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BUON LUNEDI' ... DA PAVIA

Post n°20918 pubblicato il 05 Ottobre 2015 da dinobarili
 

BUON LUNEDI' ... DA PAVIA

5 ottobre 2015

"Studiare l'Amore ....

per capire la vita"

Dino

Vedi pagina FACEBOOk ... Dino Barili


 

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Commenti al Post:
laura1953
laura1953 il 05/10/15 alle 10:17 via WEB
Ciao Dino, ti auguro una bella giornata di lunedi ed un buon inizio settimana un abbraccio ..Laura,CLICCA
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 06/10/15 alle 06:57 via WEB
Ciao Laura. Grazie della visita. Salutissimi da Pavia per la tua Valencia. Buona e felice giornata. Dino
(Rispondi)
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 05/10/15 alle 14:06 via WEB
CALIMERO IL PULCINO NERO ---Calimero, il pulcino nero, è stato uno dei protagonisti del Carosello anni ’60.Calimero nasce ufficialmente il 14 luglio del 1963, riprendendo la storia del brutto anatroccolo: sedicesimo uovo della chioccia Cesira, non riesce a nascere assieme agli altri pulcini, così si ritrova dentro l'uovo e quando riuscirà ad uscire un pezzetto di guscio gli rimarrà per sempre sulla testa. La mamma non lo riconosce e Calimero la cerca finendo in una pozza di fango e diventando tutto nero, al punto che Cesira, alla domanda del pulcino, "Sei tu la mia mamma?" gli risponde "Io la tua mamma? Ti sbagli carino. Io pulcini neri non ne ho mai avuti. Vedi, i miei sono tutti bianchi". Calimero però insiste e chiede : "Ma se fossi bianco vorresti essere la mia mamma?" Cesira, impassibile, risponde "Certamente, carino". Calimero è sempre sincero e a fronte di ogni sopruso subito, Calimero esclama la famosa frase che risuona all'orecchio di tutti : "Fanno sempre così perché loro sono grandi e io sono piccolo e nero: ma è un'ingiustizia però!" Gli autori, Nino, Toni Pagot e Ignazio Colnaghi, lo crearono per un marchio di detersivi. Sul piccolo pulcino nero, che non perde mai il suo guscio portato come cappello, gli autori costruirono una serie di avventure che terminavano con l’Olandesina che lava Calimero, dopo sue vicissitudini, facendolo tonare bianco come i tutti gli altri pulcini. Storie che racchiudono un messaggio di speranza: un futuro migliore anche per chi è vittima di ingiustizie. Il nome di Calimero deriva dalla chiesa milanese di San Calimero, dove si sposò Nino Pagot. Antonio Pagotto, in arte Toni Pagot, appassionato fin da piccolo al mondo dell’animazione, ha collaborato con grandi nomi dell’animazione come Hanna & Barbera e Sergio Toppi e negli anni ’70 con il Corriere dei Piccoli e il Corriere dei Ragazzi e dal 1977 con Il Giornalino. Con il fumettista Sergio Toppi ha raccontato a fumetti la vita di Karol Wojtyla. Ciao A tutti gli amici del blog Teresa Ramaioli
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 06/10/15 alle 07:10 via WEB
Ciao Teresa - hai fatto bene a raccontare la storia di Calimero. Racconto perfetto ... da gustare dalla prima all'ultima parola. Dino
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 05/10/15 alle 14:08 via WEB
CAROLINA INVERNIZIO---Figlia di Anna Tattoni e del cavalier Ferdinando, Carolina studia da maestra, come le sorelle. Da Voghera la famiglia si trasferisce presto a Firenze, dove il padre, funzionario di casa Reale, viene nominato direttore delle imposte. La vocazione della giovane studentessa si manifesta precocemente, e viene subito percepita come pericolosa: un suo racconto, pubblicato sul giornalino scolastico, suscita scandalo, facendole rischiare l’espulsione. I genitori, preoccupati dalle fantasie che le sue pagine rivelano, premono per il matrimonio con un nobile di Montevarchi, ma Carolina si sottrae e si dedica al lavoro. Nel 1877 Salani pubblica il secondo romanzo in volume della scrittrice, Rina o l’Angelo delle Alpi. Nel 1881 Carolina incontra l’uomo della sua vita, il romantico tenente dei bersaglieri Marcello Quinterno. Dopo un breve fidanzamento lo sposa, e pochi anni dopo gli dedica uno dei suoi romanzi più famosi, Il bacio di una morta: «Al distinto e colto signor Marcello Quinterno». Inizia così una tranquilla esistenza da signora borghese. A Torino, dove il marito dirige il panificio militare, la Invernizio si veste nelle migliori sartorie, riceve ogni lunedì, e il sabato va a pregare al Santuario della Consolata. Carolina continua a scrivere, fra i suoi titoli più noti, La gobba di Porta Palazzo, La maledetta, La sepolta viva, fino all’ultimo: Morta d’amore, del 1916 (ma ne usciranno tre postumi). Nessuna come lei si è attirata tanti insulti, forse a causa del successo, dell’amore dei lettori e soprattutto delle lettrici Carolina Invernizio muore di polmonite nel 1916; ha 65 anni, ma ne dichiara 58, barando sulla data di nascita. Ciao Teresa Ramaioli
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 07/10/15 alle 06:42 via WEB
Ciao Teresa - bel ritratto di una donna in gamba. Dino
(Rispondi)
omerostd
omerostd il 05/10/15 alle 16:31 via WEB
Buona settimana a te. Omero.
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 06/10/15 alle 06:50 via WEB
Ciao Omero - leggo sempre con piacere i tuoi interessantissimi post (sul tuo Blog). Buona e felice giornata. Dino
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