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SALUTI DA PAVIA

Post n°19010 pubblicato il 20 Aprile 2015 da dinobarili
 

SALUTI DA PAVIA 

buon lunedì 20 aprile 2015


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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 20/04/15 alle 12:13 via WEB
PIGMALIONE-----Pigmalione, re di Cipro era un abilissimo scultore ma non aveva né voglia né tempo per pensare all'amore. Afrodite volle vendicarsi per questo disdegno nei confronti dell'amore e decise di far innamorare Pigmalione, punendolo. Fece innamorare Pigmalione di una statua di avorio, che il re stesso aveva scolpito, una statua di una fanciulla bellissima. Il re, passava giorno e notte a contemplare la statua, a declamare il suo amore per lei, ad accarezzarla, baciarla, ma a tutte le sue attenzioni la statua restava muta, fredda e insensibile. Pigmalione pregò tanto Afrodite affinché lo guarisse da quell'irragionevole passione per la statua, ma la dea si divertiva molto a vedere il re spasimare per una statua d'avorio, poi ebbe pietà e con un tocco delle sue divine mani la statua si trasformò in una giovane fanciulla che Pigmalione sposò e da cui ebbe un figlio, Pafo . Pigmalione non sostiene Galatea nel percorso che la porta a diventare se stessa. Crea la sua Galatea. Ma Galatea era una statua. Non aveva idee, progetti, sentimenti e intenzioni. Non aveva un'individualità. Le persone invece ne hanno. Quest'episodio mitologico ci serve per capire quanto l'attenzione di una persona nei nostri confronti, possa farci fiorire e darci quella forza di mettere a frutto le nostre qualità, e quali miracoli possa fare . Per essere un Pigmalione bisogna essere privo da ogni cattiveria, gelosia, invidia, rivalità, perchè il compito del Pigmalione è scoprire ciò che non è visibile a tutti. E non basta farsi carico della persona che si cerca di trasformare, bisogna anche credere in lei, stimarla. E' tanto importante il ruolo del Pigmalione che esiste, in ambito pedagogico e psicologico,una tecnica l'"Effetto Pigmalione". E' una tecnica con la quale si cerca di portare l'altro ad essere quello che noi vediamo in lui. Sono stati effettuati esperimenti in tal senso con risultati straordinari, soprattutto in ambito scolastico, dove, infondendo fiducia e stima a ragazzi/e con scarso rendimento, si ottengono risultati più che soddisfacenti. L'effetto viene usato anche in senso negativo quando, volendo sminuire una persona, le facciamo credere di essere una nullità, fino a quando si sentirà tale. Ciao Teresa
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 20/04/15 alle 12:15 via WEB
ANTICHI MESTIERI---Sono numerose le professioni ambulanti scomparse, alcune delle quali molto curiose e che sono ancora nel ricordo di tanti anziani. Alcune me le ricordo per averle viste direttamente, altre le conosco per averne sentito parlare in casa e che mi hanno sempre incuriosito anche per i riferimenti dialettali con i quali erano citati. Ricordo che quando da piccola ritornavo a casa, magari con le mani sporche, mia madre mi diceva: Sembri un magnan!. Il "magnan" era l'ambulante che riparava pentole e che era sempre sporco di nero. Oppure quando parlavo a voce alta mi diceva: Strilli più di uno "strascee!". Lo "strascee" era lo stracciaio, girava nelle strade urlando per richiamare l'attenzione delle donne che erano in casa. Ritirava di tutto, stracci, ma anche rottami di ferro, ed in cambio dava aghi, ditali, candeggina, sapone, mollette per stendere la biancheria,spazzole per lavare, pettini. La particolarità di molti antichi mestieri era infatti di “urlare”,le loro proposte, nelle vie in prossimità delle abitazioni per attirare le massaie e gli anziani a casa. Sono molti i mestieri scomparsi, tra questi ricordiamo: El moletta, l’antico arrotino che girava per la città e i paesi, con il suo carretto di legno con una mola a pedale per limare coltelli, forbici. Prima delle sue urla, era il profumo che usciva dalla sua cesta che lo rendeva il più atteso :era El garzòn del Prestinèe (il garzone del panettiere) che consegnava il pane caldo. Quando le acque dei fossi erano pulite ecco El Ranatt (venditore di rane), le donne preparavano un piatto prelibato:il risotto con le rane. Ricordiamo anche El spazzacamin (lo spazzacamino), il ragazzino minuto che entrava negli angusti camini ed aveva sempre il viso nero dalla fuligine. Ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 20/04/15 alle 12:17 via WEB
ANTICHI MESTIERI---Sono numerose le professioni ambulanti scomparse, alcune delle quali molto curiose e che sono ancora nel ricordo di tanti anziani. Alcune me le ricordo per averle viste direttamente, altre le conosco per averne sentito parlare in casa e che mi hanno sempre incuriosito anche per i riferimenti dialettali con i quali erano citati. Ricordo che quando da piccola ritornavo a casa, magari con le mani sporche, mia madre mi diceva: Sembri un magnan!. Il "magnan" era l'ambulante che riparava pentole e che era sempre sporco di nero. Oppure quando parlavo a voce alta mi diceva: Strilli più di uno "strascee!". Lo "strascee" era lo stracciaio, girava nelle strade urlando per richiamare l'attenzione delle donne che erano in casa. Ritirava di tutto, stracci, ma anche rottami di ferro, ed in cambio dava aghi, ditali, candeggina, sapone, mollette per stendere la biancheria,spazzole per lavare, pettini. La particolarità di molti antichi mestieri era infatti di “urlare”,le loro proposte, nelle vie in prossimità delle abitazioni per attirare le massaie e gli anziani a casa. Sono molti i mestieri scomparsi, tra questi ricordiamo: El moletta, l’antico arrotino che girava per la città e i paesi, con il suo carretto di legno con una mola a pedale per limare coltelli, forbici. Prima delle sue urla, era il profumo che usciva dalla sua cesta che lo rendeva il più atteso :era El garzòn del Prestinèe (il garzone del panettiere) che consegnava il pane caldo. Quando le acque dei fossi erano pulite ecco El Ranatt (venditore di rane), le donne preparavano un piatto prelibato:il risotto con le rane. Ricordiamo anche El spazzacamin (lo spazzacamino), il ragazzino minuto che entrava negli angusti camini ed aveva sempre il viso nero dalla fuligine. Ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 20/04/15 alle 12:18 via WEB
MILANO---Il Bosco Verticale progettato per Milano Porta Nuova, nel quartiere Isola, sta ispirando altre città d’Europa. Milano è considerata come una delle città più inquinate d’Europa. Il Bosco Verticale è stato definito “una sintesi di architettura d’avanguardia e sostenibilità ambientale“, ha lo scopo di riqualificare l’ambiente urbano. Il Bosco Verticale consiste in una coppia di torri da 26 e 18 piani. Le piante che compongono la facciata si dividono in 5 mila arbusti, 11 mila alberi tra perenni e tappezzanti e 730 alberi di piccola e grande taglia. Le radici delle piante sono accolte in fioriere che alloggiano sulle terrazze, elementi essenziali per la facciata delle torri. Il Bosco Verticale può contare sull’energia solare grazie a sistemi fotovoltaici. Per quanto riguarda l’irrigazione delle piante, essa sfrutta un sistema di recupero e riutilizzo delle acque. La vegetazione lussureggiante assorbe CO2 (anidride carbonica) dall’atmosfera, restituendo ossigeno fresco alla città di Milano. Le piante creano un microclima molto utile per gli edifici: offrono ombra, facilitano il raffreddamento dei locali, riducono i costi energetici e svolgono anche un ruolo di isolamento acustico.Ciao Teresa
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