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ANDRIX110367...E "LE BOTTE DI VITA"

Post n°15945 pubblicato il 18 Ottobre 2014 da dinobarili
 

ANDRIX110367...

E

"LE BOTTE DI VITA"

andrix110367
andrix110367 il 17/10/14 alle 23:43 via WEB
Sai come dice il Pucci il comico di Zelig.. E' cambiato tutto...In questa precoce globalizzazione multietnica i nostri attempati sono diventati vere e propie risorse, trampolini per una garanzia di futuro...Da un verso l'infatuato rivive una botta di vita dall'altro il piu' delle volte la sirena si garantisce un futuro sicuro, poi a breve tutto si riduce a convenzione e chi aveva matrimoni alle spalle ricchi di vita vissuta a due poi rimane a far merenda coi fichi, sedotto e fregato...La morale e' soggettiva ma una cosa e' certa e' cambiato tutto...Ciao Dino...
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dinobarili
dinobarili il 18/10/14 alle 09:16 via WEB
Ciao - complimenti per il bel commento molto significativo e completo. Oggi, tutto è cambiato... anche le "botte di vita". Dino
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 18/10/14 alle 13:09 via WEB
Una leggenda narra che Gian Galeazzo Visconti, mentre stava cacciando, non riuscì più a rimettere in piedi il suo cavallo che era caduto in un pantano e venne per quel motivo deriso da alcune nobildonne: prese quindi la decisione di edificare una Certosa, di modo che nessuna donna potesse mai più posar piede in quei luoghi (in accordo ad una regola dei certosini che vieta alle donne di entrare nei loro edifici di culto). Verosimilmente Gian Galeazzo, più che dal sentimento cristiano, fu mosso dall'ambizione di consolidare la propria egemonia nell'Italia Settentrionale e di acquistarsi la fama di protettore dell'arte e della religione: infatti vedeva il progetto del monastero con basilica come imponente sepolcro destinato ad accogliere le tombe della famiglia Visconti, ideale completamento al Castello di Pavia, sua residenza favorita, e all'immenso Parco. Ciao a tutti gli amici del blog Teresa
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 18/10/14 alle 13:11 via WEB
Storia- leggenda-Esistono documenti che proverebbero che da qualche parte, all’interno del castello di Pavia vi sia un uomo murato. Si tratterebbe del cremonese Pasquino Capelli, segretario di Gian Galeazzo Visconti. Pasquino Capelli teneva nelle sue mani le fila dei rapporti diplomatici. Quando i rappresentanti di principi e di governi giungevano a Pavia, era attraverso il Capelli che essi cercavano di ottenere un incontro con il Visconti, a lui illustravano i loro problemi, da lui cercavano di ottenere informazioni attendibili. Il Capelli era stato elevato al rango di consigliere, ed è probabile che egli fungesse da abituale intermediario tra Gian Galeazzo e il Consiglio segreto, nel senso che a questo egli presentava le questioni da mettere in discussione e quindi riportava al signore le decisioni del Consiglio. Quale cancelliere, segretario e consigliere, il Capelli aveva una posizione di alta responsabilità e potere. Non si è in grado di assegnargli un preciso contributo alle decisioni politiche e diplomatiche di quel periodo, dato che i dispacci degli inviati stranieri lo descrivono di solito soltanto come portavoce del Visconti e mancano testimonianze di discussioni tra il Capelli e il suo signore che avrebbero permesso di comprendere se il parere del Capelli avesse valore per Gian Galeazzo, e in quale misura. Sembra comunque chiaro che il Visconti aveva pieno rispetto della capacità del Capelli e gli accordava tutta la propria fiducia. . Pasquino Capelli fu accusato di tradimento nel 1398, dopo la sconfitta subita dai Visconti sotto il Serraglio di Mantova,(era un’opera di fortificazione edificata nel XIII secolo per proteggere il territorio mantovano dalle incursioni nemiche) avvenuta a seguito di una falsa lettera del Duca. Pasquino Capelli fu avvolto nudo in una pelle di bue ancora calda e murato fino alla testa nel Castello di Pavia , chiamata la Lunga Dimora.. Gian Galeazzo lo fece nutrire per venti giorni, sino a che la pelle, seccandosi, non lo stritolò. Il duca , ogni giorno, andava a interrogarlo, chiedendogli di confessare. Quando morì la sua testa fu spinta nella nicchia aperta nel muro e chiuso con mattoni. Quando il Visconti stabilì col signore di Mantova una tregua di dieci anni, seppe che i mantovani avevano usato lo stratagemma di falsificare il sigillo e la lettera ducale. Si disse che il duca fu scosso dalla morte ingiusta del suo segretario, ma lo lasciò dentro il muro, forse per non far sapere a tutti che si era sbagliato. Dunque il corpo dello sfortunato si troverebbe ancora lì, ma non si conosce il punto esatto per …tirar fuori i resti di Pasquino Capelli.Ciao Teresa
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