Post n°15262 pubblicato il
06 Settembre 2014 da
dinobarili
SIMONETTA VESPUCCI
di
Teresa Ramaioli
| iltuonoilgrillo il 05/09/14 alle 19:43 via WEB SIMONETTA VESPUCCI---Il suo volto è stato reso immortale dal Botticelli,la sua bellezza cantata dal Magnifico,che le dedicò i famosi versi : O chiara stella che co’ raggi tuoi…; è stata cantata dal Poliziano,immortalata da Piero di Cosimo nei panni di Cleopatra. Ma di lei non si sa quasi nulla,se non l’anno di nascita,il 1453 e l’anno di morte,il 1475. A 15 anni andò sposa a Marco Vespucci,lontano parente del grande navigatore, approdò a Firenze,dove frequentò la corte di Lorenzo il Magnifico,diventando la donna più ammirata di Firenze. Ammirata a tal punto che Giuliano De’Medici ,fratello di Lorenzo,partecipò ad un pericolosa sfida cavalleresca solo per vincere il ritratto su tela della bella ragazza,dipinto dal Botticelli,e che recava sul retro la dicitura “La senza paragoni". Tra i due scoccò la scintilla d’amore,che non avrebbe avuto futuro:Giuliano morì assassinato.Il loro amore venne celebrato da Angelo Poliziano nel poemetto “Stanze per la giostra” in cui si parla di un torneo che si svolse nel 1475 a Firenze in piazza Santa Croce. In palio c’era un ritratto della bella Simonetta eseguito dal Botticelli e il vincitore fu, neanche a dirlo, Giuliano de’ Medici. Purtroppo come accadeva non di rado all’epoca, Simonetta morì giovanissima a causa della tubercolosi, a soli ventidue anni. Il 26 aprile di due anni dopo, proprio lo stesso giorno di Simonetta, morì anche Giuliano de’ Medici ucciso nel corso della congiura dei Pazzi e come aveva richiesto, venne sepolto nella chiesa di Ognissanti a Firenze nella cappella Vespucci dove riposa anche Simonetta. Dieci anni dopo la morte della ragazza, Sandro Botticelli ultimò il suo quadro più famoso "La nascita di Venere". La dea che sorge dalle acque,bellissima, immortale,è Simonetta Vespucci.Ciao Teresa Ramaioli |
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MARIE CURIE----Marie Curie iniziò le sue ricerche sulla radioattività quando lo scienziato Bequerel pubblicò un articolo in cui diceva che i sali di uranio emettevano spontaneamente, senza essere esposti alla luce, raggi di natura ignota. Marie iniziò ad osservare ed a fare esperimenti con questo elemento. Vide che l’uranio messo su una lastra fotografica avvolta da una carta nera impregnava comunque la lastra . Questo fu il primo fenomeno osservato da Marie, in seguito chiamato da lei radioattività. Marie si sposò poi con Pier Curie con cui continuò le sue ricerche sull’uranio. I due si chiedevano da dove arrivasse l’energia che l’uranio rilasciava sotto forma di radiazioni. Nel 1898 la coppia di scienziati, che lavorava con mezzi rudimentali in un baracca di legno e senza aiutanti, scoprì un nuovo elemento chimico: il polonio. Nel luglio 1898, la scoperta fu annunciata contemporaneamente in Francia, nel bollettino dell'Accademia delle Scienze e in Polonia, nella rivista "Swiatlo", con queste parole: "Crediamo che la sostanza che abbiamo tratto dalla pechblenda (un minerale contenente uranio) contenga un metallo non ancora segnalato, vicino al bismuto per le sue proprietà analitiche. Se l'esistenza di questo metallo verrà confermata, noi proponiamo di chiamarlo polonio, dal nome del paese di uno di noi." Molto presto si accorsero che nella pechblenda, c'era, oltre al polonio, un'altra sostanza sconosciuta e potente, che chiamarono radio, a causa dell’intensità della sua radiazione: circa un milione e mezzo di volte superiore a quella dell’uranio. La scoperta venne annunciata il 26 dicembre 1898 all'Accademia delle Scienze di Parigi. Marie Curie riuscì a misurare con precisione l'intensità delle radiazioni emanate dalla pechblenda, con un metodo di ricerca chimica che, come lei spiegò, consisteva nell' ”effettuare delle separazioni con gli usuali mezzi dell'analisi chimica, e nel misurare, in condizioni opportune, la radioattività di tutti i prodotti separati. In questo modo ci si può rendere conto delle caratteristiche chimiche dell'elemento radioattivo cercato, che si concentra nelle porzioni che diventano via via più radioattive man mano che le separazioni procedono". Marie comprese per prima che la radioattività era un fenomeno atomico. Con questa scoperta dunque, nacque l’era della fisica atomica. Ciao Teresa Ramaioli |
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