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punto di vista BLOG E LA COMUNICAZIONE

Post n°16148 pubblicato il 28 Ottobre 2014 da dinobarili
 

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E LA COMUNICAZIONE

Il Blog è soprattutto comunicazione. Un modo per trasmettere messaggi. Se i messaggi sono piacevoli, positivi, raccontano la speranza, guardano al futuro… il risultato è assicurato. Il Blog può continuare. Se il messaggio è la ripetizione dei guai quotidiani che ogni persona deve “digerire” già per suo conto… il Blog decreta la sua fine. Buona giornata. Dino

 

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 28/10/14 alle 17:28 via WEB
CHIESA DI SAN CRISTOFORO---MILANO---Nella zona attraversata dal Naviglio Grande sorge la chiesa di San Cristoforo, un suggestivo complesso costituito da due chiesette affiancate. Sorge sul percorso che conduceva a Milano dalla Lomellina, in un punto di passaggio obbligato nella rete dei vari corsi d’acqua. Forse un tempo era occupato da un tempio pagano. In origine era una semplice cappella. Pare che in questa chiesetta, nel 1176, sia stato dato ai milanesi il primo annuncio della sconfitta dell’imperatore Federico Barbarossa a Legnano da parte della Lega Lombarda. La chiesa venne ricostruita nel 1192 e fu rimaneggiata nel Trecento. Frate Pietro Franzoni di Tavernasco, affiancò un ospedale per i pellegrini (1364), rimaneggiando l’edificio di culto. La chiesa di destra, detta Cappella Ducale, è del XV secolo. Si narra che Gian Galeazzo Visconti la fece costruire per un voto dell’intera cittadinanza, in occasione della fine di una pestilenza, cessata su intercessione di S. Cristoforo e che causò nel 1333 migliaia di vittime. La Cappella Ducale venne intitolata a San Cristoforo, a San Giovanni Battista, S. Giacomo, e alla Beata Cristina, protettori dei Visconti, per commemorare la vittoria riportata sugli Armagnacchi presso Alessandria il 25 luglio (festa di san Cristoforo) del 1391. La chiesa era considerata, per il suo campanile quattrocentesco, il faro che indicava a chi arrivava dal Ticino la vicinanza a Milano. S. Cristoforo nel Medioevo era considerato il protettore dei viandanti, dei pellegrini e dei barcaioli. Sulla facciata venne inserito lo stemma di famiglia con il biscione, accanto a quello del Comune di Milano con la croce rossa in campo bianco. La tradizione popolare vuole qui la sepoltura segreta di Matteo I (1250-1322), secondo signore di Milano, morto scomunicato a Crescenzago. La sepoltura, mai storicamente documentata, non ha trovato nessun riscontro nei lavori di restauro . Il lazzaretto, annesso alla chiesa dai tempi della peste del 1399, venne soppresso nel 1408. Fu invece creata una scuola, di cui faceva parte la Confraternita dei santi Giacomo, Cristoforo e Cristina, che resse la chiesa fino alle soppressioni decretate da Giuseppe II nel 1784. Nel 1491 a San Cristoforo Ludovico il Moro volle venire ad incontrare la giovane sposa Beatrice d’Este, che gli veniva portata da Ferrara. Ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 28/10/14 alle 17:31 via WEB
L’IDROSCALO PAVESE— L’idroscalo fu voluto dalla Società Aerei di Trieste e progettata da Giuseppe Pagano Pogatschnig. Il progetto strategico era di collegare Torino con Trieste, prevedendo una tappa intermedia per le operazioni di assistenza al volo: la tappa intermedia scelta fu Pavia. Trieste disponeva di una base logistica galleggiante per voli di idroscivolanti e in breve tempo fu sostituita da una struttura fissa. Torino, sfruttando il percorso fluviale del Po, nell'area del Valentino, realizzò un idroscalo fluviale fra il ponte Umberto e il Ponte Isabella. I lavori per la costruzione dell'idroscalo pavese iniziarono nell'Aprile 1925 e, solo 1 anno dopo, fu inaugurato, il primo aprile 1926, da Mussolini. L'imponente costruzione, appoggiata su pilastri alti 7 metri, rappresentò uno dei primi esempi di architettura razionalista a Pavia. La moderna struttura pavese era lo scalo intermedio della prima linea aerea regolare italiana per il trasporto passeggeri e aveva un numero civico, il n. 51 del Lungo Ticino Sforza. L’itinerario prevedeva la partenza da Torino, tappa a Pavia, partenza per Venezia, breve tappa nella città lagunare e quindi arrivo a Trieste. Il giorno successivo il viaggio inverso. Il percorso completo era di quasi 600 chilometri e il costo per passeggero di poco superiore alle 350 Lire. La sosta a Pavia era necessaria per poter effettuare le operazioni di rifornimento carburante e le verifiche tecniche all'idroscivolante, durante tale sosta ai passeggeri era offerta la possibilità di potersi ristorare nella struttura dell'idroscalo grazie alla presenza di un ottimo ristorante. Poiché la carlinga dei velivoli non veniva ancora pressurizzata e vi erano abbondanti spifferi, ai viaggiatori, inclusa nel biglietto, veniva offerta una coperta e una borsa dell'acqua calda per difendersi dal freddo e dei batuffoli di ovatta per attutire il rumore del motore posizionato sulle loro teste. La Tappa pavese sulla linea Torino - Trieste rappresentò una importante risorsa per le necessità di comunicazione di buona parte della Lombardia al punto che Milano si collegò con l’Idroscalo di Pavia tramite autocorriere che arrivavano e partivano in coincidenza con i voli. Naturalmente il servizio aereo, oltre al trasporto passeggeri garantiva il rapido trasferimento della posta e delle merci di piccole dimensioni. All' inizio degli anni 50, con la nascita di aeroporti terrestri, l'attività pubblica degli idroscali fu sospesa. Saluti da Pavia Teresa
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anna1564
anna1564 il 29/10/14 alle 12:23 via WEB
HO LETTO I COMMENTI INTERESSANTE GRAZIE
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dinobarili
dinobarili il 29/10/14 alle 18:28 via WEB
Ciao - è sempre importante conoscere i giudizi. Buona serata. Dino
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maddamark
maddamark il 30/10/14 alle 17:42 via WEB
..non ho avuto tempo.....ora vado a trovare il mio amico "blog"...ciao
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dinobarili
dinobarili il 30/10/14 alle 19:47 via WEB
Ciao Maddalena - bel commento... Buona serata. Dino
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