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BUONA GIORNATA CON IL DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

Post n°22636 pubblicato il 30 Marzo 2016 da dinobarili
 

BUONA GIORNATA CON IL DISEGNO DI

TERESA RAMAIOLI

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 30/03/16 alle 19:26 via WEB
CHIESA di SAN CARLO_LAZZARETTO-MILANO--Manzoni nei Promessi Sposi scrive:"La cappella ottangolare che sorge, elevata d'alcuni scalini, nel mezzo del lazzeretto, era, nella sua costruzione primitiva, aperta da tutti i lati, senz'altro sostegno che di pilastri e di colonne, una fabbrica, per dir così, traforata..", questa piccola chiesetta voluta dal'Arcivescovo Carlo Borromeo, nasce nel 1576, in piena Peste e si trova al centro di quello che fu il lazzaretto.Agli appestati non era consentito uscire dalle proprie celle, quindi era stata studiata a pianta ottagonale aperta sui lati, per permettere di assistere alla messa da ogni lato ed a distanza. Passata la peste, la chiesa perde la sua funzione e nel 1796, con l'ingresso a Milano delle truppe di Napoleone Bonaparte, viene adibita a caserma . Chiuso su tutti i lati, dopo vari usi come fienile e ghiacciaia, alla fine dell'800 viene venduto alla parrocchia di Santa Francesca Romana, e restaurata prendendo il nome di S.Carlo al lazzaretto. L'interno è decorato con un pavimento in pietra. La costruzione del Lazzaretto fu provvidenziale a fronte delle tre grandi epidemie che colpirono Milano nel 1524 (peste di Carlo V), nel 1576 (peste di San Carlo) e nel 1629 (peste detta “peste del Manzoni o dei Promessi sposi”). In tutti tre i casi, il grande recinto di Porta Orientale non fu sufficiente ad accogliere tutti gli ammalati e si dovette ricorrere ad altri accampamenti di fortuna, specialmente al Gentilino fuori di Porta Ticinese. La peste di Carlo V (1524-29) e la peste del Manzoni (1629-31) provocarono un numero molto elevato di decessi. Ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 30/03/16 alle 19:28 via WEB
Francesco Messina, nato a Linguaglossa, in provincia di Catania il 15 dicembre del 1900, si trasferisce da piccolo con la famiglia a Genova dove frequenta i corsi dell'Accademia Ligustica di Belle Arti e, dopo il 1918, si inserisce con il suo già promettente profilo d'artista, negli ambienti intellettuali e letterari della città animati dalla presenza di Camillo Sbarbaro ed Eugenio Montale. Nel '22 viene invitato alla XIII Biennale di Venezia, in cui sarà sempre presente fino agli anni '40, e in quello stesso anno sposa Bianca Clerici. Già, scultore affermato ed accademico di merito dell'Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova,nel '32 si trasferisce a Milano dove frequenta Salvatore Quasimodo, Alfonso Gatto, Sergio Solmi, Carlo Carrà, Piero Marussig e nel 1934 vince la cattedra di scultura all'Accademia di Brera, di cui dal '36 al 1944 sarà anche direttore. Nel 1937 esegue per Pavia il monumento equestre, detto del “Regisole”a ricordo di un altro monumento romano dedicato all’imperatore Antonino Pio e distrutto dai soldati francesi nel 1796,.e la statua della “Minerva “completata nel 1938. Secondo la leggenda pare che per il volto di Minerva, Messina abbia usato come modella una giovane sposa milanese. Il volto della Minerva ha un’impronta fiera, con fronte spaziosa eil naso geco. Messina, nel 1940 realizza il monumento a Costanzo Ciano per il Museo Navale di La Spezia.Invitato nel 1949, insieme a Marino Marini, alla Terza Internazionale di Scultura di Philadelphia, negli Stati Uniti, Messina è stato da allora uno dei scultori italiani più conosciuti e apprezzati nel mondo. I suoi gruppi monumentali al Cimitero di Milano, alla Cittadella di Assisi, al Pierre Lachaise di Parigi (dove nel '60 scolpisce La Pietà sulla tomba dell'editore Cino Del Duca), in S. Pietro a Roma (Monumento a Pio XII), nel Duomo di Milano (Monumento a Pio XI), eseguiti nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta, diventano presto celebri, come i suoi ritratti di Lucio Fontana, di Giuseppe Papini, di Salvatore Quasimodo, di Indro Montanelli, di Aida Accolla, di Carla Fracci, di Luciana Savignano, ed altri importanti personaggi.Ma le sue opere più note restano, ancora oggi, il grande Cavallo morente eseguito per il Palazzo della Rai a Roma e la monumentale Via Crucis in marmo di Carrara per la chiesa di San Giovanni Rotondo sul Gargano. Il tema dei cavalli e quello delle danzatrici, caratterizzerà molta parte della sua produzione degli anni Settanta e degli anni Ottanta.Nel 1973 un'intera sala del Museo del Vaticano, la sala Borgia, viene dedicata all'esposizione permanente delle sue sculture e nel 1977 il Museo Civico di Lugano accoglie, in quattro sale, le opere della sua donazione di sculture e grafica, mentre i maggiori musei e le più importanti istituzioni culturali internazionali promuovono vaste rassegne della sua opera. Ciao a tutti gli amici del blog Teresa Ramaioli
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