Il Medico, dopo aver ascoltato Guglielmina intervenne con il suo ponderato consiglio. “Siccome la conosco da tanto tempo, potrei consolarla dicendole che è un periodo passeggero come tanti nella vita.. Invece, le consiglio di intervenire subito, prima che la situazione peggiori” La quarantenne si preoccupò. “E cosa dovrei fare?” – “Se fossi in lei mi iscriverei ad un Gruppo Teatrale Amatoriale… I componenti di tali Gruppi sono specialisti nel far star bene le persone. Sono sempre impegnati in nuovi spettacoli. Cercano persone disponibili a sostenere i personaggi della commedia umana…ed è l’unico modo per comprendere quanto sia importante dare corpo e voce a nuovi personaggi. E’ una delle medicine migliori per stare bene” Gugliemina comprese il consiglio del Dott. Giuseppe. Ne parlò con Giovanna e insieme si iscrissero ad una Compagnia Teatrale Amatoriale del milanese. Il Regista era un cinquantenne, Riccardo, dalle idee rivoluzionarie. Secondo il cinquantenne, tutte persone dovrebbero fare teatro… per capire che cos’è la vita. Diceva il regista Riccardo: “Soltanto mettendosi nei panni di un altro personaggio è possibile capire sé stessi. E’ dal confronto che nasce la conoscenza “ Appena il Regista Riccardo vide Guglielmina se ne innamorò. Era proprio il tipo di donna che cercava per il suo nuovo spettacolo avente per protagonista una Zingara. Dopo aver illustrato il personaggio, Riccardo, ordinò alla Costumista Maria Elena di procedere alla scelta del costume. Ormai, Guglielmina e Giovanna erano coinvolte nel nuovo spettacolo. Non avevano più tempo per pensare … solo per agire. Come? Eseguendo gli ordini del Regista Riccardo… un fanatico dalle idee contagiose. Quando la quarantenne si vide vestita da Zingara si rese conto della responsabilità che stava assumendo. Non poteva più dire e fare ciò che voleva … ma doveva stare alle regole del gioco. Il Regista era come un despota… in senso buono. Nel senso che quel che contava era il risultato, il fine della messa in scena. Riccardo era stato chiaro. “Guglielmina, tu sei una Zingara che legge il futuro alle persone… Le persone hanno bisogno di speranze, di vedere il loro futuro rosa, con piacevoli sorprese. Prima di tutto devi guardare negli occhi le persone. Capire i loro desideri. Il tuo viso parla per te. Una persona si accorge subito se tu reciti una parte scritta da altri… oppure se reciti una parte che è anche parte di te, condivisa da te, sentita da te. Per dare fiducia agli altri devi, prima di tutto, avere fiducia in te stessa. Solo così sarai una vera attrice… una messaggera di sogni, di speranze, di felicità” Il Regista Riccardo si stava infervorando un po’ troppo, ma Guglielmina aveva capito che ogni persona deve fare la propria parte con passione…e deve farla fino in fondo. Anche Giovanna ha avuto il suo ruolo. Riccardo l’ha scelta come Aiuto Regista per la sue capacità di osservazione nell’inquadrare le scene. La spettacolo ha avuto successo e la quarantenne Gugliemina a capito l’importanza di “dare… per poter ricevere”. Soltanto dando fiducia …un persona regala a sé stessa forza e felicità. - Questo è il racconto 664, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

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Commenti al Post:
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 27/06/14 alle 12:46 via WEB
Mettere sul palco-----Soddisfatti i bisogni primari legati alla sopravvivenza, l’uomo ha da sempre avuto il desiderio di conoscere, comunicare, lasciare un segno, riprodurre la realtà, esprimere emozioni, desideri, scrivere, disegnare, rappresentare. Il teatro è frutto della curiosità, molto interessante interpretare una personalità di un’altra epoca o di cui non si approvano comportamenti e pensieri, o dell’altro sesso, o comunque diversa da sé almeno in apparenza. La recitazione permette l’espressione di parti di sé meno visibili e spesso meno accettate, con un effetto di crescita personale per l’attore ,il ragazzo stesso. Ecco quindi i ruoli del cattivo, del ladro, del bugiardo, dell’opportunista i quali ( seppur socialmente non accettati) rappresentano parti che probabilmente ognuno di noi possiede che vengono esteriorizzate, esasperate e portate in scena. L'esperienza teatrale fa combattere contro quei comportamenti che ci siamo autoimposti: quello della ragazza perfezionista, quello dell'uomo "che ha mai paura" e molti altri. Quante volte nella vita si dice "avrei sempre voluto ma non posso"? Moltissime, e con il teatro (adulti e bambini) si combatte proprio contro i propri codici di comportamento autoimposti. La personalità si arricchisce e non si avrà più paura di vivere le proprie emozioni e di esprimerle con il proprio corpo. Ciao Teresa
(Rispondi)
annamariamennitti
annamariamennitti il 27/06/14 alle 14:47 via WEB
.... tutto vero ciò che hai tenuto a precisare nel racconto ,prima fiducia in se stessi immedesimarsi nella parte,studiare la parte e farne diventare qualcosa di tuo ,e per poter ricevere fiducia devi darla ....è verissimo che una persona si accorge subito quando l'attore imita ,l'attore deve essere spontaneo...Pare che Guglielmina le sta andando bene...ciao
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 27/06/14 alle 19:37 via WEB
Ciao Annamaria - Gugliemina ha capito la lezione. Mai stare alla finestra a fare da spettatrice... Meglio buttarsi. Capire il proprio ruolo ... e non cedere mai. Dino
(Rispondi)
annamariamennitti
annamariamennitti il 27/06/14 alle 15:26 via WEB
annamariamennitti il 27/06/14 alle 15:15 via WEB Maia è un lungo poema autobiografico di più di ottomila versi, scritto da Gabriele d'Annunzio. Pubblicato per la prima volta nel 1903 è il primo volume delle Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi. Nell'opera, il poeta esalta un superomistico ardore di sperimentazioni e di avventura L'autore non adotta più uno schema metrico tradizionale, ma fa uso del verso libero alternando senza ordine preciso versi vari. D'Annunzio chiama questa sua raccolta "Maia" perché decise di intitolare i singoli libri del ciclo delle Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi alle stelle delle Pleiadi (gruppo di stelle nella costellazione del Toro), ed una delle stelle che compongono questo ammasso è proprio denominata "Maia". Il poema prende spunto dalla crociera in Grecia e nell'Egeo che il poeta compì nei mesi di luglio e agosto del 1895 insieme ad alcuni amici esploratori .....
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