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SILVANO E LA PARTITA A BOCCE racconto (665) di Dino Secondo Barili

Post n°14138 pubblicato il 28 Giugno 2014 da dinobarili
 

28 GIUGNO 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 28 giugno 2014 – Sabato - 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Sabato

665

I racconti del benessere

Silvano e la partita a bocce

Si sa che il modo migliore per raggiungere il benessere è quello che mantenersi attivi. Un anno fa, ne sapeva qualcosa, il Dott. Silvano, cinquant’anni, fisico da atleta. Un anno fa, però, il Dott. Silvano, Dirigente di una Agenzia Commerciale a Milano, abitante a Pavia, era giù di corda. Era ugualmente attivo, ma aveva perso quello “smalto” che lo aveva contraddistinto per anni. Per esempio. Il Dott. Silvano era un abilissimo giocatore di bocce. Il suo programma settimanale prevedeva una serata alla settimana dedicata alle bocce. Le bocce erano state la sua prima grande passione perché ogni partita era una sfida. Una sfida da vincere o perdere. Il Dott. Silvano preferiva vincere…e vinceva sempre… Magari per il “rotto della cuffia”… ma vinceva. Per il cinquantenne era valido il principio che… nella vita… è meglio vincere anziché perdere. Un anno fa, il Dott. Silvano era andato in crisi perché aveva cominciato a perdere… e non era un “perdere” qualunque. Infatti, il cinquantenne aveva cominciato a perdere quando si era “affacciata” sul campo di gara del Bocciodromo la Dott. Enrica, una trentenne bellissima… alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. La Dott. Enrica si era presentata come una principiante… una alle prime armi… una che aveva tutto da imparare. Poi… in brevissimo tempo… si messa a sfidare via via i vari campioni locali… fino ad arrivare al Dott. Silvano. Il cinquantenne aveva preso la sfida sottogamba, come fosse una passeggiata. Le prime partite a bocce con la Dott. Enrica sembravano un gioco da ragazzi… Dopo un po’ di tempo, però, le sfide sono diventate sempre più complicate e impegnative. Si vedeva che la Dott. Enrica era un “osso duro”, di quelle che fanno sudare “sette camice”. Per un po’ il Dott. Silvano si limitava a giocare, a impegnarsi, e a vincere… Ma venne il giorno in cui… per la prima volta in vita sua … aveva dovuto arrivare… secondo. Per quindici giorni, il Dott. Silvano, non si era fatto più vedere sul campo di gara. Poi, su insistenza del Presidente del Bocciodromo, ricomparve con l’intenzione di sfidare la Dott. Enrica. Prima di entrare nel Bocciodromo, però, il Dott. Silvano incontrò la Zingara Lacanterina, la quale, molto gentilmente, le svelò un segreto. “Dott. Silvano, se mi da un Euro, le spiego come si fa a vincere con la Dott. Enrica”. Chi è quell’uomo che per un Euro non si sarebbe lasciato tentare? Il cinquantenne estrasse dal portafogli cinque euro e li porse alla Zingara Lacanterina con una frase.”. Un Euro per la consulenza…e quattro Euro… uno per il caffè… e il resto per le future consulenze… se saranno ritenute all’altezza della fama della Zingara più scaltra di Pavia” Lacanterina si sentì orgogliosa del titolo e dopo aver estratto dall’enorme tasca del grembiule un sasso bianco lo presentò al cinquantenne. “Dott. Silvano, metta la mano destra su questo sasso. Sentirà del calore. Mi dica quando non riesce più a resistere” Il cinquantenne, dopo un po’, sentì la mano bruciare. Fece per toglierla… ma non vi riuscì. La Zingara parlò “Dott. Silvano, prima di affrontare in una nuova gara a bocce la Dott. Enrica… dovrebbe invitarla a vedere la sua Collezione di Quadri nel suo Attico sulle rive del fiume Ticino” La mano del Dott. Silvano divenne subito fredda …e il cinquantenne comprese l’antifona. Entrò nel Bocciodromo. Incontrò la Dott. Enrica e, anziché parlare di gara di bocce… l’invitò a visitare la sua Collezione di Quadri nel suo Attico sulle rive del fiume Ticino. Naturalmente la Dott. Enrica accettò. Era, infatti, una patita delle Mostre d’Arte. La trentenne, dopo aver visto la Collezione di Quadri del cinquantenne… divenne pallida come una “pezza bianca… asciugata al sole”. Perse completamente la parola. Pensò immediatamente alla partita a bocce e prese una decisione. “Avrebbe lasciato vincere il Dott. Silvano” Nella vita, le partite, però, sono molte …e non tutte determinanti per avere successo. Nello stesso istante in cui la trentenne aveva deciso di dedicarsi “ad altre partite”… il Dott. Silvano aveva preso una decisione. ”Avrebbe fatto la corte alla bellissima trentenne, alta, bionda, la quale era proprio il suo tipo. La decisione, però, non era da prendere a cuor leggero. Il cinquantenne preferì prendere tempo… Invitò la Dott. Enrica a fare un viaggio nelle Grandi Capitali Europee… Parigi, Londra, Roma, Vienna, Mosca. Nulla di impegnativo… Una specie di partita a bocce… dove c’era un “pallino” sul campo di gara… e il Dott. Silvano e la Dott. Enrica lanciavano bocce con l’intenzione di arrivare… vicini alla meta. - Questo è il racconto 665, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 28/06/14 alle 17:02 via WEB
LE BOCCE----Le prime tracce di questo gioco si incontrano nel 9000 a.C., a Catal Huyuk in Turchia. Il gioco delle bocce era conosciuto presso gli egiziani come testimoniano alcune rappresentazioni grafiche raffiguranti uomini intenti a praticarlo con oggetti di forma sferica o con pietre levigate. Oggi lo sport delle bocce è cambiato ma il filo conduttore del gioco è l’immutato obbiettivo di tirare un oggetto il più vicino possibile ad un punto fisso,da ciò nasce la regola base del gioco delle bocce. Dall’Egitto il gioco arriva in Grecia intorno all’800 a.C., dove Ippocrate lo consigliava per mantenersi in salute. Erano entusiasti anche gli antichi romani che lo appresero dai Greci e lo diffusero in tutto l’impero. L’influenza romana sulle bocce è testimoniata dal nome del gioco; “boccia” che deriva dal latino volgare “bottia”, che significava “palla”. Gli antichi romani usavano noci di cocco importate dall’Africa poi utilizzarono bocce costruite con duro legno d’ulivo. Le bocce diventano lo sport di uomini di stato e di sovrani. Nel medioevo arrivò il grande successo, si diffuse in Europa diventando lo sport di nobili . Si arrivò ad accusarlo di compromettere la sicurezza degli stati, perchè distoglieva dalla pratica del tiro con l’arco e da altri esercizi militari. Per questo re Carlo IV e V proibirono il gioco delle bocce, ed i medici dell’università francese di Montpellier lo screditarono asserendo che la sua pratica aveva effetto deleterio sulla cura dei reumatismi. Ciao Teresa
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