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PAVIA di Teresa Ramaioli

Post n°21676 pubblicato il 15 Gennaio 2016 da dinobarili
 

PAVIA 

di Teresa Ramaioli

 
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 14/01/16 alle 17:18 via WEB
CHIESA S. AGATA AL MONTE PAVIA----Chiesa e monastero furono edificati da re Pertarito nel 672. La chiesa all'origine era di stile paleocristiano e fu costruita sopra una altura con buona vista del fiume Ticino, da cui l'appellativo di S. Agata in monte. Prima Badessa del Monastero è stata la nobile Cuniperga, figlia di re Cuniperto e nipote di re Pertarito. Nel secolo IX il Vescovo Litifredo vi trasportò dalla chiesa di S. Epifanio, le spoglie di S. Onorata. Più tardi, re Cuniperto, in segno di riconoscenza per uno scampato pericolo di morte, fece porre nel Monastero i corpi di S. Primo e S. Feliciano, entrambi martirizzati sotto l'impero di Diocleziano. La chiesa fu ricostruita in forme romaniche-lombarde nel secolo XII e nello stesso periodo le monache Clarisse subentrarono nella gestione del Convento. Nell'anno 1782 la Chiesa viene sconsacrata e unitamente al monastero subisce manomissioni, nel 1793 fu anche sede del Pio Albergo Pertusati.Per quasi tutto l'Ottocento la struttura è utilizzata per ospitare gli alienati mentali ed anziani bisognosi, nel 1898 fu creata la Casa di Salute "Angela Scarenzio" (1898) Agli inizi del Novecento il complesso viene demolito per lasciare spazio a costruzioni civili. Si arriva cosi a metà secolo con la struttura come l'attuale che ospita la Casa di Cura Morelli ("La Cà dla salut").fondata dal Prof. Eugenio Morelli.Questi allievo di Golgi e Forlanini, lavorò all'Università di Pavia tra il 1908 e 1928, prima di passare a Roma per ricoprirvi la prima Cattedra italiana di tisiologia, Egli riorganizzò la Clinica Angela Scarenzio e le diede il suo nome. Nel giardino, attualmente, sono visibili frammenti di iscrizioni longobarde e di sculture romaniche. L'abside della Chiesa era decorata da un affresco del XV secolo attribuito allo Zenale e raffigurante SS. Primo e Feliciano. Le possenti mura del Monastero e della sua cinta, visibili tutt'ora sul lato sud verso il Ticino, erano chiamate a suo tempo "Baluardo della Mollazza", successivamente Porta Calcinara. Da Pavia, ciao a tutti gli amici del blog Teresa Ramaioli.

 

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 15/01/16 alle 13:31 via WEB
ERBA TINTORIA "IL GUADO"-Il Museo dei colori naturali è ospitato negli spazi del chiostro dell'Abbazia di San Michele Arcangelo a Lamoli, frazione del comune di Borgo Pace, provincia di Pesaro Urbino. I monaci benedettini fin dal sesto secolo, quando era stato costituito l’ordine monastico del santo di Norcia, edificavano chiese e monasteri nei punti strategici di passaggio dei pellegrini, offrendo ospitalità e cure mediche grazie alla conoscenza delle proprietà guaritrici delle erbe. I protettori della natura erano loro, che vegliavano sulla salute dei boschi, oltre a coltivare viti, olivi, ortaggi ed erbe officinali. Nel motto “prega e lavora” era compreso lo studio e la sua traduzione in pratiche benefiche per il corpo e la mente. In alcune sale di quello che era stato il monastero a Lamoli, a 600 m. di altitudine, c’è il Museo dei Colori Naturali, che illustra specie di piante tintorie quali: la robbia, la reseda ed il guado. Interessante è la pianta di guado, pianta che si usava in passato per tingere i tessuti in blu. In una vasta area intorno a Sant’Angelo in Vado (Pesaro Urbino), la si era coltivata e lavorata come l’unica per ottenere questa tinta fino a che l’indaco, originario dell’India, dal seicento in poi è stato preferito per le sue qualità superiori. I documenti testimoniano che il guado di questa zona era venduto a Prato, in Toscana, celebre per i suoi tessuti subito dopo Firenze. In omaggio all’erba tintoria, che ancora si trova nei prati di questa zona dell’Appennino, una stanza del museo è dedicata per intero al colore blu prodotto in Europa, in Africa, in Asia con materia vegetale per tingere i tessuti e minerale per la pittura su pergamena, legno e tela. Nel museo ci sono anche le foglie, i fiori secchi, la polvere o le scaglie colorate, le lane tinte e tutto ciò che aiuta a conoscere un'arte antichissima. Dall’ottocento in poi la tintura naturale è stata sostituita da quella chimica, ma oggi la necessità di recuperare il lavoro artigianale per evitare la dispersione delle tradizioni e per ridurre l’inquinamento, sta ridando slancio alle tecniche antiche. Da vegetali, animali e minerali abbiamo avuto la possibilità di gioire dei colori sui nostri vestiti e su tutti i manufatti che hanno accompagnato la civiltà. In passato sono stati simbolo di condizione sociale: il blu, raro e costoso, contraddistingueva i nobili; il rosso porpora, il più bello e intenso, altrettanto costoso, era il colore dei potenti. Il giallo più bello per la pittura si otteneva dall’orpimento (minerale usato come colorante), che è solfuro di arsenico. Il colore degli abiti dei poveri era il marrone, perché era spesso il colore naturale di certe fibre tessili. Il bianco, per i tessuti si otteneva sbiancando le fibre con la lisciva e l’esposizione al sole, mentre nei dipinti si usava la polvere di calcite.Ciao ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 15/01/16 alle 13:32 via WEB
EUCALIPTO ARCOBALENO---L'Eucalipto Arcobaleno (Eucalyptus deglupta), sorge nella foresta pluviale di Maui, nelle Hawaii, è l’albero più colorato al mondo, e può assumere sfumature di verde, giallo, arancione e viola. Sembra verniciato con colori e pennelli da un pittore professionista, e invece l’unica artista, in questo caso, è la natura Questo fenomeno è determinato dai pezzi di corteccia che si staccano in momenti diversi: la parte più interna è di un verde brillante, che si scurisce con il passare del tempo per poi assumere toni di blu e viola fino a raggiungere quelli del marrone e dell’arancione. La corteccia si sfalda in momenti diversi e, allo stesso tempo, interessa simultaneamente diverse parti del tronco, ecco perchè quest’albero non è mai di un unico colore. L' Eucalipto cresce naturalmente nell’emisfero boreale, e può raggiungere i 70 metri di altezza con un diametro al piede di oltre 2 metri. La fioritura di quest’albero è soffice e in bianco, e già e mostra la sua bellezza sin dai primi anni di vita. Ma è con l’avanzare degli anni che questi esemplari raggiungono il massimo della bellezza e della maestosità. Il motivo fondamentale per cui l’Eucalipto Arcobaleno viene coltivato è la produzione di legno che viene poi impiegato per la fabbricazione di carta colorata. Arte spontanea che la natura ci offre. Ciao Teresa Ramaioli
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