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SALUTI DA PAVIA

Post n°19974 pubblicato il 12 Giugno 2015 da dinobarili
 

SALUTI DA PAVIA

buon venerdì 12 giugno 2015

 

 

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IMMAGINIRCFO
IMMAGINIRCFO il 12/06/15 alle 13:25 via WEB
Salve, felice giornata, un saluto Imma, oggi ricorre la festa del Sacro Cuore di Gesù, “una riflessione”. Paolo esprime nell'Inno alla Carità le profondità dell'amore cristiano: « L'amore è paziente, è benevolo; l'amore non invidia; l'amore non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s'inasprisce, non addebita il male, non gode dell'ingiustizia, ma gioisce con la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa. L'amore non verrà mai meno. » (1Corinzi 13,4-10) L'amore per Dio e quello per il prossimo sono due degli aspetti più importanti nella vita, quelli che le danno senso (i due comandamenti che riassumono gli altri) e dai quali deriva ogni altra norma morale (Mc 12,28-34). L'amore a Dio implica ovviamente l'obbedienza alla Sua volontà, che porta la pace e l'amicizia con Dio e con gli uomini, e questa obbedienza verso Dio coincide inoltre con il vero bene dell'Uomo, sia come singolo, sia come comunità, costituendo la base dell'adesione al messaggio evangelico.
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ellen_ellen
ellen_ellen il 12/06/15 alle 13:58 via WEB
Ti auguro di trascorrere un fine settimana rilassante.. un abbraccio...un soffio di baci...
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dinobarili
dinobarili il 12/06/15 alle 19:13 via WEB
Ciao - buona serata. Dino
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 12/06/15 alle 17:50 via WEB
CASA VERDI ---MILANO----“Delle mie opere, quella che mi piace di più è la Casa che ho fatto costruire a Milano per accogliervi i vecchi artisti di canto non favoriti dalla fortuna, o che non possedettero da giovani la virtù del risparmio. Poveri e cari compagni della mia vita!”. Sono queste le parole che Giuseppe Verdi utilizza per descrivere: la Casa di Riposo per Musicisti a Milano. Voluto da Giuseppe Verdi fra il 1896 e il 1899 e realizzato dall'architetto Camillo Boito, questo edificio in stile neogotico fu l'ultimo grande sforzo del maestro di Busseto poco prima che morisse a Milano. La Casa di Riposo per Musicisti, meglio conosciuta come "Casa Verdi" è una struttura, un museo che ripercorre non solo la vita di Verdi e di sua moglie Giuseppina Strepponi, ma anche di tutti coloro che in questa casa risiedettero e portarono omaggio al Maestro. Vi si trovano dagli oggetti personali agli arredi monogrammati GV, da collezioni d'arte,come i busti di Vincenzo Gemito o il ritratto di Verdi di Giovanni Boldini, fino ai calchi in gesso del volto e della mano di Giuseppe Verdi. Il maestro, morto all'Hotel de Milan il 27 gennaio del 1901, ricevette funerali solenni che lo accompagnarono provvisoriamente al Cimitero Monumentale, da dove la salma venne poi traslata per riposare insieme alla moglie nella cripta della Casa di Riposo per Musicisti, decorata da grandi artisti dell'epoca. L’ambiente, suggestivo, è decorato a mosaico su disegni di Ludovico Pogliaghi. La sontuosa sistemazione fu frutto della devozione di Teresa Stolz che dedicò gli ultimi anni della sua esistenza (e una somma in denaro importante) alla sistemazione del tempio funerario. Al centro del grande mosaico la Stolz volle due figure di geni che levano alta una corona ornata da bacche d’oro e un medaglione con il ritratto di Verdi fuso in bronzo da Giovanni Lomazzi. Sotto quest’immagine, un’iscrizione riporta il verso di D’Annunzio dedicato al grande bussetano: “pianse e amò per tutti”. Le due tombe, realizzate da Lomazzi, sono sobrie ed austere e riflettono pienamente il carattere del Maestro. Alla parete sono appoggiate due corone che ricordano la visita di Vittorio Emanuele III l’8 ottobre 1901. Su suggerimento della regina Margherita venne aggiunta una targa in ricordo della prima moglie del Maestro, Margherita Barezzi e dei suoi due figli: “Dolce consorte a lui vicina nelle prime lotte della vita, lo fece padre di Igino e Virginia, desiderati e pianti ancora piccoli”. I primi ospiti entrarono in casa Verdi nel 1902 e da allora, la struttura ha accolto più di mille persone fra musicisti, coristi, direttori, orchestrali e cantanti, avvalendosi oltre ai contributi dei tanti donatori, proprio dei proventi dei diritti delle opere di Verdi, che il maestro stesso per volere testamentario destinò al mantenimento ed al funzionamento della propria Casa di Riposo per Musicisti. Ciao a tutti gli amici del blog Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 12/06/15 alle 17:55 via WEB
FIORI E CUCINA --Nel corso dei secoli i fiori venivano usati per guarnire un piatto o una bevanda . Si sono usati, per le occasioni speciali, i petali di rosa; gli antichi romani li utilizzavano assieme alle violette per profumare e insaporire le pietanze servite nei banchetti, mentre nella Londra di Shakespeare, era sorseggiata acqua di rose o liquore aromatizzato con garofani. Sempre con l’essenza delle rose, l’imperatore Carlo Magno amava ingentilire il vino, mentre i nomadi del Sahara, dopo un lungo viaggio nel deserto, per rinfrescare il palato, e lavare mani e viso, offrivano acqua al fior d'arancio. Virginia Galilei, figlia di Galileo, suora in un convento di Arcetri, ricorda la delicata marmellata di fiori di rosmarino: g.100 di fiori di Rosmarino / g. 200 di acqua /g. 300 di zucchero. Preparazione: • Pulire i fiori di rosmarino distaccandoli dai rametti e mondati da tutte le foglie. • Quindi si pestano dolcemente in un mortaio per ottenere una pasta omogenea. • A parte preparare lo sciroppo facendo bollire l'acqua con lo zucchero • Al pesto di fiori si unisce lo sciroppo ancora caldo e si fa bollire per qualche minuto. • Il composto va quindi invasato avendo l'accortezza di sterilizzare per una ventina di minuti a bagnomaria. Ma fu durante il regno di Elisabetta I , che nelle macedonie di frutta vennero aggiunte le primule, e nell’Inghilterra elisabettiana si iniziò anche a schiacciare i girasoli per ricavare l'olio. Sono stati i cuochi italo spagnoli a creare i fiori di zucca ripieni, e nel Nuovo Mondo, i padri pellegrini usavano le violette per aromatizzare l'aceto, e le margherite gialle(le calendule) per insaporire i brodi di carne. I fiori sono patrimonio dell'erboristeria, eccetto alcune ricette come l'insalata di crisantemi, i petali più delicati del fiore possono essere aggiunti alle insalate, mentre gli altri possono profumare zuppe e minestroni, o dare nuovi sapori ad arrosti di carne o pesce o il riso alla malva .Le foglie di malva, appena spuntate, sono mangiate crude nelle insalate, oppure cotte nelle minestre con orzo o riso. Sempre le foglie cotte, entrano come ingrediente nella preparazione di ripieni per ravioli e polpette. Le contadine del secolo scorso , mettevano dei fiori di malva nel corredo della sposa perché si diceva aiutassero a conservare la bellezza anche con l’avanzare dell’età. Ciao Teresa Ramaioli
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