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LA CHIESA SULL'AUTOSTRADA di Teresa Ramaioli

Post n°17100 pubblicato il 26 Dicembre 2014 da dinobarili
 

LA CHIESA SULL'AUTOSTRADA 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 25/12/14 alle 18:14 via WEB
CHIESA DELL'AUTOSTRADA---L’idea di costruire una Chiesa tra i campi, ma visibile ed accessibile dall’autostrada, venne all’Ing. Fedele Cova, fondatore della Società Autostrade e la localizzazione praticamente a metà strada tra Milano e Napoli, dunque a Firenze; e nel 1964, ad Aprile e ad Ottobre vennero inaugurate rispettivamente la Chiesa e l’Autostrada. La Chiesa è dedicata a S. Giovanni Battista, è stata costruita tra il 1960 e il 1963 su un progetto dell'architetto pistoiese Giovanni Michelucci. I materiali utilizzati sono pietra e cemento per le pareti ed il rame ossidato per il tetto. Marmo, vetro e bronzo sono stati usati per gli elementi interni. Questa chiesa è chiamata anche la Chiesa della Autostrada del Sole per la sua posizione tra l'Autostrada del Sole A1 e la A11 (autostrada Firenze-Mare). La Chiesa presenta elementi tradizionali e moderni: i primi sono la pianta a croce ed il rivestimento in pietra, i secondi sono il tetto concepito come una tenda e il rame usato per coprirlo.La forma è a tenda per evocare il passaggio dei pellegrini, e l’Autostrada diventava il simbolo dell’abbattimento delle barriere Nord-Sud. Sul sagrato si trova una lapide, in un unico blocco di marmo, con un’iscrizione commemorativa dei Caduti sul lavoro durante la realizzazione dell’opera.La chiesa è ideata come la tappa di un cammino umano che, suggerito dalla "strada", possa continuare anche all'interno della chiesa. "Mi sono reso conto che una tale costruzione- dice l'architetto Michelucci, quando accetta dalla Società Autostrade l'incarico - avrebbe potuto costruire , per se stessa, un luogo d'incontro tra uomini di ogni paese quando, provenienti da ogni parte del continente, percorse le nuove autostrade, sostano per una tappa quasi sempre inevitabile e necessaria a Firenze". Un luogo in cui ognuno possa fare una sosta per guardare dentro di sè , restare in solitudine, oppure unirsi nella preghiera con gli altri fedeli. Ciao Teresa

 

 

 

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 26/12/14 alle 18:00 via WEB
27 DICEMBRE 1908: NASCE IL CORRIERE DEI PICCOLI---Il 27 dicembre 1908 uscì per la prima volta il Corriere dei Piccoli, supplemento del Corriere della Sera e prima rivista settimanale di fumetti dell’editoria italiana. Il pubblico cui il giornale si rivolgeva era quello dei figli della nascente borghesia, fedele lettrice del Corriere, ma non soltanto, infatti divenne subito una lettura di riferimento per diverse generazioni di bambini e ragazzi italiani. Quando nacque le storie per bambini erano d’impronta nazionale, si richiamavano alla pedagogia del Risorgimento. Caratteristica del Corriere dei Piccoli fu la versione italiana di numerosi fumetti americani, che raccontavano storie spontanee e divertenti. Le tavole delle storie non avevano le nuvolette ma erano sottotitolate da filastrocche in rima baciata. Lettura ritenuta sicura e affidabile dai genitori, il giornale continuò con gli stessi contenuti e la stessa grafica fino al 1961, quando si puntò di più sulla pubblicazione di fumetti adatti ad un pubblico di ragazzi, tanto da introdurre un inserto, il Corriere dei Piccolissimi dedicato ai fratellini minori. Tra le rubriche meritano una citazione: La palestra dei lettori, Corrierino-club e Corrierino Sport. Il settimanale è uscito in edicola quasi senza interruzioni fino al 15 agosto 1995.--- Ciao Teresa Ramaioli
(Rispondi)
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 26/12/14 alle 18:05 via WEB
ANTICHI MESTIERI---Sono numerose le professioni ambulanti scomparse, alcune delle quali molto curiose e che sono ancora nel ricordo di tanti anziani. Alcune me le ricordo per averle viste direttamente, altre le conosco per averne sentito parlare in casa e che mi hanno sempre incuriosito anche per i riferimenti dialettali con i quali erano citati. Ricordo che quando da piccola ritornavo a casa, magari con le mani sporche, mia madre mi diceva: Sembri un magnan!. Il "magnan" era l'ambulante che riparava pentole e che era sempre sporco di nero. Oppure quando parlavo a voce alta mi diceva: Strilli più di uno "strascee!". Lo "strascee" era lo stracciaio, girava nelle strade urlando per richiamare l'attenzione delle donne che erano in casa. Ritirava di tutto, stracci, ma anche rottami di ferro, ed in cambio dava aghi, ditali, candeggina, sapone, mollette per stendere la biancheria,spazzole per lavare, pettini. La particolarità di molti antichi mestieri era infatti di “urlare”,le loro proposte, nelle vie in prossimità delle abitazioni per attirare le massaie e gli anziani a casa. Sono molti i mestieri scomparsi, tra questi ricordiamo: El moletta, l’antico arrotino che girava per la città e i paesi, con il suo carretto di legno con una mola a pedale per limare coltelli, forbici. Prima delle sue urla, era il profumo che usciva dalla sua cesta che lo rendeva il più atteso :era El garzòn del Prestinèe (il garzone del panettiere) che consegnava il pane caldo. Quando le acque dei fossi erano pulite ecco El Ranatt (venditore di rane), le donne preparavano un piatto prelibato:il risotto con le rane. Ricordiamo anche El spazzacamin (lo spazzacamino), il ragazzino minuto che entrava negli angusti camini ed aveva sempre il viso nero dalla fuligine. Ciao Teresa Ramaioli
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