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SALUTI DA PAVIA

Post n°19623 pubblicato il 21 Maggio 2015 da dinobarili
 

SALUTI DA PAVIA

buon giovedì 21 maggio 2015


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Commenti al Post:
alba.estate2012
alba.estate2012 il 21/05/15 alle 09:50 via WEB
Salutissimissimi da Cremona!!! Ciaoooo Antonella, felice giornata!!!
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dinobarili
dinobarili il 21/05/15 alle 18:39 via WEB
Ciao Antonella - grazie del salutissimi da Cremona. Buona serata. Dino
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RicamiAmo
RicamiAmo il 21/05/15 alle 12:00 via WEB
Ciao Dino ti auguro una serena giornata con affetto Delia ciaooo
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 21/05/15 alle 18:39 via WEB
Ciao Delia - buona e felice serata. Dino
(Rispondi)
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 21/05/15 alle 17:03 via WEB
CHIESA ROSSA --SANTA MARIA AD FONTICULUM--MILANO--La storia racconta di una distruzione o grave danneggiamento operata da Federico Barbarossa nel 1162 durante l’assedio di Milano e di una successivo danneggiamento della chiesa nel 1239, quando, secondo Frate Bonvesin de la Riva, Santa Maria di Fonteggio e il monastero furono coinvolti nella difesa voluta dai milanesi contro l’esercito di Federico II, nipote del Barbarossa. L’esercito milanese causò un allagamento deviando le acque dei fontanili e canali verso il campo nemico, costringendo Federico II alla ritirata. Queste vicende e l’incuria , dovuto all’esiguo numero di monache rimaste nel monastero, provocarono il lento declino, tanto che Papa Bonifacio VIII, l’8 giugno 1302, decise di unire le monache benedettine rimaste a Fonteggio con quelle del vicino monastero di Santa Maria delle Veteri, concedendo a quest’ultime il governo della chiesa e del monastero di Santa Maria di Fonteggio. Tra le benedettine rimaste va ricordata, per i restauri effettuati nella chiesa, Maria de Robacarri (o Mafia Robacarris), figlia del nobile Giudone Robacarri e di donna Caradossa che, rimasta vedova, si ritirò anch’essa nel monastero. Alla morte della madre, Maria de Robacarri pensò di onorarne la memoria con i beni ereditati, provvedendo a riparare la chiesa e a ornarla di nuovi dipinti. Una lapide tombale tolta nel XVIII secolo dal pavimento e ora visibile all’interno, ricorda appunto che nel 1333, Maria de Robacarri usò la sua eredità per i restauri. Galeazzo Visconti con la costruzione del Naviglio di Pavia, e seppure su un tracciato diverso da quello attuale, sembra tra l’anno 1359 e l’anno 1365, che un primo canale attraversò il territorio di Fonteggio, incominciando a creare problemi alla chiesa. Nel 1455 il corteggio nuziale di Tristano Sforza e di Beatrice d’Este, proveniente da Pavia e diretto a Milano, sostò a “S. Maria Ruffa”. E’ questa la prima volta che S. Maria ad Fonticulum viene chiamata con il nuo¬vo nome: Ruffa o Russa, poi Rossa fu il nome che divenne popolare per indicare questa chiesetta fatta di mattoni rossi. Nel 1782-83 lo scavo dell’ultimo tratto del Naviglio Pavese e l' elevazione della strada portarono alla chiesa danni più gravi, con conseguente infiltrazioni d’acqua, e per consentire l’accesso ad essa dalla strada si costruì nell’interno un soppalco, che venne a dividere orizzontalmente in due parti la chiesa. Nel 1800, in seguito alle leggi emanate durante l’occupazione francese, il monastero fu soppresso, e la chiesa ceduta a privati. Ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 21/05/15 alle 17:07 via WEB
San Felice - Il Monastero di San Felice è stato uno dei principali monasteri benedettini femminili di Pavia; fondato sin dall'epoca longobarda e quindi soppresso nel XVIII secolo. La prima attestazione di questo monastero è del 760, il re longobardo Desiderio e sua moglie, la regina Ansa, lo confermarono sotto la giurisdizione dell'Abbazia di Santa Giulia a Brescia. Aveva la qualifica di abbazia, e la badessa era nominata inizialmente dal Vescovo di Novara, ma successivamente il monastero ottenne la piena autonomia. Come gli altri grandi monasteri pavesi, fu beneficiato da re e imperatori: Ottone III, Enrico III, Enrico II, Corrado II, Enrivo IV ed ebbe vastissimi possedimenti nel territorio pavese e altrove. Fu soppresso nel 1785ed utilizzato inizialmente come orfanatrofio. Attualmente è sede della Facoltà di Economia dell' Università di Pavia. Dell'antico monastero rimane il chiostrino cinquecentesco e la chiesa di San Felice, attualmente aula studio dell'Università, con una antica cripta longobarda dei secoli IX-X, con tracce di affreschi e tre arche marmoree di stile bizantino, del sec. XII, contenenti reliquie di Santi. Da Pavia , ciao a tutti gli amici del blog Teresa Ramaioli
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