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ALESSANDRA racconto (458) di Dino Secondo Barili

Post n°14224 pubblicato il 04 Luglio 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Mercoledì

Alessandra (458)

Il sogno di ogni persona è di vivere bene, di godere i benefici disponibili ed evitare guai. Questo è quello che pensano tutti. Donne e uomini. Giovani ed anziani. Purtroppo, la maggioranza delle persone, sa che ci sono gli alti e bassi. Un giorno si sta bene … un altro un po’ meno. Anche Alessandra, trentacinque anni, single, impiegata a Milano, ma residente a Pavia, la pensava così. Un anno fa, Alessandra usciva da una crisi sentimentale che l’aveva segnata. Sapeva quanto si stava male, ma sapeva anche come uscirne perché non era la prima volta. Nel mondo di oggi, le crisi sentimentali sono all’ordine del giorno. Bisogna essere preparati e capaci di affrontarle nel modo migliore. Un anno fa, Alessandra, l’aveva presa male. Si era resa conto che doveva chiedere aiuto ad una persona amica. Una persona con la quale aveva confidenza. E chi, meglio della sua Parrucchiera Elisabetta, poteva aiutarla? Elisabetta era disponibile per le sue clienti le quali le confidavano tutti i loro “guai segreti” come fosse il “confessore di una volta”… Immaginarsi se non lo avesse fatto per la sua coetanea e amica Alessandra con quale passava la domenica pomeriggio in un Bar di Piazza della Vittoria a Pavia. E’ proprio al Bar che certe confidenze diventano “pane quotidiano”. Due trentacinquenni, sole, sedute al tavolino di un Bar, la domenica pomeriggio… di cosa dovrebbero parlare? Di uomini, naturalmente! Prima di tutto per dirne tutto il male possibile. Poi per riconoscere che una donna senza il “suo” uomo è una donna a metà. Intanto la prima operazione da fare è parlare male degli uomini... Era la teoria di Elisabetta la quale precisava i termini. “Alessandra, gli uomini (almeno quelli che conosciuto e frequentato io) sono degli stronzi… Non capiscono niente. Non hanno sensibilità. Non si ricordano dei compleanni. Sono tirchi. Non parliamo poi a letto. Sono convinti di essere dei “latin lover” e di fare le acrobazie come certi “pornostar”… Una pena! Più imbranati di così non potrebbero essere. Gli uomini sono la negazione… nel far godere una donna…” Elisabetta, la Parrucchiera si fermò. Pensò di aver detto troppo. Sapeva che era l’unico modo per far passare la crisi sentimentale alla sua amica. Ora, c’era la seconda parte. La Parrucchiera fece un lungo respiro ed esplose come il tappo di  una bottiglia di Brut. “Alessandra adesso dobbiamo partire alla conquista dell’uomo ideale… quello che tutte le donne sognano.” Alessandra si svegliò come da un annebbiamento mentale… “Perché esiste davvero l’uomo dei sogni?” – chiese. “Certo” – rispose Elisabetta –“Esiste. Esiste e come. Adesso, noi due, andiamo a Milano. Andiamo a visitare una delle tante Mostre di Pittura …e vedrai.” Detto fatto le due amiche si prepararono a dovere. Salone di bellezza. Passaggio al Negozio “dell’Almira dove l’eleganza attira”…Un tocco di eccentricità che ci vuole sempre in un ambiente artistico… Ualà! Ecco fatto! Alessandra e Elisabetta non sembravano più le donne di qualche ora prima. Entrambe si guardarono allo specchio e… “Ma, sono proprio io?” si chiesero entrambe. Milano è a mezzora di automobile da Pavia. la domenica pomeriggio è il momento ideale per visitare Mostre di Pittura. Dopo aver visto un paio di Mostre, Alessandra cominciò ad avere dei dubbi sulle “teorie” proposte dall’amica Parrucchiera. Alla terza Mostra Elisabetta ha centrato l’obiettivo. C’erano tre cinquantenni che erano la fine del mondo. Eleganti e belli da “morire”. Elisabetta cominciò a fare la “danza dell’amore”… cioè quell’atteggiamento da intenditrice di pittura che fa sempre “in”. Faceva finta di guardare i quadri… mentre l’occhio passava da un cinquantenne all’altro. Il vero interesse era l’uomo, il “cucadores”. I cinquantenni avevano già capito tutto. Ad un tratto, il più intraprendente dei tre, lanciò la famosa frase “A me questa Mostra mi eccita in modo particolare… Ho bisogno di prendere un caffè.” (rivolto direttamente ad Alessandra ed Elisabetta). Cosa fare? Il gioco era riuscito anche questa volta. Le due trentacinquenni pavesi avevano agganciato tre bei “fusti” che “parlavano difficile”. Parlavano d’arte come fosse cioccolata calda. Elisabetta sapeva che era tutta “una maschera”. Un modo per passare la serata della domenica…e (magari) incontrare l’uomo perfetto. (458)

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Commenti al Post:
medea987
medea987 il 25/08/14 alle 17:13 via WEB
Bel racconto :-)
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 25/08/14 alle 18:55 via WEB
Ciao - Grazie della visita e del commento. Buona serata. Dino
(Rispondi)
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