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CIPOLLE di Teresa Ramaioli

Post n°21701 pubblicato il 17 Gennaio 2016 da dinobarili
 

CIPOLLE

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 16/01/16 alle 13:25 via WEB
CIPOLLE--Le cipolle sono state inizialmente coltivate in Egitto, prima come cibo per gli schiavi che venivano costretti a lavorare nella costruzione delle grandi piramidi, e in seguito quasi adorate per via della forma circolare e per i cerchi concentrici, il cui significato era rappresentato dalla vita eterna. A riprova della grande importanza riservata alle cipolle nell’antico Egitto, sappiamo che nelle orbite oculari della mummia di Ramses IV sono state trovate tracce di cipolla. Le cipolle erano anche uno degli elementi introdotti all’interno del corpo mummificato dei Faraoni, e servivano a tenere lontani i batteri e a conservare la mummia. Furono invece i Romani ad introdurre le cipolle nel Vecchio Continente, fino ad arrivare ai giorni nostri, dove la cipolla è presente quasi ovunque. Ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 17/01/16 alle 14:03 via WEB
CARLO BANDIROLA- campione motociclista(Voghera, 1915- 1981). Fin dall’adolescenza affascinato dai motori e dalle motociclette, esordì nelle corse automobilistiche nel 1934 sul Circuito di Novara. L’anno successivo, per avere la possibilità di proseguire l’attività agonistica,entrò volontario nel corpo della Milizia della Strada, nelle file della cui squadra corse fino allo scoppio del secondo conflitto mondiale.La guerra gli impedì di proseguire una evoluzione che lo avrebbe sicuramente portato a vittorie ben più importanti. Alla fine del 1945 rientrò a Voghera, riprese servizio nella Milizia, divenuta Polizia della Strada, e ricominciò a correre. Nel 1947 fu assunto dalla GILERA come pilota ufficiale. Smise di correre nel 1958, dopo aver conquistato , all’ età di 45 anni ,. l’unico titolo della sua carriera, quello di Campione italiano classe 500cc. Pilota irruente e capace come pochi di entusiasmare le folle, vinse molto meno di quanto avrebbe meritato, ma fu sempre nel cuore degli appassionati, anche dopo aver, come si suol dire, “APPESO LA MOTO AL CHIODO”. – Come tutti i piloti anche Carlo Bandirola considerava alcuni oggetti o consuetudini come dei talismani :era particolarmente affezionato al suo casco bianco con la stella rossa , tanto che non lo sostituì neppure quando si ammaccò visibilmente dopo una grave caduta. Un altro simbolo di scaramanzia era costituito dalla sua tenuta di corsa in pelle, che non volle mai rinnovare, anche se era “spelacchiata”e gli conferiva un’aria piuttosto trasandata. A tale proposito si racconta un simpatico aneddoto circa un episodio accaduto a MONZA nel 1957:prima della partenza della gara, in seguito alle insistenze degli amici affinché indossasse la nuova tuta, Carlo vestì la “nuova pelle”in un unico pezzo con l’imbarazzo della poca convinzione. Accadde però che, pochi minuti prima del vi, Bandirola non era ancora comparso in pista e, mentre lo si cercava ,egli arrivò sorridente e a suo agio indossando la vecchia mise, e disse all’amico:”Caro Milesone , rabiat no , ma custa chi la m’ha sempar purtà a cà la peell”. –Ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 17/01/16 alle 14:04 via WEB
ELEONORA DUSE--Eleonora Duse è stata un "mito" del teatro italiano, tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, ha rappresentato opere di grandi autori come D'Annunzio, Verga, Dumas. Nata il 3 ottobre 1858 in una stanza d'albergo di Vigevano (Pavia) dove la madre, attrice, sostò per partorire, Eleonora Duse non frequenta una scuola, ma a quattro anni è già sul palcoscenico, recita a Chioggia nella parte di Cosetta in una riduzione scenica dei Miserabili di Victor Hugo. A dodici anni sostituisce la madre ammalata nei ruoli di protagonista della "Francesca da Rimini" di Pellico e della "Pia dé Tolomei" di Marenco. Nel 1873 recita nella compagnia paterna; nel 1875 farà parte della compagnia Pezzana-Brunetti. Ottiene il primo successo nel 1879, interpretando, a capo di una compagnia con Giacinto Pezzana, la "Teresa Raquin" di Zola. A ventitré anni è già prima attrice, è lei a scegliere il repertorio e la troupe. Eleonora Duse vuole approfondire con lo studio le sue doti innate di attrice e interpreta opere come "Antonio e Cleopatra" di Skakespeare (1888), "Casa di bambola" di Ibsen (1891) e alcuni drammi di Gabriele D'Annunzio "La città morta", "La Gioconda", "Sogno di un mattino di primavera", "La gloria". Nel 1916 appare in un film muto, "Cenere", tratto dal romanzo di Grazia Deledda. Muore il 21 aprile 1924 a Pittsburgh (Stati Uniti) a causa di una polmonite durante una tournée aveva di sessantacinque anni. E' sepolta nel cimitero di Asolo.in provincia di Treviso. La Duse non si truccava mai in scena o fuoriscena, né temeva di indossare vestiti viola, tanto temuto dalla gente di spettacolo, amava i fiori, che spargeva sul palcoscenico, metteva sui vestiti. Recitava spesso in piedi con le mani sui fianchi e seduta con i gomiti sulle ginocchia, erano atteggiamenti sfrontati per i suoi tempi, ma la fanno ricordare come una grande attrice . Ciao Teresa Ramaioli
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