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PIERO BUSCAGLIA di Teresa Ramaioli

Post n°15422 pubblicato il 15 Settembre 2014 da dinobarili
 

PIERO BUSCAGLIA 

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 14/09/14 alle 18:52 via WEB
PIERO BUSCAGLIA calciatore- (Torino, 1911- Vigevano, 1997)- Nato a Torino da genitori vigevanesi, allo scoppiò della prima guerra mondiale, dopo che il padre partì per il fronte, si asserì a Vigevano con la madre. Le sue grandi capacità calcistiche erano evidenti sin da bambino: già a dodici anni giocava nei “Giovani”(affettuoso nomignolo con cui sono sempre stati indicati i giocatori del “Vigevano calcio “) e nel campionato tra il 1928 e 1929 con il Vigevano conquistò la promozione alla Prima Divisione . Durante il servizio militare a Tortona incontrò l’allenatore austriaco della Lazio, Sturmer, che gli propose di trasferirsi nella capitale. Vi rimase per due anni, fino al 1934, per passare poi al Torino, allenato da Tony Cargnelli . Nel 1937 l’allenatore della Nazionale Vittorio Pozzo lo convocò per la partita contro l’Ungheria, vinta poi dall’Italia 2-0. Bloccato da un infortunio al ginocchio , non potè partecipare ai mondiali di Parigi del 1938 e nello stesso anno fu ceduto al Milan. Nel 1941 giocò in serie B con il Savona; l’anno successivo ritornò nel Mlan per poi diventare allenatore dell’Abbiategrasso. Rientrò a Vigevano l’8 settembre 1943 per disputare il campionato misto ligure – lombardo. Giocò fino a quarant’anni; negli anni successivi ebbe esperienze da allenatore e saltuariamente come giocatore. Tra i vanti della sua carriera di goleador ( nell’anno agonistico 1929-30 segnò ben 61 reti)esiste un record storico: “rifilò”sei gol in una sola partita a quello che viene considerato il miglior portiere di tutti i tempi, il mitico Zamora. Ciao Teresa Ramaioli

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 15/09/14 alle 18:43 via WEB
CLEOPATRA---A Marco Antonio e a Cleopatra si deve il merito d'aver creato una delle prime associazioni gastronomiche della storia. La scoperta e traduzione di alcuni papiri rinvenuti nell’oasi del Fayum, la più ricca del regno di Cleopatra, ha rivelato interessanti indicazioni sulla gastronomia di quel tempo.Raffinatezza e lusso erano le parole d'ordine della superba Regina, che ovviamente non poteva non trasferire anche nel suo modo di mangiare. I sontuosi banchetti organizzati da Cleopatra per sedurre Antonio rimangono memorabili e si tramanda che cucinasse persino lei stessa alcuni piatti, selezionando carni pregiate e frutta. La sua era una dieta mediterranea, quindi molto sana, ricca di verdure che abbinava con carni ovine, pesce del Nilo o selvaggina, come il piccione portata principale di molti banchetti, arricchiti con formaggi delicati, dei quali Cleopatra andava matta e zuppe di legumi o cereali. Non mancavano i dolci, prelibati tortini di fichi e noci, ricoperti di miele, tutto innaffiato da buon vino e birra. Il culto del mangiar bene era talmente forte che insieme ad Antonio fondarono uno dei primi circoli gastronomici della storia: "Circolo degli Inimitabili" dove fra sollazzo e lusso, le somme di denaro spese da entrambi in cibo erano davvero smodate. Un evento narrato da Plinio, e ritrovato in numerosi dipinti, racconta che Antonio era sempre alla cercare di cibi rari ed esotici, Cleopatra aveva speso cifre importanti in costosi manicaretti, sciogliendo inoltre in una coppa di aceto uno dei suoi orecchini di perle di grande valore.Ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 15/09/14 alle 18:45 via WEB
EDOARDO CAMERA- cantante lirico- (Genova, 1865- Milano,1938)- Figlio del tenore palermitano Roberto Stagno, nacque a Genova il 15 luglio 1865, ma fu legittimato nel 1872 a Pavia, città che amò sempre e nella quale ebbe residenza fino al 1936. A Pavia aveva raccolto il primo grande successo , nel 1889, cantando nella “Maria di Rohan” di Gaetano Donizzetti. Interprete straordinario, dotato di una voce giudicata tra le migliori di tutti i tempi, fu baritono tra i più famosi, acclamato dal pubblico e dalla critica. Le grandi qualità interpretative , unite a un’ampia cultura, gli permisero di spaziare in un repertorio vasto e diversificato. Protagonista in molte stagioni alla Scala di Milano, si esibì in Italia e all’estero e, in particolare, nel 1891-92, al Metropolitan di New York. Rimasero memorabili le sue interpretazioni di Jago nell’OTELLO di Giuseppe Verdi e del barone Scarpia nella pucciniana TOSCA. Ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 15/09/14 alle 18:47 via WEB
PASQUALE MASSACRA- pittore e patriota (Pavia, 1819- 1849)- Giovanissimo, lavorò prima nella bottega di un intagliatore d’ornato, per passare successivamente alle dipendenze del verniciatore d’insegne Paolo Santi. Acquisì i primi rudimenti dell’arte pittorica presso la Civica Scuola di Disegno e Incisione di Pavia, che frequentò dal 1838 al 1841 e nella quale fu allievo di Cesare Ferrari. Da allora si susseguirono numerose le commissioni di dipinti, per lo più di soggetto storico e religioso, da parte dell’aristocrazia culturale pavese. Ottenne un primo riconoscimento da parte della critica, che lo giudicò giovane di grande talento , con il quadro “La morte di Ricciardino Langosco”commissionatogli da un professionista pavese ed esposto a Brera in Milano nel 1846. Legato agli ambienti artistici cittadini(in particolare frequentava le case Cairoli di Pavia e di Gropello, per le quali realizzò opere ad affresco e una pala d’altare), Massacra andava intensificando la sua partecipazione attiva ai fatti risorgimentali che si svolgevano sulle rive del Ticino, tanto da tralasciare per quell’impegno la pittura. Ritenutoun cospiratore, fu ucciso a tradimento in un agguato tesogli da soldati austriaci il 16 marzo 1849. Secondo un testimone oculare, il pittore ferito a morte nell’osteria della “Crosassa” da un gruppo di soldati , tentò di fuggire e si nascose nell’ingresso di casa Cittadini, ma qui si accasciò a terra , in fin di vita. Spirò tra le braccia della madre e delle sorelle, accorse sul luogo, in presenza di una pattuglia di fanti austriaci. L’evento, così coe ricordato, fu riprodotto in un quadro di Carlo Sara, databile intorno alla fine del secolo XIX. Ciao Teresa Ramaioli
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