« CIAO CHIARASANY ... BARC...BUONA GIORNATA CON IL DI... »

L'ALBERO DEL DRAGO di Teresa Ramaioli

Post n°22724 pubblicato il 05 Aprile 2016 da dinobarili
 

L'ALBERO DEL DRAGO 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 01/04/16 alle 09:21 via WEB
L'ALBERO DEL DRAGO--La Dracaena draco è una pianta conosciuta in passato con un nome straordinario : l’Albero del Drago I romani e i greci conoscevano un reagente chimico che utilizzavano in medicina e tintura, il cui colore e la cui densità, faceva loro pensare a qualcosa di magico, come :il sangue di un drago. Mercanti e carovanieri vendevano nelle grandi città del bacino mediterraneo come sangue del drago sostanze di diversa origine e natura. Una sostanza contraffatta che veniva venduta ai clienti che volevano risparmiare ed era composta da sangue di bue e polvere di terracotta. La maggior parte dei carichi di sangue di drago “originale” erano composti dalle resine essiccate o semiliquide estratte dalle differenti specie di quattro distinti generi botanici: Pterocarpus, Croton, Daemonorops e la Dracaena. L’incisione del tronco della Dracaena draco delle isole Canarie e della Dracaena cinnabari di Socotra (isola a sud dello Yemen) era la più diffusa fonte di sangue del drago dell’antichità. Il sangue del drago viene nominato da Plinio il Vecchio nel suo testo la Naturalis Historia . Ciao Teresa Ramaioli

 

Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://gold.libero.it/paviastoria/trackback.php?msg=13382806

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
 
Nessun Trackback
 
Commenti al Post:
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 05/04/16 alle 11:46 via WEB
IL GALLO---Il gallo è associato al sole come il guardiano che tutto vede e non gli sfugge niente, e per questo motivo è vivo in molte tradizioni, ed è vigile, la sua immagine si trova sui tetti, sulle banderuole, sugli scrigni porta gioielli. Nel cristianesimo, il ruolo speciale del gallo si riferiva all'episodio evangelico del canto all’alba, che causò il pentimento di Pietro previsto da Cristo. Inizialmente visto come un segno di rimorso, e più tardi nella tradizione medievale la figura di un gallo fu vista come immagine di vigilanza, veglia spirito, anelito di forza spirituale incorruttibile e duratura. Il gallo è diventato un simbolo d'illuminazione, dal momento che si sveglia all'alba accogliendo con favore il sole - Cristo. Si dice che gli Etruschi della città di Felsina (l'attuale Bologna) adottarono il gallo come loro emblema, simbolo di combattività, di fierezza, di comando, d’operosità e forse anche di... buona cucina. Dai romani che occuparono la regione, il gallo ebbe il soprannome locale di "Re del mattino", in omaggio al suo canto che svegliava gli agricoltori e li invitava ai lavori dei campi. Nel Risorgimento ritroviamo in Emilia Romagna il gallo come simbolo di libertà e indipendenza. I patrioti ne portavano spavaldamente alcune penne ondeggianti sul cappello: l'uso fu poi adottato anche dai bersaglieri. Il pavone simboleggia la primavera, la nascita, una nuova crescita, la longevità e l'amore. Si usa come simbolo di buon auspicio e per la bellezza delle sue piume è anche un simbolo di orgoglio e vanità, quando il pavone fa la ruota esprime la grandezza dell'universo. Il pavone è noto come l'uccello dai cento occhi. Gli occhi, nel suo piumaggio rappresentano le stelle, l'universo, il sole, la luna, e la "volta celeste". I Romani lo chiamavano "Uccello di Giunone" e accompagnava nell'aldilà le anime delle imperatrici, dal momento che, già nella tradizione persiana, simboleggiava la regalità, la bellezza e l'immortalità. Ciao Teresa Ramaioli
(Rispondi)
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 05/04/16 alle 11:48 via WEB
AIRONE BIANCO..Distaccato, rigoroso, quando si innalza è come se tutta la sua anima…volasse con lui. L’airone vede oltre, sente con lo spirito e basta che sospetti di essere scrutato che se ne va, più veloce del vento! Eppure, ogni giorno, torna puntuale a controllare il suo regno. Ma non è di questo mondo. Se lo guardi capisci che è c’è qualcosa di magico; nel suo silenzio, nella sua solitudine, nel suo raccoglimento. Proprio per questo nel Medioevo fu associato alla timidezza e al silenzio. Nel cristianesimo la sua figura è associata al Cristo, “sapienza eterna”. Altri simbolisti però, ispirandosi a Plinio il Vecchio, videro nell’airone la figura di “Gesù Abbandonato”, in quanto sostenevano che piangesse lacrime di sangue quando il dolore l’opprimeva. Sempre Plinio, lo considerava di buon augurio se il suo volo era diretto verso Nord o Sud, poiché si narra che liberi dai pericoli e dalle paure. L’airone è acqua ma anche fuoco. Sente prima la tempesta, cerca riparo, cerca la grazia, invita alla prudenza. Combatte se attaccato, come gli spiriti più sapienti. Nel “Libro dei Morti” il popolo egizio lo chiamava Shenty, parola molto simile a Shent – ur, che significa “apertura di un ciclo”, e gli attribuirono caratteristiche lunisolari (sia del Sole che della Luna).Ciao Teresa Ramaioli
(Rispondi)
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 
 

Archivio messaggi

 
 << Agosto 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
      1 2 3 4
5 6 7 8 9 10 11
12 13 14 15 16 17 18
19 20 21 22 23 24 25
26 27 28 29 30 31  
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 72
 

Ultime visite al Blog

Arianna1921cassetta2saturno_leofosco6dinobarilidanielemi13acer.250Dott.Ficcagliaamorino11communitywindil.passovulnerabile14BeppeCassismariateresa.savino
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963