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IL BACO DA SETA racconto (702) di Dino Secondo Barili

Post n°14727 pubblicato il 04 Agosto 2014 da dinobarili
 

IL BACO DA SETA 

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 03/08/14 alle 14:14 via WEB
LUDOVICO MARIA SFORZA e il BACO DA SETA--Si legge e si dice che già quattromila anni fa i cinesi, avevano un ricco guardaroba pieno di ogni sorta di capi di abbigliamento, tutto confezionato con seta pura. In seguito cominciò a funzionare la Via della Seta, il prodotto arrivava in occidente da paesi lontani e misteriosi, veniva pagata a peso d’oro, ma la bella Elena e Semiramide, Cleopatra e Teodora e tutte le altre in bella compagnia, non badavano e nemmeno discutevano i prezzi, non essendo loro interesse quanto vi era nelle “borse del regno”. Poi nell’anno 552 d.c., due fraticelli di ritorno dalla Cina, si presentarono a Giustiniano, imperatore d’Oriente, con i loro bastoni da viaggio pieni zeppi di uova del mitico baco da seta, il gioco era fatto. Il ‘morone’ venne quasi elevato a pianta sacra. . . passò presto in Sicilia. . . e finalmente anche la nostra Lomellina si riempì di moroni, mutando il bel nome in gelso. Ma fu durante la signoria degli Sforza che in Lomellina vennero introdotte quelle nuove colture che avrebbero cambiato l'aspetto e la storia di questa terra: non soltanto il riso, con le sue vaste risaie e le grandi cascine a corte chiusa, ma anche il gelso, per alimentare i bachi e produrre la seta. E fu proprio Ludovico Maria Sforza detto il Moro duca di Milano che trasformò l'amata Vigevano in residenza principesca e importante centro economico e artistico, a incentivare la coltivazione del gelso; le storie del baco e degli Sforza sono così intimamente legate che il soprannome di Ludovico secondo alcuni storici deriverebbe proprio dal nome locale della pianta, moron . La seta è destinata a diventare nei secoli successivi la maggiore fonte economica della zona. Vigevano, cuore storico ed economico della Lomellina, fu per secoli un centro tessile con un ruolo di spicco all'interno del "triangolo della seta" compreso tra Milano, Venezia e Mantova. A Vigevano, forse nel castello della città, sorse inoltre quella Manifattura di Vigevano che all'inizio del Cinquecento realizzò il celeberrimo ciclo degli Arazzi dei Mesi, detti Arazzi Trivulzio, oggi conservati nel Museo delle Arti Decorative ospitato all'interno del Castello Sforzesco di Milano. “Ego Beneditus da Mediolani hoc opus fecit co sociis suuis in Vigli”.” Io Benedetto da Milano quest'opera ho realizzato insieme ai miei compagni in Vigevano.”Con questa firma, lasciata sull'arazzo di febbraio, l'arazziere Benedetto da Milano è entrato nella storia. Ciao Teresa

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