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CIAO ALDO ... ALDO.GIORNOA64

Post n°19403 pubblicato il 10 Maggio 2015 da dinobarili
 

CIAO LDO ...

ALDO.GIORNO64

aldo.giornoa64
aldo.giornoa64 il 09/05/15 alle 19:18 via WEB
CIAO DINO, COMPLIMENTI PER IL POST. UNA BUONA SERATA ED UN CARO SALUTO ALDO.
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 10/05/15 alle 08:43 via WEB
Ciao Aldo - Buona Festa della Mamma. Dino
(Rispondi)

 

 

 

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 10/05/15 alle 09:01 via WEB
ANGELICA-( Erba degli Angeli)--Era sicuramente una delle piante officinali più conosciute del Medioevo. Secondo la leggenda, pare che venne donata agli uomini dall’Arcangelo Raffaele, nome ebraico dal significato "medico di Dio”, considerato l’angelo della guarigione . I monaci Benedettini ne facevano uso nella preparazione dei cibi e dei liquori. Secondo le credenze popolari l’Angelica era un ottimo rimedio per curare qualsiasi tipo di febbre. Santa Ildegarda (XII sec.) consigliava questa preparazione: “Quando una persona ha febbre, non importa per quale motivo, prenda radici di Angelica e le pesti un po’. Così pestate o schiacciate, le copra con un mezzo bicchiere di vino e le lasci riposare tutta la notte. Il mattino dopo aggiunga ancora un po’ di vino e ne beva a digiuno, faccia questo per tre o cinque giorni e verrà guarito.” Fu durante il Rinascimento che l’Angelica, chiamata anche “Arcangelica” o “erba degli angeli” o “erba dello Spirito Santo”, venne identificata anche come rimedio contro la peste, oltre alle qualità terapeutiche gli si attribuivano virtù magiche. I fiori e le foglie essiccate erano conservati come portafortuna nella ricerca dell’anima gemella e per garantire una vita lunga e sana. In cucina le foglie si consumano sia crude che cotte, mentre i gambi , una volta canditi, possono servire a decorare le torte. Ciao Teresa Ramaioli
(Rispondi)
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 10/05/15 alle 09:02 via WEB
LE VIOLE--Un fiore romantico da lasciare essicare tra le pagine di un libro di poesie, un fiore legato spesso ai ricordi dell’infanzia. Si racconta che in Francia Josephine Beauharnais quando incontrò per la prima volta Napoleone Bonaparte gli donò un mazzolino di viole mammole che teneva appuntato sul suo vestito. L’imperatrice adorava talmente tanto questi fiori che li fece ricamare sul suo abito da sposa, quando ne diventò la prima moglie, e ne riempì i suoi giardini. Sembra che Napoleone abbia avuto il cattivo gusto di usare lo stesso fiore nei messaggi in codice per una delle sue amanti, Maria Walewska. Quando Napoleone poi partì in esilio per l’isola d’Elba, promise di tornare a Parigi “alla stagione delle viole” ed i bonapartisti ne fecero il loro simbolo.Ciao Teresa Ramaioli
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