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FRUTTA E VERDURA di Teresa Ramaioli

Post n°20495 pubblicato il 07 Agosto 2015 da dinobarili
 

FRUTTA E VERDURA

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 06/08/15 alle 11:05 via WEB
FRUTTA E VERDURA----Per avere una pelle splendente e mantenere un colorito gradevole e salutare è bene curare con attenzione la propria alimentazione.Frutta e verdura consumate con regolarità sono infatti in grado di garantire un colorito migliore rispetto a quanto ottenuto grazie all'abbronzatura.Includere nella propria dieta almeno tre porzioni di frutta e verdura al giorno, compresi kiwi, cavoli e carote, rappresenta la soluzione migliore per conquistare un colorito radioso. A confermarlo è uno studio condotta da esperti. I soggetti sottoposti a test sono stati fotografati prima dell'inizio e dopo la conclusione dell'esperimento. I ricercatori hanno potuto constatare come grazie all'incremento del consumo di frutta e verdura il colorito della pelle potesse migliorare. Tre porzioni di frutta e verdura da consumare ogni giorno sono sufficienti a rendere il nostro aspetto salutare e più attraente. Ciao Teresa Ramaioli

 

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 07/08/15 alle 18:30 via WEB
Ciao Dino, oggi , a pranzo, Carlo ha parlato della sua collezione di lattine. Incuriosita, ho voluto fare un passo nel passato, e sono andata a vedere da dove e da quando la storia della birra in lattine ha preso il via. Era il 24 gennaio 1935, quando la Gottfried Krueger Brewery (Gkb) mise in commercio le prime birre in lattina a Richmond, Virginia. Una novità contagiosa che in pochi mesi conquista altri 37 produttori negli Stati Uniti. E pensare che l'era del proibizionismo era terminata appena due anni prima. I primi tentativi di costruire le lattine avevano avuto luogo nel lontano 1909, ma non avevano condotto da nessuna parte. La birra non si adattava al nuovo involucro perché il contenuto eccessivo in anidride carbonica faceva esplodere le sottili giunture di latta. La soluzione arrivò nel 1933, quando vennero realizzate nuove latte che non esplodevano né rilasciavano ioni metallici nel liquido. Fu così che la Gkb scese a patti con la American Can per installare una linea di produzione sperimentale. Dopo che l'American Can ebbe sviluppato un processo di rivestimento che rinforzava l'interno della confezione, la Gkb produsse una prima partita di 2000 pezzi da far testare nel 1933 Il 91% dei partecipanti aveva apprezzato il gusto della birra.in lattina. Finalmente, il 24 gennaio del 1935 le lattine della Gkb fanno il loro esordio sul mercato. Sarà un successo senza pari, sebbene i giornali avessero liquidato la storia delle nuove confezioni dicendo che non sarebbero mai riuscite a rimpiazzare le bottiglie. Eppure, i nuovi contenitori erano ideali per il trasporto, oltre a essere più economici e sicuri del vetro. Gli altri birrifici fiutarono l'affare e si misero sulla scia dei pionieri della latta.. Con il passare degli anni, le lattine hanno subito diverse modifiche, a partire dal sistema di apertura. In origine, la sommità delle latte era completamente ermetico e per aprirla c'era bisogno di praticare un buco servendosi di una sorta di punteruolo. Le cose cambiarono agli inizi degli anni '60, quando Ermal Fraze introdusse l'apertura a linguetta verso l'esterno (quella che procura tagli sulle dita). L'apertura a pressione verso l'interno – più sicura, ma meno igienica – venne introdotta dalle bibite Pepsi negli anni '70. Nel 1958 l' alluminio arriva a sostituire il metallo nel confezionamento delle lattine. Ciao Teresa Ramaioli
(Rispondi)
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 07/08/15 alle 18:32 via WEB
MATITA---Le matite sono classificate con il sistema europeo nel quale lettere e numeri ne identificano la durezza e quindi il tratto che lasciano sulla carta. La scala prevede tre lettere H, F e B. La H identifica una matita dura (quanto dura lo indica il numero a fianco della lettera H). La F identifica una matita a punto fine, di media durezza. La B identifica il colore, più il numero a fianco della lettera B è alto, più la matita lascia un colore tendente al nero e largo.Durante le prime missioni della NASA, gli astronauti americani usavano matite. La mina di queste matite poteva spezzarsi facilmente causando situazioni di pericolo, quando la parte staccata fluttuava per la cabina in assenza di gravità. Si racconta infatti di come l’impossibilità di utilizzare una normale penna a sfera (causa l’assenza di gravità nello spazio e quindi la mancanza di pressione dell’inchiostro sulla sfera, dovuto proprio alla sua naturale gravità terrestre) abbia indotto a utilizzare come strumento di scrittura nello spazio la matita. Ma la grafite ha un’elevata conducibilità elettrica e un’alta infiammabilità, e ciò ha creato problemi. Paul Fisher, nel luglio del 1965,. progettò una penna a sfera con una cartuccia d'inchiostro pressurizzato. La penna con lo speciale refill pressurizzato, poteva scrivere in condizioni estreme: gravità 0 - sott' acqua - temperature estreme ( -35° / +120° ).La penna Fisher fu usata per la prima volta a bordo dell'Apollo VII, nel 1968. Ciao Teresa Ramaioli
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