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BUON MARTEDI' ... DA PAVIA

Post n°20720 pubblicato il 08 Settembre 2015 da dinobarili
 

BUON MARTEDI' ... DA PAVIA

8 settembre 2015

"Vivere è un'arte ...

ecco perché si dice "l'arte di vivere"

Dino 

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Commenti al Post:
dinobarili
dinobarili il 08/09/15 alle 15:11 via WEB
Ciao Teresa. Bel disegno. Dino
(Rispondi)
 
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 08/09/15 alle 18:05 via WEB
Grazie, ciao Teresa
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 09/09/15 alle 05:44 via WEB
Un bel disegno ... dice mille parole. Dino
(Rispondi)
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 08/09/15 alle 18:07 via WEB
CHIESA di SAN CARLO_LAZZARETTO-MILANO--Manzoni nei Promessi Sposi scrive:"La cappella ottangolare che sorge, elevata d'alcuni scalini, nel mezzo del lazzeretto, era, nella sua costruzione primitiva, aperta da tutti i lati, senz'altro sostegno che di pilastri e di colonne, una fabbrica, per dir così, traforata..", questa piccola chiesetta voluta dal'Arcivescovo Carlo Borromeo, nasce nel 1576, in piena Peste e si trova al centro di quello che fu il lazzaretto.Agli appestati non era consentito uscire dalle proprie celle, quindi era stata studiata a pianta ottagonale aperta sui lati, per permettere di assistere alla messa da ogni lato ed a distanza. Passata la peste, la chiesa perde la sua funzione e nel 1796, con l'ingresso a Milano delle truppe di Napoleone Bonaparte, viene adibita a caserma . Chiuso su tutti i lati, dopo vari usi come fienile e ghiacciaia, alla fine dell'800 viene venduto alla parrocchia di Santa Francesca Romana, e restaurata prendendo il nome di S.Carlo al lazzaretto. L'interno è decorato con un pavimento in pietra. La costruzione del Lazzaretto fu provvidenziale a fronte delle tre grandi epidemie che colpirono Milano nel 1524 (peste di Carlo V), nel 1576 (peste di San Carlo) e nel 1629 (peste detta “peste del Manzoni o dei Promessi sposi”). In tutti tre i casi, il grande recinto di Porta Orientale non fu sufficiente ad accogliere tutti gli ammalati e si dovette ricorrere ad altri accampamenti di fortuna, specialmente al Gentilino fuori di Porta Ticinese. La peste di Carlo V (1524-29) e la peste del Manzoni (1629-31) provocarono un numero molto elevato di decessi. Ciao Teresa
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dinobarili
dinobarili il 09/09/15 alle 06:43 via WEB
Ciao Teresa - bello scritto per ricordare un passato che merita di essere ricordato. Oggi, si pensa di sapere tutto ... ma non è vero. Dino
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 08/09/15 alle 18:09 via WEB
IL TRIFOGLIO--- Il trifoglio è sempre servito da motivo decorativo; nell’arte gotica le sue foglie erano raffigurate come simbolo della trinità. Già la tradizione greca e romana assegnavano alla pianta il potere di guarire i morsi di serpenti e scorpioni, da sempre rappresentazioni del demonio. Venerato dai Druidi, eletto a simbolo della Trinità e della Salvezza nell'iconografia cristiana, in Europa divenne segno di fortuna e prosperità. Nel giorno di S. Giovanni, in Francia, le giovani fanciulle, erano solite cercare nei fiori di trifoglio, la conferma dell’amore, come si fa con le margherite. Negli erbari medievali veniva assegnata alla pianta la virtù terapeutica di sanare le macchie dell'occhio (leucomi) sarebbe bastato porvi sopra una polvere di foglie di trifoglio e nello spazio di quindici giorni si era sicuri della guarigione. Vuole la leggenda, che Patrizio, il primo a portare la parola di Cristo in Irlanda fosse riuscito a illustrare il misero della Trinità proprio grazie al paragone con il trifoglio. Quando Patrizio venne proclamato santo, s'incominciò a rappresentare il fondatore della Chiesa d’Irlanda con un trifoglio nella mano o ricamato sulle vesti episcopali. All'epoca della dominazione inglese, Giorgio III, cercando di assicurarsi la collaborazione della nobiltà irlandese, istituì nel 1783 l'Ordine di San Patrizio, nel cui stemma faceva bella mostra il trifoglio. In questo modo, legato alla figura di San Patrizio, il trifoglio s'impose come uno dei simboli dell'Irlanda, tanto che il 17 marzo, festa del santo e della nazione, ancora oggi si possono vedere alcuni irlandesi portare sul vestito, come vuole la tradizione, uno o più mazzetti di trifoglio. Per gli antici Greci e gli Egizi serviva anche da meteorologo, quando stava per piovere le sue foglie si alzavano verso l’alto mentre normalmente, sarebbero state aperte a ventaglio, orizzontalmente, intorno ad esso. Ciao Teresa Ramaioli
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 10/09/15 alle 06:33 via WEB
Ciao Teresa - in Oltrepò, il trifoglio è il principe dei foraggi. Dino
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