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LA FERROVIA NAPOLI - PORTICI di Teresa Ramaioli

Post n°15712 pubblicato il 03 Ottobre 2014 da dinobarili
 

LA FERROVIA NAPOLI - PORTICI 

di

Teresa Ramaioli

 
iltuonoilgrillo il 02/10/14 alle 19:18 via WEB
FERROVIA NAPOLI - PORTICI La Napoli-Portici fu la prima linea ferroviaria costruita in Italia. Il giorno della sua inaugurazione, il 3 ottobre 1839, era costituita da un unico binario che si snodava per 7,250 chilometri. La costruzione venne voluta da Ferdinando II di Borbone per dimostrare l'importanza del Regno delle Due Sicilie e per apparire, allo stesso tempo, un sovrano aperto al progresso. Nel 1836 venne firmata una Convenzione con cui si concedeva all'ingegner Armando Giuseppe Bayard de la Vingtrie, la concessione per la costruzione in quattro anni di una linea ferroviaria da Napoli a Nocera Inferiore con la priorità per il tratto fino a Granatello di Portici. Al momento fatidico, alle ore 10 del 3 ottobre del 1839, alla presenza del re Ferdinando e delle più alte cariche dello Stato, la partenza del primo treno composto da una locomotiva di costruzione Longridge e da otto vagoni. Il percorso venne compiuto in nove minuti e mezzo tra ali di gente stupita e festante. La locomotiva che trainava il treno era stata battezzata "Vesuvio". Nei successivi quaranta giorni ben 85759 passeggeri usufruirono della ferrovia. Il pittore di corte Salvatore Fergola immortalò gli avvenimenti nei suoi dipinti. Il 1 agosto 1842 veniva inaugurato il tronco successivo fino a Castellammare e due anni dopo, nel 1844, la diramazione per Pompei, Angri, Pagani e Nocera Inferiore. Illustri ospiti provarono la nuova invenzione tra cui il Papa Pio IX che l'8 settembre 1849 salì per la prima volta a Napoli su di un treno insieme al Re di Napoli Ferdinando. Il convoglio reale fu condotto personalmente dall'ing. Bayard. Pio IX scese entusiasta dal treno esprimendo ai presenti la volontà di realizzarne anche nello Stato Pontificio. Ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 02/10/14 alle 19:21 via WEB
Le prime locomotive Il progetto della Napoli – Portici si poteva ben definire internazionale: la progettazione della linea era francese, le locomotive, giunsero dall'Inghilterra ed erano costruite sul modello delle prime progettate da George e Robert Stephenson, il resto dei materiali rotabili era invece stato costruito in Italia (il ferro delle rotaie proveniva dalla Vallata dello Stilaro). La locomotiva “Vesuvio” era di fabbricazione inglese, costruita dalla Longridge e Co. di Newcastle pesava 13 tonnellate e sviluppava una potenza di 65 CV alla velocità di 50 Km/ora. La caldaia era fasciata da liste di legno pregiato tenute insieme da quattro cerchiature in ottone. Il tender a due assi trasportava sia l'acqua che il carbone.Ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 03/10/14 alle 13:43 via WEB
L'Hula Hoops. L’hula hoop è un giocattolo popolare che ha la forma di un anello. E’ pensato per essere fatto girare intorno al corpo, al collo, alla vita e agli arti. Le misure degli hula hoops per gli adulti tendono a essere di 40 centimetri di diametro, mentre quelli per bambini sono circa di 28 centimetri. Gli hula hoops moderni sono fatti di tubi in plastica, anche se storicamente erano fatti di erbe dure, vite, giunco e salice. Nasce nel 1957 quando una società con sede in Australia cominciò a produrre anelli in legno. Questi giocattoli attirarono l’attenzione di Wham-O, che era una nuova società di giocattoli con sede in California. Nel 1958, Arthur Melin e Richard K. P. Knerr, entrambi dipendenti di Wham-O, crearono un cerchio di plastica simile, in colori diversi. Benché il nome dell’Hula Hoop diventò un simbolo nel 1950, le persone facevano già roteare i cerchi di grandi dimensioni attorno alla vita più di 3.000 anni fa. I cerchi fatti di erbe rigide e vite, erano giocattoli per bambini. Questi erano spesso spinti sulla terra con un bastone o fatti roteare intorno al corpo. Il nome “Hula Hoop” è nato nel 1800 dopo che gli esploratori britannici navigando per le isole Hawaii notarono il movimento di una delle attività più note e tradizionali hawaiane, la danza hula. Buona giornata Teresa
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 03/10/14 alle 19:12 via WEB
Michele Mainoli era nato a Sannazzaro de’ Burgondi, in provincia di Pavia, il 20 gennaio 1927. Ancor giovanissimo avvertì una decisa attrazione verso il disegno, il che lo spinse a frequentare regolarmente il Liceo Artistico e l’Accademia di Brera a Milano. Suoi maestri furono: Salvatori per la pittura e Disertori per l’incisione. Gli furono però eccellenti maestri anche quelli antichi (che egli studiò appassionatamente in biblioteca, in pinacoteca e in diversi musei), senza trascurare quelli moderni, specialmente stranieri, di cui potè vedere direttamente le opere in tante mostre e musei importanti. A Milano, e particolarmente nell’ambiente di Brera, assorbì i fermenti di nuovi ideali, in un clima esaltante di libertà che stimolarono e favorirono la sua preparazione artistica. Il suo esordio pubblico avvenne con la partecipazione alla Mostra del Natale dell’Arte, tenutasi nella Villa Belgioioso a Milano, nel 1948. Per un anno, nel 1950, lavorò all’ufficio pubblicità della casa farmaceutica “Carlo Erba” di Milano. Il richiamo verso la pittura fu però così forte da indurlo ad abbandonare ogni altra forma di impiego per dedicarsi esclusivamente all’attività artistica. Nel 1953 e per la durata di un anno venne incaricato per l’insegnamento nella Civica Scuola di Pittura di Pavia. Negli anni fra il 1955 il 1959 trascorse lunghi soggiorni in Svizzera, a Zurigo e a Basilea. Ebbe altresì modo di compiere brevi viaggi in Spagna, sostando a Valencia, Barcellona. Nell’anno 1956 fu corrispondente per la RAI-TV italiana, per la rubrica “Questo nostro tempo " . Ciao Teresa
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