CHIESA DI SAN ZENO A PAVIA
di
Teresa Ramaioli
| | San Zeno Pavia----Secondo una tradizione verosimile, il Petrarca ebbe casa nella parrocchia di S. Zeno, vicino alla piazza che da lui prese il nome. Lì, nella dimora del poeta, dalla seconda metà del 1367 abitarono sua figlia Francesca e il genero Francescolo da Brossano, nominato allora appunto sovrintendente all'entrata e all'uscita da Pavia dei forestieri, del bestiame, delle merci e delle lettere. Con loro vivevano la piccola Eletta, che rinnovava il nome della madre del poeta, Eletta Canigiani, e Francesco, che a tale data contava meno di due anni d'età. Questi, che ripeteva il nome, oltre che del padre, del nonno, vive ancora in un documento poetico del Petrarca, l'unico che Pavia ha l'onore di conservare. Il bambino morì nella nostra città, di due anni e quattro mesi, il 19 maggio 1368. Il nonno, sopraggiunto il 30 maggio, dettò per il nipotino un'epigrafe latina che fu apposta alla sepoltura nella chiesetta romanica di S. Zeno. La lapide era collocata sul lato sinistro della porta, il sigillo tombale sul pavimento sotto l'epigrafe. Quando la chiesa fu chiusa e poi demolita dal marchese Malaspina per allargare l'area del suo palazzo, le due memorie petrarchesche furono salvate dalla distruzione. Dopo vari trasferimenti si trovano ora nei Musei Civici del Castello e costituiscono, oltretutto, un raffinatissimo esempio di lapidaria gotica, per la bellezza dei caratteri. Le lettere dei distici dettati dal poeta, poi, brillano tuttora dello splendore dell'oro che le riveste. Ciao a tutti gli amici del blog Teresa | (Rispondi) |
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| | | San Zeno Pavia---Questa chiesa,, riprendeva lo schema comune alle chiese romaniche: tre navate, tiburio, cupola, transetto ed abside semicircolare. Rimaneggiata nel secolo XVII, la chiesa fu soppressa e profanata nel 1789. L’edificio fu acquistato nel 1794 dal marchese Luigi Malaspina che lo demolì in gran parte per fare spazio al suo palazzo. Attualmente ne rimane parte dell’abside e la pilastrata che divideva la navata centrale da quella di destra. Nel Museo Civico si conserva un capitello rappresentante Daniele tra i leoni, proveniente da S. Zeno. Ciao Teresa |
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Torre d’isola-(Pavia)---La prima notizia di Torre d’Isola, che ce ne racconta la nascita e spiega il nome «fluviale», risale al Mille; quando la Lombardia era sotto il dominio di Re Ottone e della Regina Adelaide, che risiedevano in Pavia. La leggenda. dice che ogni notte, partendo dal ponte, solcava le acque del Ticino una barchetta guidata da un lume e, dopo alcuni chilometri, approdava a una piccola isola poco lontana dalla sponda.scendeva una donna che si raccoglieva nel bosco, rimanendovi fin verso il mattino quando tutto spariva, il lume e la barca. L’apparizione notata da alcuni pescatori, sollevò rumore nei dintorni: chi pensava ad un fantasma, chi un’anima del purgatorio che tornava a espiare qualche peccato. Ne fu avvertita l’autorità del Sacro Palazzo che la fece circondare di guardie; e, per alcune notti, non si vide più nulla, né la barca né il lume né l’essere misterioso che li muoveva. Ma un giorno, mentre la regina Adelaide si recava a pregare alla chiesa di S. Salvatore fuori porta Marica (oggi si direbbe porta Cavour) le corse incontro una donna vestita a lutto, e baciondole la mano le disse: «Pietosa Regina, lascia che io ritorni all’isola ora cinta dai tuoi soldati, dove ho raccolto le ossa del mio figliuolo morto combattendo contro i Saraceni. Le ebbi da suoi amici pietosi, e le riposi in quell’isola deserta. Lascia dunque, che io torni ogni notte a pregare vicino a quelle sante ossa.» La regina si commosse a quella preghiera; e non solo le concesse di andare all’isola quando voleva; ma glie la diede in dono ( in feudo.) La buona donna vi fece erigere una tomba e una torre per difenderla, dentro la quale fece sua dimora. Da allora, il luogo fu chiamato la Torre dell’isola, e mantenne quel nome anche quando, ritirandosi le acque, l’isola fu congiunta alla riva. Una capanna dopo l’altra, vi crebbe un piccolo paese, abitato da pescatori, che prestavano aiuto al vicino porto di Santa Sofia, già esistente fin dai tempi di Carlo Magno che, impadronitosi di Pavia, proprio lì aveva fatto una sua casa di campagna. Torre d’Isola nacque,, da un atto di pietà regale. Attorno al capoluogo sorsero altre piccole comunità: Boschetto, Campagna, Cà de’ Vecchi, Casottole, San Varese, Settefilagni, che fecero il Comune. Ciao a tutti gli amici del blog Teresa |
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