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ELIDE E ALIDA racconto (741) di Dino Secondo Barili

Post n°15360 pubblicato il 12 Settembre 2014 da dinobarili
 

12 SETTEMBRE 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 12 Settembre 2014 – Venerdì - 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconti di settembre

741

Elide e Alida

Ci sono momenti nella vita in cui una persona desidera darsi una mossa e avere prospettive nuove. Un anno fa, la Dott. Elide, quarant’anni, single, bellissima, impiegata presso un Ufficio a Milano, abitante a Pavia, era di quel parere. Aveva un bel lavoro. Un bell’appartamento in Pavia (merito anche dei suoi genitori). Sul piano sentimentale, però, era una frana. A quarant’anni non aveva ancora combinato nulla di buono (almeno…quel “buono” che pensava lei). Nel mese di settembre dello scorso anno, Elide era sul treno con la sua amica e coetanea Alida. Stavano tornando a Pavia da Milano al termine della giornata di lavoro. “Alida, ho bisogno di trovare idee nuove per darmi una mossa …” Alida comprese immediatamente il pensiero. “Elide, a chi lo dici. Anch’io sono alla ricerca di nuove idee… Però, vorrei qualcosa di speciale, di eccitante… Nel mio Ufficio mi hanno dato un depliant per un Incontro presso il Club il Castello dei Sogni. Non ho idea cosa possa essere. Se, però, vieni anche tu, possiamo prendere visione delle proposte” Ad Elide l’idea piacque. Piacque soprattutto il nome “Castello dei Sogni”. Ha immaginato che si riferisse ai sogni che una persona coltiva nella propria mente… in attesa di essere realizzati. Elide e Alida si accordarono per assistere all’Incontro. Milano è una grande Metropoli. C’è di tutto e di più… basta cercare. All’incontro mancavano ancora quindici giorni. Elide, però, era curiosa ed impaziente. Voleva sapere qualcosa di più riguardante il “Club il Castello dei Sogni”. Dal suo Collega Dott. Carlo era venuto a sapere che si trattava di un Club molto speciale. Anzi, conosceva il Presidente del Club. Poteva favorire un incontro in tempi brevi. Elide accettò e l’approccio avvenne in un Bar nella Galleria Vittorio Emanuele II. Elide, però, non voleva essere sola. Voleva che fosse presente anche la sua amica Alida. Così avvenne Un sabato pomeriggio di settembre di un anno fa, Elide e Alida incontrarono il Presidente del Club il Castello dei Sogni. Quando Elide e Alida lo videro rimasero allibite, senza parole. Non era un uomo… era un Dio greco … di quelli che si vedono riprodotti in certe statue nei Musei della Magna Grecia. Un cinquantenne, alto, fisico mozzafiato, capelli lunghi, ondulati, cadenti sulla schiena come fosse un attore del cinema. Una voce che da sola toglieva il respiro. Il suo nome era Onofrio, Dott. Onofrio. Elide e Alida avevano perso la parola. Per fortuna che il Dott. Carlo era presente e diede il suo aiuto. Anzi, è stato proprio il Dott. Carlo ad esporre il problema. “Dott. Onofrio, la mie amiche Elide e Alida sono interessate al Club il Castello dei Sogni… Anzi, se posso anticipare i loro desideri… devo dire che sono interessate ad incontrare l’uomo dei sogni… alto, bellissimo, ricchissimo … da far innamorare” Elide e Alida erano talmente affascinate dal Dott. Onofrio che non sentirono neppure ciò che aveva detto il Dott. Carlo. Desideravano solo conoscere il pensiero del Presidente del Club. La risposta non si fatta attendere. “Penso che i sogni di una donna, in ogni epoca, non sono mai cambiati. Quel che conta è, invece, la loro realizzazione. Ecco perché il Club è importante. Anzi, per avere un’idea della sua importanza, vi invito questa sera ad una cena. Non vi anticipo nulla. Questo è il biglietto di invito” Quando Elide e Alida ebbero il biglietto di invito tra le mani capirono subito che era giunto il loro momento magico. Per la serata si prepararono in modo perfetto. La cena era fissata in uno dei più noti Ristoranti di Milano. Una saletta riservata ad una decina di persone… tutte bellissime, tra i quaranta e cinquant’anni. Dopo le presentazioni, Elide si trovò in compagnia del Dott. Emanuele, mentre Alida ha avuto come compagno il Dott. Ernesto. Sia Emanuele, sia Ernesto erano campioni di fascino, eleganza, raffinatezza e dovevano essere ricchissimi. Avevano una voce che incantava. Elide si sentì talmente coinvolta che cercava di non perdere la concentrazione e di ricordare ogni cosa. La stessa cosa stava accadendo ad Alida. Del resto la vita ha bisogno di sogni e di emozioni. Sono proprio le emozioni che danno colore alla vita. Se ne accorse Elide quando Emanuele le propose di partire al suo fianco per il suo Castello in Svizzera. La stessa cosa stava capitando a Alida. Anche Ernesto era proprietario di un Castello in Svizzera. Quando le due quarantenni si resero conto che tutto ciò stava loro accadendo era veramente reale… persero completamente la parola. Solo la bravura del Dott. Onofrio, Presidente del Club il Castello dei Sogni, è stato in grado di riportarle alla realtà. “Elide e Alida… nella vita non c’è nulla di strano o di impossibile. Basta avere fiducia e coraggio. Fiducia nel futuro e coraggio nell’affrontare le prove quotidiane. Ogni giorno può essere quello buono per realizzare i propri sogni … Al resto ci pensa il Destino” Il Destino ci aveva già pensato. Il cinquantenne Dott. Emanuele cercava l’anima gemella, la donna dei sogni …e l’aveva individuata in Elide… Ma c’era una proposta in più. Cercava di rendere vivo il suo Castello ed aveva bisogno di una donna … una donna come Elide la quale, oltre ad essere alta, bionda, occhi azzurri, e gambe da fine del mondo… aveva una fantasia senza limiti. Solo con la fantasia si fa vivere un Castello. Anche Alida ha avuto la stessa fortuna. Il cinquantenne Dott. Ernesto era un patito dei cavalli. Cercava la donna dei sogni per rendere affascinante il suo Castello. Alida era la donna ideale…imprevedibile come nessuna altra al mondo. - Questo è il racconto 741, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 12/09/14 alle 11:21 via WEB
ERBA TINTORIA "IL GUADO"-Il Museo dei colori naturali è ospitato negli spazi del chiostro dell'Abbazia di San Michele Arcangelo a Lamoli, frazione del comune di Borgo Pace, provincia di Pesaro Urbino. I monaci benedettini fin dal sesto secolo, quando era stato costituito l’ordine monastico del santo di Norcia, edificavano chiese e monasteri nei punti strategici di passaggio dei pellegrini, offrendo ospitalità e cure mediche grazie alla conoscenza delle proprietà guaritrici delle erbe. I protettori della natura erano loro, che vegliavano sulla salute dei boschi, oltre a coltivare viti, olivi, ortaggi ed erbe officinali. Nel motto “prega e lavora” era compreso lo studio e la sua traduzione in pratiche benefiche per il corpo e la mente. In alcune sale di quello che era stato il monastero a Lamoli, a 600 m. di altitudine, c’è il Museo dei Colori Naturali, che illustra specie di piante tintorie quali: la robbia, la reseda ed il guado. Interessante è la pianta di guado, pianta che si usava in passato per tingere i tessuti in blu. In una vasta area intorno a Sant’Angelo in Vado (Pesaro Urbino), la si era coltivata e lavorata come l’unica per ottenere questa tinta fino a che l’indaco, originario dell’India, dal seicento in poi è stato preferito per le sue qualità superiori. I documenti testimoniano che il guado di questa zona era venduto a Prato, in Toscana, celebre per i suoi tessuti subito dopo Firenze. In omaggio all’erba tintoria, che ancora si trova nei prati di questa zona dell’Appennino, una stanza del museo è dedicata per intero al colore blu prodotto in Europa, in Africa, in Asia con materia vegetale per tingere i tessuti e minerale per la pittura su pergamena, legno e tela. Nel museo ci sono anche le foglie, i fiori secchi, la polvere o le scaglie colorate, le lane tinte e tutto ciò che aiuta a conoscere un'arte antichissima. Dall’ottocento in poi la tintura naturale è stata sostituita da quella chimica, ma oggi la necessità di recuperare il lavoro artigianale per evitare la dispersione delle tradizioni e per ridurre l’inquinamento, sta ridando slancio alle tecniche antiche. Da vegetali, animali e minerali abbiamo avuto la possibilità di gioire dei colori sui nostri vestiti e su tutti i manufatti che hanno accompagnato la civiltà. In passato sono stati simbolo di condizione sociale: il blu, raro e costoso, contraddistingueva i nobili; il rosso porpora, il più bello e intenso, altrettanto costoso, era il colore dei potenti. Il giallo più bello per la pittura si otteneva dall’orpimento (minerale usato come colorante), che è solfuro di arsenico. Il colore degli abiti dei poveri era il marrone, perché era spesso il colore naturale di certe fibre tessili. Il bianco, per i tessuti si otteneva sbiancando le fibre con la lisciva e l’esposizione al sole, mentre nei dipinti si usava la polvere di calcite.Ciao ciao Teresa Ramaioli
(Rispondi)
RicamiAmo
RicamiAmo il 12/09/14 alle 16:16 via WEB
Una bellissima storia, un sereno weekend un abbraccio Delia
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 12/09/14 alle 20:01 via WEB
Ciao Delia -grazie per "Elide e Alida" (racconto 741). E' sempre un piacere ricevere dei complimenti. Buona serata. Dino
(Rispondi)
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