« CIAO LAURA ... LASCRIVANABUONA GIORNATA CON IL DI... »

ASPETTANDO IL NATALE di Teresa Ramaioli

Post n°21375 pubblicato il 12 Dicembre 2015 da dinobarili
 

ASPETTANDO IL NATALE 

di Teresa Ramaioli

 
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 11/12/15 alle 16:21 via WEB
CALENDARIO DELL’AVVENTO—sabato 12 DICEMBRE--UN PONTE PER MARISA--«Cara Befana, vorrei un ponte». Era questo il desiderio espresso da una bambina di 9 anni, Marisa Leonzio, figlia di contadini di Gorgo. Era il 1957 e Marisa ogni mattina camminava per 3 km, attraversando i campi e i boschi per arrivare a scuola. Tra la casa e la classe della quarta elementare che frequentava a Nibbiaia scorreva un piccolo torrente, il Chioma, che in inverno diventava un ostacolo difficile da superare, specialmente quando si gonfiava per la troppa pioggia. A volte Marisa e il fratello Pantaleone restavano bloccati dall’altra parte e non potevano tornare a casa da scuola, altre volte il padre, quando c’era, la prendeva sulle spalle per farla passare o la faceva salire sul carro trainato dai buoi. «Un giorno costruirò io un ponte tutto per te», le diceva scherzando. Un giorno la maestra diede ai bambini un tema da fare e Marisa raccontò il proprio viaggio quotidiano per arrivare a scuola: «Quando vengo a scuola e piove la maestra mi dice “Povera Marisa! Vai ad asciugarti alla stufa. Sei la bambina più brava e coraggiosa perchè devi fare tutta quella strada da sola”». Poi arrivò una grande macchina al podere paterno. Ne uscì fuori un signore elegante con il completo nero. Si mise davanti al padre di Marisa, gli tese sorridendo una mano. «Sono qui perchè vorremmo costruire noi il ponte a sua figlia». Il padre rimase attonito. Era alto, molto magro, con i baffetti neri. «Ma chi è lei, chi le ha detto del ponte? Io non posso aiutarvi a costruirlo, non ho soldi». Ma l’elegante messaggero non si lasciò scomporre: «Abbiamo letto il tema di sua figlia e penseremo noi a tutto». Il tema scritto dalla bambina era infatti stato pubblicato nel giornale didattico e da lì era riuscito a incuriosire un giornalista di Firenze. La storia di Marisa, costretta a camminare così tanto ogni mattina, si diffuse fino a raggiungere gli eleganti studi di una casa cinematografica, la Ceiad Columbia occupata in quei giorni a pubblicizzare l’uscita di un nuovo film di guerra hollywoodiano, «Il ponte sul fiume Kwai». Marisa divenne il centro di una grande propaganda mediatica: la Columbia si incaricò di costruire sul torrente Chioma un ponte di legno identico a quello ideato nel film e gli venne dato il nome della bambina. Divenne l’inizio di una storia esemplare, di quelle che le nonne raccontano la sera ai nipoti per farli addormentare. Marisa fu travolta da un vortice che la rese famosa in Italia e nel mondo, e che la portò non soltanto a casa del presidente italiano Gronchi, ma anche alla Casa Bianca, dalla nuora di Eisenhower a Washington. Giocò con i figli di Nixon, fu ricevuta da ambasciatori e presidenti, venne contesa da programmi radiofonici e televisivi. Parlarono di lei giornali americani, spagnoli, francesi, fu invitata alla prima visione americana e italiana del film. In una foto compare in braccio all’attore William Holden; in un’altra donna Carla, moglie del presidente Gronchi, che comprò a lei e a suo padre i vestiti per andare in America, le accarezza i capelli; in una terza un sorridente senatore americano la invita a bere il latte che non le piace e lei lo guarda perplessa. Bambini da ogni parte del mondo iniziarono a mandarle fiumi di lettere: «Alla proprietaria del ponte scrivevano-come siamo fortunati noi rispetto a te che devi camminare così tanto». Ma cosa pensava Marisa, catapultata all’improvviso dalla sua casa di Gorgo senza elettricità alle luci sfavillanti di New York? «Guardavo tutto con gli occhi di una bambina - ricorda - non capivo perchè mio nonno si commuovesse così tanto, “Ma cosa avrà da piangere?”, mi chiedevo. Tutta quell’attenzione su di me alla fine mi stancava, senza considerare che il film di cui divenni il manifesto pubblicitario parlava di guerra con i giapponesi e lo dovetti vedere sia in inglese, senza capirci niente, sia in italiano. Che noia!». Per non parlare di quando William Holden, il protagonista del film, venne da lei, porgendole galantemente un mazzo di viole. «Volevo buttarle via: a Gorgo ne raccoglievo tantissimi mazzi e non capivo perchè le sue dovessero essere speciali. Ma mio padre mi fermò». Tuttavia la storia di Marisa rimase una bella favola che le permise di avere i soldi per iscriversi alle magistrali e diplomarsi. «Ogni tanto, specialmente nel periodo di Befana i giornalisti continuano a cercarmi per raccontare la mia storia e a me piace farlo». E un giorno una nipotina telefonò a casa da Benevento: «Zia, c’è la tua storia sul mio libro di italiano». La vicenda reale della bambina di Gorgo diventò così ufficialmente la bella fiaba della bimba povera che, ottenuta la considerazione del mondo, scelse volontariamente di tornare a casa. E anni dopo la scomparsa del ponte di Marisa la storia della bambina non è stata ancora dimenticata. (storia vera )- Ciao Teresa Ramaioli

 

 

 

Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://gold.libero.it/paviastoria/trackback.php?msg=13324770

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
 
Nessun Trackback
 
Commenti al Post:
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 12/12/15 alle 14:16 via WEB
BIANCO NATALE (White Christmas), scritta da Irving Berlin nel 1940 e incisa poi nel 1942, fu eseguita per la prima volta da Bing Crosby nel dicembre del 1941, durante il suo show radiofonico The Kraft Music Hall trasmesso dalla Cbs. La versione di Crosby, interprete «immortale» del brano originale, pare abbia venduto oltre 50 milioni di copie, più di ogni altra melodia natalizia scritta prima . Ma la canzone che ha dipinto di bianco l’immaginario natalizio di tutto il mondo, anche di quella parte che la neve la vede raramente o per nulla, è stata replicata in centinaia, forse migliaia di cover da altrettanti artisti in lingue diverse. In White Christmas il Natale è quasi dato per scontato, ciò che rappresenta per i suoi aspetti religiosi pure. Si racconta del clima che porta nei pensieri della gente. E dire che tutto è cominciato con l’invenzione di Berlin, vero nome Israel Baline, ebreo russo emigrato negli Usa e qui diventato, il compositore di maggior successo al mondo. Le cifre dicono che abbia scritto oltre 800 successi internazionale. Berlin secondo alcuni biografi era ben certo fin dall’inizio della fortuna che avrebbe avuto la sua «creatura». Si racconta che dopo una notte di lavoro al pianoforte abbia detto alla segretaria: «Prendi la penna e trascrivi questa… E’ la canzone più bella che abbia mai scritto. Anzi, è la canzone più bella che chiunque abbia mai scritto». Nel testo Berlin si ispira alle parole sentite da americani di stati del Nord trasferitisi a Los Angeles, in California, dove tra palme e sole avevano nostalgia del «bianco Natale» con la neve della loro città d’origine . La canzone, semplice e nostalgica, viene ascoltata per la prima volta alla radio nel dicembre del ’41 da un’America colpita al cuore dall’attacco di Pearl Harbour. L’anno successivo, in piena guerra, il disco (inciso da Bing Crosby in 18 minuti nell’estate del ’42) diventa un bestseller legando i sentimenti di chi in patria e al fronte sogna un Natale diverso. E da lì comincia a costruire la propria immortalità musicale. Auguri a tutti gl amici del blog Teresa Ramaioli
(Rispondi)
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 12/12/15 alle 14:17 via WEB
SANTA LUCIA---Il Natale è collegato a Babbo Natale ed alle sue imprese per portare i regali ai bambini. In tanti paesi del nord Europa è invece Santa Lucia a fare le veci di Babbo Natale. Il giorno in cui si festeggia Santa Lucia è il 13 dicembre e sono legate a lei tradizioni e leggende. Siamo nel IV secolo, in Sicilia, a Siracusa. Lucia è una giovane donna , fidanzata ad un concittadino e destinata ad un futuro di moglie e madre. La mamma si ammala e Lucia si reca in preghiera a Catania, sulla tomba di Sant'Agata, per invocarne la guarigione. La Santa le appare e le chiede di dedicare la sua giovane vita all'aiuto dei più poveri e deboli, predicendole il martirio. Lucia torna a Siracusa e trova la mamma guarita. Rompe il fidanzamento, e decide di andare tra i poveri che stanno nelle catacombe, con una lampada alla testa, e di donare loro tutta la sua dote. Il fidanzato decide di vendicarsi, accusandola di essere cristiana. Sono anni di persecuzione dei cristiani, sotto l'imperatore Diocleziano. Lucia ammette la sua fede, anche sotto tortura, affermando che la sua forza viene non dal corpo, ma dallo spirito. L'esile corpo da ragazzina assume una forza miracolosa e né uomini, né buoi, né il fuoco, né la pece bollente riescono a smuoverla. Lucia viene così condannata a morte. Prima di morire riceve l'Eucaristia e predice a Diocleziano la sua prossima morte e la fine delle persecuzioni entro breve. Ciao Teresa Ramaioli
(Rispondi)
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 
 

Archivio messaggi

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 72
 

Ultime visite al Blog

cassetta2saturno_leofosco6dinobarilidanielemi13acer.250Dott.Ficcagliaamorino11communitywindil.passovulnerabile14BeppeCassismariateresa.savinodiego2020200
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963