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ADALBERTO racconto (30) di Dino Secondo Barili

Post n°21471 pubblicato il 25 Dicembre 2015 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

430

Adalberto

Sessant’anni è l’età dei ripensamenti e dei rimpianti. Come se il tempo fosse passato troppo in fretta… e si fossero lasciate “sfuggire” occasioni importanti. Era proprio lo stato d’animo del Signor Adalberto, commerciante in Milano, ma abitante a Pavia. Ormai, a Milano il sessantenne si era fatto un nome e aveva una cerchia di clienti di tutto rispetto. Per mantenere alto il livello del suo negozio aveva dato anima e corpo… Per tale motivo (e non solo) non aveva “trovato” il tempo per “l’altra metà del cielo”: le donne. Veramente di donne nella sua vita ce ne erano state parecchie… ma tutte “cose” che non avevano lasciato il segno. Adalberto se ne faceva una colpa… Forse, non le aveva assecondate abbastanza… (diceva a sé stesso). Infatti, ogni donna ha le sue “manie”... chi per le scarpe, chi per le borsette. Per esempio, la Delfina, una gran bella donna…aveva un debole per le auto decapottabili. Adalberto, invece, aveva la “sua milledue” che andava benissimo e non l’avrebbe cambiata per nessun’altra al mondo. La Ginetta si era messa in mente di “abituare” Adalberto ad andare a teatro almeno una volta al mese… Niente da fare. Adalberto, il teatro, lo vedeva già tutti i giorni nel suo negozio di “indumenti intimi per signora”. Le donne entravano nel negozio. Si guardavano attorno. Mettevano gli occhi su un capo ricercato… poi chiedevano di provarlo… Adalberto pregava la commessa di assistere la cliente nel camerino. Parecchie clienti (belle donne) chiedevano deliberatamente l’assistenza del Commerciante, il quale gentilmente declinava l’invito. Discussioni a non finire… Alla fine, Adalberto, preferiva perdere una cliente che cedere su “un principio”. Così gli anni erano passati. Adalberto, un anno fa, si era improvvisamente accorto di avere sessant’anni. Di non avere una donna sua… e, forse, di aver perso troppe occasioni per averne una. Un anno fa, però, il Commerciante Adalberto cominciò ad avere un sogno ricorrente. Due notti alla settimana, il sabato e il lunedì, sognava di trovarsi in Corso Cavour a Pavia… di guardare abiti per signora. Improvvisamente, il manichino esposto in vetrina si metteva a parlare… “Adalberto, ti ricordi di me?” A quel punto il commerciante diventava rosso come un peperone per il timore che qualche passante avesse sentito la domanda. Il manichino continuava a parlare. “Adalberto, possibile che hai perso la memoria? Sono la tua commessa Pia. La donna del “bacio”… in negozio. Perché, non mi baci ora?” A quel punto Adalberto si vegliava di soprassalto e non riusciva più a prendere sonno. Il Commerciante cominciò a preoccuparsi. Si rivolse al suo Medico di Fiducia, Dott. Giuseppe, il quale gli spiegò che poteva essere un “senso di colpa” che emergeva da un lontano vissuto. Effettivamente, sui quarant’anni, Adalberto, aveva avuto una commessa di nome Pia… alta, bionda, fisico mozzafiato. Il Commerciante, allora, era in relazione con la Delfina, la patita delle auto decapottabili. Il rapporto tra i due, però, soffriva di parecchie incomprensioni. Un giorno, Adalberto, chiese alla sua commessa Pia di far finta di baciarlo, mentre stava per entrare nel negozio la Delfina… La Pia aveva recitato alla perfezione. Un bacio da fine dal mondo. Ne era nata una discussione “indescrivibile” e la Delfina era sparita… per sempre. Il fatto è che la Pia, venticinque anni, non aveva solo recitato… ma ci aveva pure fatto un pensierino… Adalberto, allora si sentiva un “gallo” e non voleva vincoli di sorta. A sessant’anni, quel ricordo, forse, si ripresentava sottoforma di sogno ricorrente…Che fare? Il Medico di Fiducia, Dott. Giuseppe, fu chiaro. “Per far passare un simile disturbo non c’è che un sistema. Cercare una nuova commessa (il nome non ha importanza)… alta, bionda, fisico mozzafiato, sui venticinque anni per ricominciare… una nuova avventura” - (430)

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