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IL VINO di Teresa Ramaioli

Post n°23501 pubblicato il 15 Maggio 2016 da dinobarili
 

IL VINO  di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo il 08/05/16 alle 18:48 via WEB
IL VINO---L'idea di usare il vino come ingrediente per cucinare, risale già ai tempi di Etruschi e Romani. In passato, quando il frigorifero non c’era, il vino era utilizzato anche come conservante dei cibi, in particolare della carne. Lasciata a bagno nel vino per molte ore, la carne subiva la tecnica gastronomica della marinata. Il vino, oltre che per conservare la carne, era impiegato come base di cottura per insaporirla (brasati e stracotti). Il vino, più profumato dell'acqua, aggiungeva alle pietanze i suoi aromi e i suoi sapori. La bevanda di Bacco era utilizzata non solo con la carne, ma anche nelle zuppe, nelle verdure e nei dolci. Un vino bianco leggero è il giusto ingrediente per zuppe chiare, piatti a base di pollame o di pesce, oltre che per dolci e ricette a base di frutta. Il vino rosso dà un sapore delicato alle zuppe scure, alle salse, e alla carne. Buona giornata Teresa Ramaioli

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 15/05/16 alle 19:25 via WEB
MILANO--CASCINA POZZOBONELLI--testimonianze del nostro passato. Testimonianze che spesso sono nascoste o si confondono con il contesto attuale come i resti della Cascina Pozzobonelli (o quel che ne rimane), resti visibili ma passando davanti, pochi si rendono conto di osservare una costruzione datata 1492, ( stesso anno in cui Cristoforo Colombo arrivò in America). La Cascina Pozzobonelli si trova in via Andrea Doria, a Milano. Non è tutte la cascina, ma solo una cappella rinascimentale, composta da un’edicola e da alcune campate del portico attiguo. In architettura si identifica con la parola “edicola” una piccola struttura per contenere, proteggere l’elemento di rilievo che conserva al suo interno (diminutivo di aedes che in latino significa “tempio”). Autore del progetto sembra sia Donato Bramante (architetto e pittore, 1444 – 1514) o ad allievi a lui vicini. Dello stesso artista pare che siano opera gli affreschi presenti all’interno del porticato e visibili anche dall’esterno della cancellata che separa la costruzione dalla strada. La cascina deve il suo nome alla famiglia di Gian Giacomo Pozzobonelli, che aveva edificato in quest’area la propria residenza suburbana; cinque secoli fa si era già abbondantemente fuori dai confini cittadini. La villa, di cui rimangono solo l’edicola e il porticato, era molto estesa, di pianta rettangolare attorno a due cortili con tre vasti saloni, mentre il portico originariamente era composto da dieci arcate. La proprietà cominiciò ad andare in rovina, con manomissioni varie, alla morte del cardinale Giuseppe Pozzobonelli avvenuta il 27 aprile del 1783. Il cardinale era noto per la sua abilità diplomatica nei rapporti tra Impero Austriaco e la Santa Sede. Una curiosità, sembra che Luca Beltrami (architetto e storico, 1854 – 1933), per lo studio relativo al restauro del Castello Sforzesco e per la costruzione della Torre del Filarete (inaugurata nel 1905), si avvalse proprio dei graffiti ritrovati all’interno dei resti della Cascina Pozzobonelli. Alcuni di questi raffiguravano il Castello Sforzesco nella sua forma originale con la Torre del Filarete, torre che fu edificata inizialmente nel 1452 circa da Filarete (architetto toscano) e che crollò a seguito di un’esplosione nel 1521. Ad essi si ispirò appunto Luca Beltrami. Ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 15/05/16 alle 19:27 via WEB
SANT’ ALBERTO DI BUTRIO-- L'eremo di Sant'Alberto di Butrio, sorge fra primi rilievi dell'Appennino Ligure, nella Valle Staffora dell'Oltrepò Pavese, in provincia di Pavia, in frazione Butrio del comune di Ponte Nizza, a 687 metri s.l.m., isolato in una chiostra di monti, tra verdi pascoli, castagni, querce e abeti. L'eremo di Sant'Alberto ha origini molto antiche. L’aspetto esteriore rivela le ristrutturazioni che si sono succedute nel tempo, l'interno invece ci porta indietro nel tempo e ci sentiamo pervasi da una sensazione di misticismo Considerata la perla dell'Oltrepò Pavese, l'abbazia fu fondata nell'XI secolo sui ruderi di una fortificazione romana dall'eremita sant'Alberto. Frate Ave Maria nasce a Pogli di Ortovero in provincia di Savona, il suo vero nome è Cesare Pisano, da ragazzo la sua vita cambia radicalmente quando giocando in paese con alcuni amici viene colpito involontariamente da un colpo di fucile ritenuto scarico perdendo la vista. Don Luigi Orione di Tortona lo ospita in un suo istituto assistito da una suora missionaria della Carità. Cesare Pisano attraversa un periodo molto difficile, ma sente crescere una particolare venerazione per la Madonna. E' l'anno 1923 quando entra a fare parte degli eremiti ciechi della Divina Provvidenza (fondato da don Orione), poi viene destinato in una isolata località allora poco conosciuta: l'eremo di Sant'Alberto nel comune di Ponte Nizza in valle Staffora (PV). In questo luogo Cesare Pisano, indossa la veste e prende il noma di frate Ave Maria datogli da don Orione. La sua grande umiltà, saggezza e disponibilità attira la venerazione di tantissime persone che desiderano incontrarlo per essere confortati, consigliati spiritualmente. Il 21 gennaio 1964 frate Ave Maria muore; un'immensa folla accorre ai funerali proclamandolo santo Le sue spoglie, venerate nell'eremo sono meta ogni giorno di pellegrinaggi Ciao a tutti gli amici del blog Teresa Ramaioli
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