dino secondo barili
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
204
Il Dott. Ermenegildo … V
Una città come Pavia, nella quale ci sono palazzi che affondano le fondamenta nell’anno mille e anche prima, le storie e le leggende si intersecano, si fondono e si confondono. Inutile, quindi, porsi domande al riguardo perché non troverebbero razionale risposta. Parecchi anni prima della Prima Guerra Mondiale (1918) si raccontava a Pavia la seguente storia. Più che raccontata… “questa storia” veniva “sussurrata”… narrata a mezza voce come fosse una cosa “vietata”… da credere o non credere. In un Palazzo di una via del centro di Pavia abitava l’ultimo discendente di una nobile Casata. Primogenito, unico… (e ultimo) erede di un’antica Famiglia. Era un bell’uomo. Figura elegante, distinta, sguardo fiero… “portatore di un’antica dignità”. A cinquant’anni appena compiuti non si era ancora sposato e c’era un perché. Quand’era nato gli venne imposto il nome di Ermenegildo…Le donne di casa, le serve (le domestiche), l’avevano subito soprannominato “Ermenegildo V”. Nel corso degli anni le serve erano cambiate, ma la “voce” era passata da una bocca all’altra bocca ed era giunta fino alle orecchie di Ermenegildo (ormai diciottenne) il quale, in un primo tempo, prese la cosa per ridere… poi, si trasformò in ossessione. Ai genitori, i figli della nobiltà di allora non potevano chiedere spiegazioni, non avevano diritto di fare domande. Solo una volta, sua madre, per spiegare come mai una serva (subito licenziata) l’aveva chiamato “Ermenegildo V”, rispose in modo vago… “Un giorno lo saprai”. Raggiunta la Laurea, Ermenegildo, non si accontentò della risposta di sua madre. Fece delle ricerche nell’archivio familiare che iniziava dall’anno 1511. La ricerca ha dato risultati interessanti. Ermenegildo era riuscito facilmente a ricostruire l’albero genealogico della Famiglia e notò che a distanza di cento anni esatti uno dall’altro, compariva un “Ermenegildo”… Lui, era veramente il V. Quando una persona cerca nel suo passato, finisce sempre per scoprire, delle “verità” inaspettate. Una di queste verità riguardava il nome della donna di cui gli “Ermenegildo”, dei secoli precedenti, si erano innamorati. La donna aveva sempre lo stesso nome: Paola. Conservare archivi era una delle attività preferite dalle “Famiglie” nobili di un tempo. Tuttavia, ogni tanto, qualche “personaggio famigliare” manipolava i documenti. Infatti, Ermenegildo (V) non era riuscito a spiegarsi come mai (a differenza di tutti gli altri antenati) non c’erano “scritti” riguardanti la fine che avevano fatto gli antenati, portatori del suo stesso nome. Il Dott. Ermenegildo pensò di fare ricerche presso altri archivi. In un archivio trovò un fascicolo con una copertina verde, consunto, sgualcito. Parlava del suo antenato Ermenegildo IV. Il fascicolo mancava delle pagine a partire dell’incontro di Ermenegildo IV (che quel giorno compiva cinquant’anni) con Donna Paola. Lo stesso giorno della scoperta del fascicolo, il Dott. Ermenegildo V si trovò a passare in Strada Nuova a Pavia. Venne avvicinato da una ragazza bellissima dai capelli rossi, elegantemente vestita, che teneva in mano un vecchio fascicolo con una copertina verde. “Dottore, mi chiamo Paola. Vuol sapere cosa contiene questo fascicolo?” Ermenegildo V rimase di stucco, affascinato dalla ragazza e dal fascicolo identico a quello che aveva appena scoperto. In quell’istante si scatenò su Pavia un temporale mai visto. Ermenegildo e la ragazza da capelli rossi si rifugiarono sotto un portone. Dopo un po’, mentre il temporale infuriava, Ermenegildo e la ragazza dai capelli rossi, uscirono dal portone. Si incamminarono sotto la pioggia battente, al centro di Strada Nuova verso il Ponte Coperto. Ogni tanto si fermavano. Ridevano come pazzi, accennando a qualche passo di danza. Giunti al fiume Ticino (secondo le testimonianze di alcune persone presenti), Ermenegildo prese la ragazza tra le braccia ed entrò nella corrente impetuosa. Pioveva. pioveva a dirotto. I due scomparvero tra i flutti… ma il loro ricordo è ancora nella memoria dei pavesi. (204)-
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