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MILANO MARIA BAMBINA di Teresa Ramaioli

Post n°14908 pubblicato il 15 Agosto 2014 da dinobarili
 

MILANO

MARIA BAMBINA 

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 14/08/14 alle 15:41 via WEB
.MARIA BAMBINA-- MILANO-- Non lontano dal duomo, nella casa delle Suore di carità, in via santa Sofia, si apre un santuario dove, in una culla di bronzo dorato, è custodita un'immagine miracolosa di Maria Bambina. Intorno agli anni 1720-1730 suor Isabella Chiara Fornari, francescana di Todi, modellava volti in cera di Gesù bambino e di Maria bambina; era questa un'espressione della devozione ai misteri dell'infanzia di Gesù e di Maria, tipica del '700. Un simulacro in cera, raffigurante Maria in fasce, fu donato a mons. Alberico Simonetta e, alla sua morte (1739), l'effigie passò alle suore Cappuccine di santa Maria degli angeli in Milano, che ne divulgarono la devozione. Gli anni che vanno dal 1782 al 1842 segnano la soppressione, decretata prima dall'imperatore Giuseppe II e poi da Napoleone, delle varie congregazioni religiose. Il simulacro è portato da alcune suore Cappuccine presso il convento delle Agostiniane, poi dalle Canonichesse lateranensi; sarà quindi affidato al parroco don Luigi Bosisio, perché lo trasmetta a un istituto religioso che possa mantenerne viva la devozione. Questo simulacro arriva alll'ospedale Ciceri di Milano. Lì verrà affidato dal Bosisio a suor Teresa Bosio, superiora delle Suore di carità di Lovere (Bg), congregazione religiosa fondata nel 1832 . Queste suore che il popolo chiamerà in seguito 'di Maria Bambina', presenti in Milano dal marzo del 1842, erano state chiamate dal card. Gaysruck per l'assistenza ai malati dell'ospedale. Al Ciceri, suore e malati si rivolgono ben presto a Maria Bambina per ottenere forza, speranza e protezione. Nel 1876 il simulacro passerà in via santa Sofia. L'effigie di Maria Bambina ha ormai oltrepassato il secolo: il volto in cera appare scolorito e sciupato dal tempo; viene così sostituita con un'altra immagine, mentre quella originale sarà riesposta l'8 settembre di ogni anno all'interno della casa religiosa. E' il 1884... Nella cronaca dell'anno si legge: "...erano le ore sette del 9 settembre 1884... La madre si reca nell'infermeria per la visita alle ammalate e, preso il santo simulacro, va di letto in letto porgendolo alle suore ammalate perché lo bacino. Giunge alla postulante Giulia Macario, da più giorni aggravatissima. Questa si sforza di avvicinarsi alla Celeste Bambina, con parole affettuose chiede la guarigione. Subito si sente per tutto il corpo un fremito misterioso. 'Sono guarita!', esclama. Si alza e cammina". Da allora, il 9 settembre di ogni anno, si festeggia il 'giorno del miracolo'. Dal 16 gennaio, poi, dell'anno successivo si nota un fatto straordinario: l'immagine di cera, scolorita e ingiallita, comincia a diventare così bella da sembrare "una bambina vera". Ciao Teresa Ramaioli

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 15/08/14 alle 15:50 via WEB
ORSACCHIOTTI E BAMBINI----L’orsacchiotto appartiene all’immaginario infantile, ma non sempre è stato così. La sua diffusione è anzi piuttosto recente, si riconduce a un episodio accaduto al Presidente degli Stati Uniti Theodore Roosevelt, soprannominato Teddy, amante della caccia grossa. Nel 1902 Roosevelt si rifiutò di sparare a un esemplare adulto di orso bruno, durante una battuta di caccia organizzata appositamente per lui in Louisiana, poiché l’orso era stato palesemente portato là appositamente per essere abbattuto dal Presidente. Roosevelt si indignò, dicendo che sparare a un orso in quelle condizioni non sarebbe stato sportivo. La sua presa di posizione fu particolarmente apprezzata dal vasto pubblico che la apprese attraverso i quotidiani, e che soprannominò l’orso “Teddy Bear”. Nei giorni a seguire, il disegnatore satirico Clifford K. Berryman pubblicò sulla prima pagina del Washington Post una vignetta e con la didascalia ”stabilire un confine sul Mississippi” metteva in relazione l’accaduto con una disputa territoriale in corso all’epoca (fra Louisiana e lo stato del Mississippi). L’orso della vignetta conquistò sempre più lettori e, astutamente, Berryman ne modificò gradualmente le sembianze, addolcendone le linee, fino a renderlo un cucciolo. Sulla scia della vera e propria “passione” risvegliata negli americani da Teddy Bear, due commercianti russi misero in vetrina un paio di orsetti di pezza -nel loro negozio di Brooklyn- con il cartello “Teddy’s bears”. Era il 1903. L’operazione fu commercialmente vincente, al punto da far fondare alla coppia una società specializzata nella produzione di orsacchiotti, la Ideal Toy Company. La passione si estese trasversalmente ad abiti, servizi di porcellana, musiche, poesia sopravvivendo anche ai giorni nostri. Ciao Teresa Ramaioli
(Rispondi)
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 15/08/14 alle 15:52 via WEB
DANTE E IL NUMERO TRE- Gli antichi vedevano nel numero tre il simbolo della perfezione. Dante sul numero Tre e i suoi multipli costruì il poetico edificio della Divina Commedia: Tre cantiche, ciascuna di 33 canti (totale 99, + uno d’introduzione), i versi raggruppati in terzine. Tre sono le fiere incontrate nella selva oscura (sono la Lonza, il Leone e la Lupa simboli rispettivamente della lussuria, della superbia e ella cupidigia), Tre le donne che dal cielo cron in suo aiuto: la Vergine, Lucia e Beatrice. Tre per Tre , cioè nove i cerchi dell’inferno, nove i cieli, nove i cori angelici. Nel Cristianesimo il numero Tre assume un duplice significato sia di “famiglia divina”, composta da Maria, Giuseppe e Gesù, sia di Trinità, nelle persone del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Un riferimento al Tre c’è anche nella Luna, infatti viene descritta come triplice: piena, assente o parziale, metafora di vita, morte e rinascita. Tre sono le Parche, le Furie , le Grazie, i Re Magi, i moschettieri di Dumas e le caravelle di Colombo. In ogni fiaba, l’eroe, nel suo viaggio iniziatici, deve superare Tre prove , magia ed essoterismo spesso prevedono ritualità e formule ripetute Tre volte, triplice è lo scorrere del tempo dal passato al presente al futuro, triplice il fondamento del principio generativo che, dall’unione del maschile e del femminile , origina un nuovo essere. Nel Cristianesimo Tre sono le virtù cardinali su cui si fonde la perfezione della vita umana: fede, speranza e carità. Tre è il primo numero di armonia, di soluzione del conflitto dualistico, ed è per questo considerato un numero perfetto. Ciao Teresa Ramaioli
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