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IL CIOCCOLATO di Teresa Ramaioli

Post n°17140 pubblicato il 28 Dicembre 2014 da dinobarili
 

IL CIOCCOLATO

di Teresa Ramaioli

 
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 27/12/14 alle 16:32 via WEB
CIOCCOLATO---La storia del cioccolato ha origini lontane che si perdono tra i miti e le terre dell’America Latina. Una leggenda narra che il Dio azteco Quetzalcoàtl possedesse un immenso tesoro composto da tutte le ricchezze del mondo, oro e argento, pietre e oggetti preziosi, come una grande abbondanza di alberi di cacao di diversi colori. Ammalatosi gravemente, quando era ancora re, Quetzalcoàtl per trovare sollievo alle sue sofferenze fu spinto a bere una pozione che gli avrebbe ridato la salute. La pozione lo portò alla pazzia, facendolo fuggire verso il mare dove, su una zattera di serpenti intrecciati, si allontanò scomparendo. Prima di partire, Quetzalcoàtl promise che sarebbe ritornato per riprendersi il suo ricco regno. Secoli più tardi, nel 1519, una grande nave carica di uomini con scintillanti armature come scaglie di serpente ed elmetti piumati, fece la sua comparsa vicino alla costa orientale del regno azteco. L’imperatore Montezuma ricordandosi della profezia, accolse pacificamente quella nave pronto a restituire il regno al Dio Quetzalcoàtl. Sul battello però non vi era il Dio azteco, ma un conquistatore spagnolo: Hernàn Cortès. Vennero offerti molti doni quali oro, argento, pietre preziose, schiave e cesti pieni di semi di cacao.Inizia da qui la storia del cacao in Europa, i conquistatori, diedero inizio all’espansione della conoscenza del cacao in tutti i continenti. Narra la leggenda che, in un tempo ormai lontano, viveva una bellissima principessa, che fu messa a guardia di un antico e vasto tesoro dallo sposo, partito per una guerra in un paese lontano. Assediata e in seguito catturata da popolazioni nemiche, impazienti di strapparle il tesoro che ella custodiva con tanto amore, fu uccisa quando rifiutò di rivelarne il luogo del nascondiglio. Si racconta che è dal suo sangue che nasce la pianta del cacao, con semi amari come la sofferenza, rossi come il sangue ma eccitanti e forti come la virtù. Ciao Teresa Ramaioli

 

 

 

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 28/12/14 alle 09:21 via WEB
INVITO ALLE NOZZE DI LORENZO IL MAGNIFICO-----A soli venti anni Lorenzo Dé Medici illuminò con la sua stella Firenze, dove governò con grande fermezza e larghezza di vedute guadagnandosi l'epiteto di Magnifico . Nello stesso anno furono celebrate le sue nozze con Clarice Orsini, giovane dell'aristocrazia romana. L'avvenimento fu celebrato con molti, fastosi festeggiamenti. Per l'occasione molti furono i regali offerti dal contado fiorentino e dalle città toscane. Questi avvenimenti sono narrati con ricchezza di particolari da Piero di Marco Parenti, uno degli invitati che li descrisse allo zio materno Filippo Strozzi, esule a Napoli. “Arrivarono al Palazzo di Via Larga centocinquanta vitelle, quattromila fra galline e papere, pesci, cacciagione e moltissime botti di vini "nostrali e forestieri" che Lorenzo generosamente distribuì al popolo anche prima di imbandire i veri e propri banchetti che si svolsero dalla domenica al martedì. Questi festeggiamenti fastosi sono richiesti dall'importanza della stirpe Orsini cui appartiene la sposa Clarice che fa il suo ingresso al palazzo a cavallo, accompagnata da un corteo di cavalieri. Le finestre della camera di Lorenzo sono ornate di rami d'olivo, simbolo di pace. Vengono allestiti cinque banchetti nel portico, nella loggia e nel cortile del palazzo; le tavole delle dame e quelle dei cavalieri - come vuole la regola del tempo - sono rigorosamente separate. Il tavolo della sposa si trova nella loggia e ad esso sono sedute cinquanta giovani nobildonne, mentre quelle anziane siedono all'interno del palazzo presiedute dalla madre dello sposo, Lucrezia Tornabuoni; nell'androne sono i giovani con Lorenzo e Giuliano e in altro tavolo gli anziani della città. Ma altre mense imbandite di vivande sono sistemate sia all'interno del palazzo sia sulla strada onde tutta la città - anche quella dei popolani - possa godere di questi festeggiamenti. Tutte le portate sono precedute da squilli di tromba; i portatori si fermano ai piedi dello scalone e solo a un cenno stabilito dello scalco si dirigono parte al piano superiore e parte nelle logge in modo che le vivande a un tratto si posavano in ogni luogo. Anche l'apparecchiatura della tavola è accuratissima. Circondavano il David, la famosa statua bronzea di Donatello, alte tavole ricoperte da tovaglie; agli angoli enormi bacili d'ottone con i bicchieri; così anche è apparecchiato nell'orto attorno alla fontana. Sulle tavole una grande tazza d'argento colma d'acqua per rinfrescare bicchieri e bibite. Poi le saliere d'argento, forchette e coltellerie, mandorle confettiere . Ogni tavolo era inoltre rallegrato da danze, musiche e piccoli spettacoli. L'abbondanza e la generosità dei festeggiamenti per le nozze di Lorenzo de' Medici e Clarice Orsini sancirono in qualche modo la politica di relazione fra la città e la Signoria che la governava basata sulla magnificenza. Ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 28/12/14 alle 09:23 via WEB
BORSETTA--La borsa è l'accessorio per eccellenza di ogni donna,nessuna di noi potrebbe farne a meno: oggetto indispensabile per contenere portafoglio, cellulare, chiavi, trucchi, fazzoletti, agendina, sciarpa, ballerine o scarpe di salvezza senza tacco , è diventata negli anni un simbolo della moda. Stagione, collezioni, mode, colori e occasioni…c’è sempre un motivo per comprarne una nuova. ,Le prime borse sono state inventate ed usate da uomini: gli uomini primitivi idearono il sistema di accartocciare le pelli di animali per trasportare armi ed utensili e in seguito, con la nascita e la circolazione della moneta le borse da uomo si diffusero sempre di più. E' in epoca medievale che nascono i modelli di borsa che ritroviamo tutt’oggi: c’erano borse da portare alla cintura la “crumena” o borsa a tracolla e la “manticula” da portare a mano( la nostra pochette). A partire dal rinascimento le borse iniziano ad essere considerate degli accessori legati alla moda e i materiali utilizzati per realizzarle e decorarle sono sempre più prestigiosi: cuoio, velluto, broccati, rasi, fiocchi, nastri, oro e pietre preziose. Fra ottocento e novecento, la donna inizia a essere sempre più indipendente ed è allora che la borsa diventa un simbolo di emancipazione femminile e, con la crescita delle attività femminili, un accessorio indispensabile.Esiste addirittura un museo che è stato completamente dedicato alle borse, il Museo delle Borse di Amsterdam. Un viaggio attraverso la storia delle borse da donna a partire dal tardo medioevo fino ai nostri giorni. Ciao Teresa
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