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PIAZZA PETRARCA A PAVIA di Teresa Ramaioli

Post n°14218 pubblicato il 04 Luglio 2014 da dinobarili
 

PIAZZA PETRARCA A PAVIA 

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 03/07/14 alle 15:09 via WEB
PIAZZA PETRARCA--- PAVIA---Piazza Petrarca, dedicata al poeta che soggiornò a Pavia, ospite dei Visconti per il riordino della loro celebre biblioteca, è uno spazio che si è trasformato più volte nei secoli, fino ad assumere l'attuale aspetto . Sede del mercato cittadino, si anima di voci e colori durante la settimana. Si affacciano sulla piazza la biblioteca civica, e i Giardini Malaspina con il belvedere in forma di tempietto greco. Nel quattordicesimo secolo, viaggiare non era semplice, gli uomini del tempo non avevano a disposizione le comodità di oggi . Ma questo non ha fermato Petrarca, che dopo aver passato un decennio a Milano, si è spostato a Venezia e Padova, ma quasi ogni anno risaliva il fiume Po per fermarsi qualche mese a Pavia. Per spostarsi Petrarca si serviva di barconi, le vie fluviali erano le autostrade dell’epoca. A Pavia Petrarca incontrava i Visconti, che avevano conquistato la città nel 1359, e la figlia Francesca che ha avuto un bambino a Pavia, Franceschino, purtroppo morto da piccolo in città. Petrarca in quell’occasione scrisse un elogio funebre, conservato al museo civico. Petrarca amava la città, infatti la descrive a Boccaccio in una delle sue lettere,come una città “ammirevole”, elenca le meraviglie del paesaggio, nomina il ponte, il Duomo, San Pietro in Ciel d’oro, chiesa in cui è sepolto Sant’Agostino. Petrarca aveva un affetto particolare per Pavia, nelle lunghe traversate sul Po, non era solo, con lui c’erano dei servitori e... i suoi libri. Amava i libri, portava con se alcuni volumi della sua biblioteca perché gli ufficiali di Dogana registravano un elenco delle opere e, sullo stesso documento, indicavano il nome del proprietario. I libri erano preziosi, costosi, in pergamena. La biblioteca di Petrarca è sparsa in tutto il mondo. Gian Galeazzo Visconti nel 1388 conquistò Padova e prese come bottino di guerra la biblioteca dei Carraresi, signori della città veneta. Padova aveva ereditato i libri di Petrarca alla sua morte (avvenuta nel 1374), Gian Galeazzo portò anch’essi al castello di Pavia. Tra queste opere c’era anche il Virgilio Ambrosiano. Il Virgilio Ambrosiano è un codice, conservato alla biblioteca Ambriosiana di Milano, che contiene l’opera completa del poeta latino mantovano. Ciao Teresa

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 04/07/14 alle 15:10 via WEB
VIRGILIO AMBROSIANO---Era il 6 aprile 1327 quando Francesco Petrarca, ad Avignone, vide per la prima volta Laura. Ed era sempre un 6 aprile, ma di ventuno anni dopo, quando la nobildonna morì di peste: in questa dolorosa occasione, il poeta annotò la notizia sul suo prezioso Virgilio, manoscritto che aveva ricevuto in dono dal padre, con queste parole: Laura, illustre per proprie virtù e per lungo tempo celebrata nei miei canti, apparve per la prima volta agli occhi miei in sul principio della mia adolescenza, l’anno 1327, il 6 d’aprile, nella chiesa di Santa Chiara d’Avignone, di buon mattino, e nella stessa città, nello stesso mese d’aprile, nello stesso giorno 6, nell’ora prima, l’anno 1348, quella luce fu tolta a questa luce mentre io per caso mi trovavo a Verona, inconsapevole, ahimè!, del mio fato. Questo affascinante manoscritto appartenuto a Francesco Petrarca è oggi conservato presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano, è conosciuto anche come Virgilio ambrosiano. Il volume riunisce le tre opere maggiori di Virgilio – Bucoliche, Georgiche ed Eneide. Su questo libro Petrarca continuò a studiare Virgilio per tutta la vita, come testimoniano le numerosissime postille databili a epoche diverse della sua esistenza. Alla sua morte il codice fu ereditato da Francesco da Carrara, per poi passare nella biblioteca dei Visconti a Pavia, dove lo sfogliarono molti dei maggiori umanisti, per giungere infine, dopo molte vicissitudini, alla Biblioteca Ambrosiana di Milano, acquistato nel 1600 per conto del cardinale Borromeo. Ciao Teresa
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