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BUONA GIORNATA CON IL DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

Post n°22157 pubblicato il 25 Febbraio 2016 da dinobarili
 

BUONA GIORNATA CON IL DISEGNO DI

TERESA RAMAIOLI

 

 

 

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 25/02/16 alle 17:08 via WEB
MILANO--PIAZZA VETRA era(in passato) una delle zone più temute della città, era il luogo destinato alle esecuzioni capitali. Dove ora passeggiamo con i nostri bambini, ci sediamo sulle panchine a chiacchierare,un tempo si sentivano le urla dei ladri impiccati. Piazza Vetra (piazzale Vetra) prende il nome dal canale da cui era attraversato, una diramazione dell’Olona,( Platea Vetus – Piazza Vecchia) Il ponte sul canale,che collegava la piazza , era chiamato, ‘ponte della Morte’. Dal Mille circa fino al 1814, ladri, assassini, eretici, streghe ed untori (coloro che diffondevano la peste) venivano giustiziati in piazza Vetra. La storia racconta che l’untore Giangiacomo Mora, proprietario di un negozio di barbiere in zona di Porta Ticinese, fu accusato di diffondere la peste, con il suo complice Guglielmo Piazza , venne condannato a morte. La sentenza viene riportata anche nel testo di Alessandro Manzoni ‘La colonna infame’: “.. Che i nominati Piazza e Mora, denunziata ad essi prima la morte, sieno torturati, adoperando anche il canape. … Che posti sur carro sieno condotti al luogo solito del supplizio, per via sieno tanagliati con ferro rovente nei luoghi ove hanno commesso il delitto; davanti alla bottega del Mora sia ad entrambi mozza la mano destra; sien loro sfracellate le ossa all’usato; si innalzi la ruota, essi vi sieno intrecciati vivi: dopo sei ore scannati; poi si ardano i cadaveri, le ceneri si gettino al fiume; la casa del Mora sia spianata, e sullo spiazzo eretta una colonna che abbia nome d’infame, e porti una iscrizione del fatto. ..” Morti i due, si diede seguito alle disposizioni della sentenza del Senato, demolendo dalle fondamenta la casa del barbiere, e sullo slargo così creatosi si innalzò una colonna di granito, con in cima una sfera di pietra, la colonna infame, a perenne ricordo della malvagità degli artefici dell'epidemia. Sul muro della casa di fronte venne affissa una grossa lapide, la quale ricordasse quali furono le colpe dei due criminali, quale la pena loro riservata, e il monito affinché nessuno mai osasse riedificare sui resti della bottega del barbiere Mora. ( che rimase dal 1630 fino al 1778 quando venne abbattuta). "Qui dov'è questa piazza sorgeva un tempo la barbieria di Gian Giacomo Mora il quale congiurato con Guglielmo Piazza pubblico commissario di sanità e con altri mentre la peste infieriva più atroce sparsi qua e là mortiferi unguenti molti trasse a crudele morte questi due adunque giudicati nemici della patria il senato comandò che sovra alto carro martoriati prima con rovente tanaglia e tronca la mano destra si frangessero colla ruota e alla ruota intrecciati dopo sei ore scannati poscia abbruciati e perché d'uomini così scellerati nulla resti confiscati gli averi si gettassero le ceneri nel fiume a memoria perpetua di tale reato questa casa officina del delitto il senato medesimo ordinò spianare e giammai rialzarsi in futuro ed erigere una colonna che si appelli infame lungi adunque lungi da qui buoni cittadini che voi l'infelice infame suolo non contamini. 1° agosto 1630"(traduzione del Verri). (prima parte, continua). Ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 25/02/16 alle 17:09 via WEB
IL MONTE RUSHMORE---Il 31 ottobre del 1941, venne completato uno dei monumenti più celebri degli Stati Uniti: le sculture dei volti degli ex presidenti degli Stati Uniti George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt e Abraham Lincoln, nel granito del monte Rushmore. Il monumento richiese 14 anni di lavorazione, dal 1927 al 1941. Le tribù indiane Sioux della zona, che consideravano le Black Hills come un territorio sacro, chiamavano il monte Rushmore “i Sei Nonni”, mentre i coloni bianchi della zona utilizzavano diversi nomi, come “la montagna del puma”. Il nome attuale venne stabilito solo nel 1930 dalla Commissione degli Stati Uniti per i Nomi Geografici in onore di Charles Rushmore, un avvocato e imprenditore di New York che aveva fatto una spedizione nella zona nel 1885. L’idea di un monumento nel Sud Dakota venne a Doane Robinson, uno studioso della storia dello stato americano. L’anno successivo Robinson riuscì a convincere lo scultore Gutzon Borglum a farsi carico del progetto. A partire dall’inizio di ottobre del 1927, Borglum lavorò con 400 operai per scolpire gli enormi ritratti degli ex presidenti Washington, Jefferson, Roosevelt e Lincoln, alti 18 metri e scelti per rappresentare i primi 150 anni della storia americana. Inizialmente le sculture erano pensate per essere ancora più grandi, ritraendo i soggetti fino alla cintola, ma problemi di finanziamento limitarono il progetto. Il ritratto di Thomas Jefferson era pensato, in origine, per stare alla destra di Washington, ma dopo diciotto mesi di lavoro la roccia si crepò in modo irreparabile: l’abbozzo venne spianato con la dinamite e il ritratto venne ricominciato sull’altro lato del primo presidente. Il primo ritratto ad essere completato fu quello di George Washington, inaugurato il 4 luglio 1934. Seguirono quello di Jefferson, inaugurato nel 1936, Lincoln (1937) e Theodore Roosevelt (1939). Borglum morì nel marzo 1941 e fu il figlio Lincoln a ultimare il complesso monumentale. Nessun operaio morì durante la realizzazione delle sculture: ed è un caso raro per sculture di quella grandezza e per la pericolosità della lavorazione, visto che gli operai lavoravano per la maggior parte del tempo appesi a corde e che gli interventi più massicci erano fatti con la dinamite. Ciao Teresa Ramaili
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Menser
Menser il 26/02/16 alle 12:44 via WEB
Buona giornata , sapevo qualcosa di questa grande opera d'arte , ma ben vengono questi approfondimenti. Grazie e complimenti per la Vostra Cultura Tanti saluti da Mino
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 26/02/16 alle 18:14 via WEB
Grazie Mino, un saluto da Pavia. Ciao Teresa
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