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SALUTI DA PAVIA

Post n°17806 pubblicato il 06 Febbraio 2015 da dinobarili
 

SALUTI DA PAVIA

BUON VENERDI'

6 FEBBRAIO 2015


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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 06/02/15 alle 13:30 via WEB
San Pietro in Ciel d’Oro- Pavia--Le prime tracce della Basilica risalgono al 604 d.C., ma l’aspetto attuale appartiene agli interventi del XII secolo. Sembra, comunque, che l’occasione per la costruzione della Basilica sia stata la volontà di re Liutprando di celebrare la traslazione delle spoglie di S. Agostino dalla Sardegna a Pavia. Il suggestivo nome è dovuto alla decorazione dorata del soffitto ligneo. La chiesa è nominata anche da Dante Alighieri, che nel x canto .del Paradiso (nella Divina Commedia), riporta questi versi: “Lo scopo ond’ ella fu cacciata, giace/giuso n Ciel d’Auro; ed esa da martirio/e da esilio venne a questa pace”. La struttura rispetta lo stile romanico, con la facciata a capanna e l’interno a tre navate. L’Arca di S. Agostino è collocata dietro l’altare maggiore, circondata da immagini, statue e bassorilievi che raccontano la vita del Santo. Nella cripta si conserva anche un sarcofago, che racchiude le spoglie di Severino Boezio, fatto giustiziare intorno al 525 da re Teodorico. La chiesa custodisce, inoltre, un’importante reliquia di Santa Rita, cui i Pavesi sono particolarmente devoti. Suggestiva è anche la sacrestia, costruita nel ’500 . buona giornata Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 06/02/15 alle 13:31 via WEB
Torre d’isola-(Pavia)---La prima notizia di Torre d’Isola, che ce ne racconta la nascita e spiega il nome «fluviale», risale al Mille; quando la Lombardia era sotto il dominio di Re Ottone e della Regina Adelaide, che risiedevano in Pavia. La leggenda. dice che ogni notte, partendo dal ponte, solcava le acque del Ticino una barchetta guidata da un lume e, dopo alcuni chilometri, approdava a una piccola isola poco lontana dalla sponda.scendeva una donna che si raccoglieva nel bosco, rimanendovi fin verso il mattino quando tutto spariva, il lume e la barca. L’apparizione notata da alcuni pescatori, sollevò rumore nei dintorni: chi pensava ad un fantasma, chi un’anima del purgatorio che tornava a espiare qualche peccato. Ne fu avvertita l’autorità del Sacro Palazzo che la fece circondare di guardie; e, per alcune notti, non si vide più nulla, né la barca né il lume né l’essere misterioso che li muoveva. Ma un giorno, mentre la regina Adelaide si recava a pregare alla chiesa di S. Salvatore fuori porta Marica (oggi si direbbe porta Cavour) le corse incontro una donna vestita a lutto, e baciondole la mano le disse: «Pietosa Regina, lascia che io ritorni all’isola ora cinta dai tuoi soldati, dove ho raccolto le ossa del mio figliuolo morto combattendo contro i Saraceni. Le ebbi da suoi amici pietosi, e le riposi in quell’isola deserta. Lascia dunque, che io torni ogni notte a pregare vicino a quelle sante ossa.» La regina si commosse a quella preghiera; e non solo le concesse di andare all’isola quando voleva; ma glie la diede in dono ( in feudo.) La buona donna vi fece erigere una tomba e una torre per difenderla, dentro la quale fece sua dimora. Da allora, il luogo fu chiamato la Torre dell’isola, e mantenne quel nome anche quando, ritirandosi le acque, l’isola fu congiunta alla riva. Una capanna dopo l’altra, vi crebbe un piccolo paese, abitato da pescatori, che prestavano aiuto al vicino porto di Santa Sofia, già esistente fin dai tempi di Carlo Magno che, impadronitosi di Pavia, proprio lì aveva fatto una sua casa di campagna. Torre d’Isola nacque,, da un atto di pietà regale. Attorno al capoluogo sorsero altre piccole comunità: Boschetto, Campagna, Cà de’ Vecchi, Casottole, San Varese, Settefilagni, che fecero il Comune. Ciao a tutti gli amici del blog Teresa Ramaioli
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