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5 FEBBARIO 1887 di Teresa Ramaioli

Post n°17795 pubblicato il 05 Febbraio 2015 da dinobarili
 

5 FEBBARIO 1887 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 04/02/15 alle 17:41 via WEB
5 FEBBRAIO 1887—Giuseppe Verdi scelse, dal 1872 in poi, di soggiornare nella Suite 105 di quello che allora si chiamava “Albergo di Milano”, in modo da poter alternare la vita cittadina a quella più tranquilla della sua tenuta di campagna di Sant’Agata di Villanova d’ Arda .Fu in questa suite che fu a lungo impegnato nella composizione dell’Otello e in seguito dal Falstaff. In occasione della prima di Otello, il 5 febbraio 1887, la carrozza che riportava Verdi dalla Scala all’albergo fu staccata dai cavalli e, come si usava allora per i trionfi teatrali, fu trainata a braccia dalla folla in delirio. Acclamato dal popolo adorante, il Maestro dovette affacciarsi al balcone del suo appartamento con il tenore Tamagno che, senza accompagnamento musicale, intonò alcune romanze dell’opera .Ciao ciao Teresa

 

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Commenti al Post:
Marion20
Marion20 il 05/02/15 alle 15:34 via WEB
Questo post ci fa rivivere emozioni di altri tempi. La carrozza staccata dai cavalli e portata a braccia è il simbolo del grandissimo successo che aveva avuto Giuseppe Verdi, e fa venire i brividi ancora oggi leggere una cosa del genere. Bellissimo post! Ciao Marion
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dinobarili
dinobarili il 06/02/15 alle 09:14 via WEB
Ciao Marion - la storia dei nostri paesi e delle nostre città ricorda momenti toccanti ... peccato che sia quasi dimenticata. Buona giornata. Dino
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 05/02/15 alle 16:59 via WEB
Pensieri e riflessioni di Cesare Angelici---Non badare mai al lato amaro delle cose che ti accadono: cioè non dargli mai troppo peso. Non ne vale la pena; e poi ti toglierebbe le forze che occorrono per camminare, per continuare: e nella vita bisogna continuare, camminare. Riflettici: chi ne parlerà più domani del tuo piccolo infortunio? chi se ne ricorderà più? In quanto a te... Basta aprire, al mattino, gli occhi nella luce fresca, perché tutto il mondo cominci da capo. Quell’apertura che si chiama mattino, alba, aurora... Nomi, parole come medicine, liberazioni. È quello che devo fare oggi, che mi interessa; non quello che non m’è riuscito ieri. (Se poi ci badi bene: quell’amaro che ci senti, è il tuo amor proprio offeso, umiliato; solo quello. Devi, dunque, dire: — ti sta bene, se t’aiuta a liberartene. L’amor proprio: cioè la tentazione che ti segue — ci segue — ogni ora e momento. La parte più pericolosa di noi.) Dopo parecchia “esperienza di Collegio”, sono profondamente persuaso che i giovani — sopra tutto studenti — non li “formano” i “superiori”, o i regolamenti; ma maturano dall’interno. Dall’interno si sviluppano e — se ne hanno le capacità — si perfezionano. Vedi V., e vedi B., e vedi T. e vedi (quasi) tutti. (Non obbligare mai a fare una cosa; se mai, invitare; e lasciare che essi stessi, persuasi, vi si obblighino.) Ciao Teresa
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 05/02/15 alle 17:01 via WEB
Il primo CRUCIVERBA comparve il 21 dicembre 1913 nel supplemento domenicale Fun del New York World. L’aveva inventata l’inglese, Arthur Wynne, che adottò uno schema a losanga, o a diamante. Ancora non c’erano le caselle nere per separare le parole della stessa riga o colonna, ma lo stesso Wynne creò questa convenzione, che decretò il successo del gioco ampliandone enormemente le possibilità e le dimensioni. Il sistema delle caselle nere impose schemi quadrati o rettangolari, che sono oggi praticamente universali. Il gioco si diffuse nel giro di un decennio in tutte le parti del mondo e in molte lingue Il primo cruciverba inglese è del novembre 1924, mese in cui fu pubblicato anche il primo schema francese. In Italia il primo “Indovinello delle parole crociate” comparve l’8 febbraio 1925 sulla Domenica del Corriere e nel 1929 è attestata per la prima volta la parola “Cruciverba”, forse inventata dall’editore e scrittore Valentino Bompiani. Il nostro paese vanta un precedente poco conosciuto: il lecchese Giuseppe Airoldi aveva pubblicato un primo piccolo schema di "Parole incrociate" il 14 settembre 1890 su Il Secolo Illustrato della Domenica, rivista edita da Edoardo Sonzogno. Il gioco consisteva in una griglia di dimensioni 4×4 nel quale ogni riga e colonna aveva una propria definizione. La paternità di Airoldi non viene riconosciuta perché nel gioco mancavano le caselle nere e, soprattutto, perché il suo schema non ebbe seguito. Buona giornata Teresa Ramaioli
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