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BUONA GIORNATA

Post n°21095 pubblicato il 30 Ottobre 2015 da dinobarili
 

BUONA GIORNATA CON IL DISEGNO DI

TERESA RAMAIOLI


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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 30/10/15 alle 14:23 via WEB
CAMPANE---BARIGOZZI---Carlo II d’Amboise, governatore francese del ducato di Milano, nei primi del ‘500 si ammala gravemente agli occhi. La speranza di guarigione è l’acqua miracolosa di un’antica fonte medievale alle porte della città, sulla strada per Como, zampilli termali e apparizioni della Vergine, in zona via Farini. Carlo si inginocchia, si bagna il viso e promette di costruire un santuario, se mai dovesse ritrovare la salute. Miracolo, così d’Amboise mantiene la promessa e nasce nel 1506 il primo pezzo di Santa Maria alla Fontana, l’oratorio che oggi si affaccia su via Rigola. Progetto attribuito a Leonardo e/o a Bramante. L’esecutore del progetto è Giovanni Antonio Amedeo. Il santuario è affidato all’ordine dei francescani Minimi. Nella seconda metà del ‘500 viene costruito, a pochi metri dalla fonte ,un ricovero, che si riempie di nobili .Durante la pestilenze, è una alternativa alla Cà Granda, l’ospedale popolare. La “clinica” termale cresce con gli austriaci. Nel 1787 l’ordine dei francescani Minimi, hanno diverse proprietà contano il convento, una locanda, sedici cascine e alcune osterie. Con l’arrivo di Napoleone i beni ecclesiastici vengono requisiti e nel 1806 il vicerè del regno d’Italia Eugenio di Beauharnais, figlio in prime nozze di Giuseppina Bonaparte, destina il ricovero ai Fratelli Manfredini, orafi e fonditori. Che ricambiano il favore battezzando Eugenia la nuova fonderia. Il forno dà lavoro agli orfani del Martinitt, il bronzo più celebre dei Manfredini esce nel 1835. È la sestiga (un cocchio trainato da sei cavalli che accoglie Minerva in Pace, una statua di oltre 4 metri di altezza e pesante oltre 10 tonnellate) di Abbondio Sangiorgio che sta in cima all’Arco della Pace(Milano). Nel 1852 viene rilevata dai fratelli Ermanno e Prospero Barigozzi, specializzati nella realizzazione di campane . La fonderia produceva non solo campane, ma aveva anche un’attività artistica che la portò a fondere i monumenti dello scultore Francesco Barzaghi sono il Napoleone III del Parco Sempione (1881) e il monumento ad Alessandro Manzoni in piazza San Fedele (1883) a Milano. Nel 1896 la fonderia portò a termine la fusione, del monumento a Vittorio Emanuele II di piazza Duomo a Milano. Va segnalata la produzione delle campane di San Marco a Venezia, ricostruite dopo il crollo del campanile nel 1902. Nei primi decenni del XX secolo le sue campane vennero richieste anche dalle numerose comunità italiane presenti in Sud America (Argentina, Brasile, Perù, Paraguay), a Malta e nelle allora colonie italiane Somalia e Libia. Per Firenze parte nel 1957 la nuova campana di Santa Maria del Fiore. Negli anni 1956 - 57, a seguito della sostituzione dell'incastellatura di legno che sosteneva le campane con una nuova struttura metallica, e della contemporanea motorizzazione del movimenti delle campane, la Commissione, a ciò preposta ,decise di escludere dal concerto le cinque campane più piccole, quattro delle quali furono depositate, inattive, nel vano dei finestroni del campanile di Giotto, mentre la terza, la cosiddetta "Apostolica" fu sistemata sul pavimento del piano della cella campanaria. Si procedette cosi alla fusione di cinque nuove campane, a cura della ditta Prospero Barigozzi in sostituzione di quelle "messe a riposo" . Sono decorate con bassorilievi che illustrano episodi mariani. Ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 30/10/15 alle 14:25 via WEB
INCISIONI RUPESTRI---Il territorio del Lago Maggiore è abitato da oltre tremila anni . Nel piccolo paesino di Vignone, situato nel territorio del Verbano Cusio Ossola e sulle pendici del Monte Cimolo, sono state rinvenute diverse incisione rupestri, a dimostrazione che già in antichità la zona mite del lago era preferita . A Vignone ci sono dei massi con dei fori praticati all’interno che probabilmente stavano ad indicare un culto ancestrale verso la natura (massi coppellati). Il mistero dei massi coppellati è uno dei più studiati da archeologi di tutto il mondo che, cercano una risposta a tale fenomeno ( si è sviluppato in tutta Italia ma in particolar modo in Piemonte). Quasi sempre le coppelle sono legate a primitivi culti del sole ed alla fecondità della terra. Scavare una pietra ove si raccoglie l'acqua che assieme al sole è fondamentale alla vita animale e vegetale era per l'uomo un atto sacrale. In qualche caso si sono trovate coppelle scavate su pietre di copertura di sepolture e forse in questi casi le coppelle venivano riempite di grasso per accendere piccoli fuochi; quasi una preghiera al quel "Sole" affinché facesse rinascere il morto, così come faceva con il seme che depositato nella terra moriva e rinasceva in una nuova piantina. Forse da questa usanza ne è derivata l'altra, oggi moderna, di accendere lumini ai morti. Ciao Teresa Ramaioli
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