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EVA E MICHELE racconto (363) di Dino Secondo Barili

Post n°21047 pubblicato il 24 Ottobre 2015 da dinobarili
 

Intrigo …       

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

363

Eva e Michele…

Il Dott. Michele, cinquant’anni, scapolo, commercialista di professione… aveva un fisico da far invidia. Poteva benissimo dire… “vent’anni di meno”. Il merito era della sua costanza nel mantenersi in forma curando, la dieta, la sistematica attenzione al movimento… e la mente sempre attenta alle novità. “E, si…” – diceva il Dott. Michele – “non basta curare ciò che si mangia e come si mangia… bisogna anche curare il movimento del corpo… usare poco l’automobile e fare molti passi a piedi. Inoltre, ci vuole la curiosità…” Nel suo ufficio, con dieci impiegate donne, aveva sempre gli occhi addosso. Tutte le impiegate sapevano che era allergico al matrimonio, ma le donne erano l’oggetto del “suo” desiderio. Ogni giorno, il Dott. Michele, riceva qualche complimento dalle sue impiegate. “Dottore… ci deve dire come a fa a mantenersi così giovane e in perfetta forma…” Il Commercialista si esprimeva con un “sorrisino ironico ed enigmatico” e non apriva bocca. Un anno fa, però, una sua impiegata aveva messo gli occhi… proprio sul Dott. Michele. Si chiamava Eva. Aveva trent’anni …ed era single da poco tempo in quanto aveva lasciato il “moroso” con il quale aveva condiviso gli ultimi sette anni. Eva non aveva ancora gustato la sua “ritrovata libertà”… che già sentiva il desiderio “perderla”… cioè, avere un altro uomo con il quale dividere momenti di intimità. Si sa che quando una donna mette gli occhi su un uomo … la libertà di quell’uomo è rischio… anzi, ha i giorni contati. Siccome, il Dott. Michele aveva superato altri momenti simili, si sentiva sicuro, ormai adulto e vaccinato (cioè inattaccabile). Invece, no. Con le donne non basta stare in guardia… Bisogna anche non oltrepassare i limiti della confidenza... Ma quali sono tali limiti? Eva, osservava ogni atteggiamento del  Dott. Michele. Siccome, il commercialista, era “una mente vulcanica”, rispondeva immediatamente ad ogni singola domanda della sue impiegate …professionale e non. Eva, notò che, come la maggioranza degli uomini, il Commercialista, era un po’ (solo un po’?) esibizionista, egocentrico, amava i complimenti…e gradiva essere al centro dell’attenzione. Ormai, Eva era pronta all’attacco dello “scapolone d’oro”. La trentenne attese che passasse davanti alla sua scrivania e… “Dottore, dirà che sono curiosa. So che segue una dieta ferrea. L’altro giorno, però, parlando con un “Luminare” in materia, mi ha detto che “senza la curiosità” il corpo non si mantiene in forma perfetta. Io ho qualche etto di troppo e non riesco a smaltirlo…” Il Dott. Michele prese la domanda come una delle solite alle quali aveva risposto… Azzardò una risposta. “Vero. Non basta la dieta e il movimento… ci vuole anche la curiosità.” – Il Dottore era cascato nella rete. Quasi sottovoce… Eva lanciò la seconda domanda. “Dottore, dica la verità… Lei sicuramente ha un segreto che non svela a nessuno…” Questa volta, il Dott. Michele, non poteva più fare il suo solito “sorrisino enigmatico”. Oltre tutto, Eva aveva un corpo da “fine del mondo” … con una profonda scollatura nella quale… si vedeva fin dentro l’anima. Il Commercialista aveva fatto il passo falso… aveva superato inavvertitamente “la linea rossa”. Azzardò una risposta. “Non dovrei dirlo… ma a te… lo dico. La curiosità si soddisfa a Milano.” Era fatta. “Quando?” chiese Eva. “Il sabato pomeriggio…” – Le mura di Gerico erano cadute… “Posso venire anch’io?”…Gli occhi del Dott. Michele si erano soffermati un po’ troppo sulla profonda scollatura di Eva … ed avevano notato che non portava il reggiseno. Un uomo, se è un uomo, non può lasciare le cose a metà… Il sabato pomeriggio di quella stessa settimana, Eva e Michele erano in Galleria a Milano. Sembravano due turisti in visita alla città... In realtà erano “due piccioni che cercavano… di fare il nido” - (363)

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 24/10/15 alle 16:26 via WEB
DELIO TESSA----Nasce nel 1886 a Milano, in via Fieno, in casa di ringhiera. Milanesi sono entrambi i genitori; Arsenio, il padre, è un bancario. Il nome Delio è quello del nonno. Nel 1895 trasloca in via Olmetto e nel 1925, alla morte del padre, in viale Beatrice d'Este 17. Si laurea in legge nel 1911, con un po' di ritardo, un po' perchè spesso malaticcio, ma forse anche per il poco interesse a questi studi, rivolgendo invece le sue simpatie alla filosofia, al cinema, alla musica, alla poesia, cui si dedica già in età giovanile, muovendosi nella tradizione milanese di Maggi e Porta, ma innestandovi modi e spiriti della poesia francese decadentista e espressionista, rielaborati però in maniera del tutto personale e curando al massimo la musicalità e le sonorità dei versi. I temi preferiti della sua poesia sono quelli della vita quotidiana del cittadino, ma anche della drammatica realtà della prima guerra mondiale nonchè quella degli "emarginati della società" (prostitute, ladri ) Carlo Linati lo descrive così: "non molto alto, minutino, sorridente da una faccetta lievemente rosata, un dente d'oro nella bocca vizza e, dietro gli occhiali (era miope) ballettanti, un po' malsicuri nella loro orbita, quei suoi occhi grigi ed acquosi, da cordiale allucinato". Vestiva un po' "demodé": nella bella stagione: pantaloni di tela bianca, solino (colletto di camicia staccabile), cravatta, maggiostrina sulle ventitrè. Se era nuvolo, portava sempre sul braccio la vecchia ombrella di suo padre. D'inverno invece indossava un paletò color tané (tabacco) La sua carriera professionale non fu una gran carriera, poca la clientela, solo sufficiente a fargli sbarcare dignitosamente il lunario. E per arrotondare si dedicò anche ad una attività giornalistica prima in provincia, poi nel Canton Ticino, dove collaborò anche con la Radio della Svizzera italiana. E poi, nel '36 collaborò al quotidiano "L'Ambrosiano" che riuniva molte delle migliori firme della nostra letteratura, con scritti gustosi, malinconicamente umoristici su figure o scorci della città, poi raccolti sotto il titolo "Ore di città". Schivo di temperamento, e' vissuto da scapolo, appartato, dopo una delusione sentimentale, col conforto della famiglia e di pochi amici che gli sono stati vicini sino alla fine (purtroppo precoce poiché una setticemia, provocata da un ritardato intervento ad un'infezione ad un dente, lo portava via il 21 settembre 1939). Per sua volontà fu sepolto in un campo comune di Musocco, ma nel 1950 il Comune di Milano gli decretò gli onori del Famedio(Cimitero Monumentalel di Milano) e, successivamente, gli intitolò una strada, da corso Garibaldi a piazza delle Crociate. Oggi Delio Tessa è considerato il più grande poeta dialettale del '900. Buona giornata Teresa Ramaioli
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