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IL MUSEO DELLA CALZATURA di Teresa Ramaioli

Post n°23556 pubblicato il 18 Maggio 2016 da dinobarili
 

IL MUSEO DELLA CALZATURA di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 17/05/16 alle 18:50 via WEB
Museo della Calzatura ''Pietro Bertolini" di Vigevano é la prima istituzione pubblica in Italia, dedicata alla storia ed alla evoluzione della scarpa. Collocato nella suggestiva sede del Castello Sforzesco, la sua mission é quella di esprimere, attraverso la narrazione del prodotto, sia la storia e l'economia di Vigevano. La tradizione calzaturiera vigevanese é antica, testimoniata da uno Statuto comunale risalente al 1392. Sono nati a Vigevano il primo calzaturificio a modello industriale nel 1866, la prima fabbrica italiana di macchine per calzature nel 1901 e le prime scarpe da tennis realizzate in gomma degli anni '20. La fama internazionale di capitale della calzatura risale tuttavia agli anni '50/'60, quando le paia prodotte annualmente erano oltre 21.000.000, di cui gran parte destinata all'esportazione. E' contestuale a quest'epoca dorata la nascita del Museo, voluto dallo storico Luigi Barni ed intitolato al suo primo sostenitore, l'imprenditore Pietro Bertolini. Oggi é composto da quattro sale più una galleria che ospitano un'esposizione di circa 400 calzature, su un patrimonio complessivo di oltre 3000 pezzi. Ciao a tutti gli amici del blog Teresa Ramaioli

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 18/05/16 alle 19:35 via WEB
LA RADIO A MILANO---A Milano, dal 1923 era attivo il “Gruppo Radiotecnico Milanese”, fondato dall’ingegner Eugenio Gnesutta (uno dei pionieri della radio italiana) che ebbe i primi permessi di trasmissione dal Ministero delle poste. Nello stesso anno Gnesutta ed altri fondarono inoltre la ADRI (Associazione Dilettanti Radiotecnici Italiani) ed il radioamatore milanese Donner Flori iniziò delle trasmissioni con una certa regolarità dalla sua piccola stazione sperimentale. Nacquero anche due periodici che si occupavano di radio, il “Radio Giornale” di Ernesto Montù e l’anno dopo la “Radio per tutti”, rivista quindicinale. Nel giro di un paio d’anni, nella nostra città, venne installata una stazione trasmittente nella sede milanese della URI, in Corso Italia n. 23 e iniziò le trasmissioni il 28 dicembre 1925.Ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 18/05/16 alle 19:40 via WEB
LEGGENDA IRLANDESE IL QUADRIFOGLIO--A Dingle, tanto tempo fa, si teneva ogni anno una grande fiera frequentata da gente proveniente da tutti i paesi. Tra gli altri vi era anche un imbonitore che faceva camminare un gallo per una strada in salita. Il gallo trascinava dietro di sé una pesante trave legata alla sua zampa; o almeno, tutti pensavano che fosse una trave, accorrevano da tutte le parti e pagavano un penny per poter assistere a questo miracolo. Un giorno un vecchierello arrivò in città portando sulle spalle un carico di giunchi. Si meravigliò nel vedere tutta la gente attirata da quest'uomo e dal suo gallo; infatti lui riusciva a vedere soltanto un gallo che trascinava una pagliuzza. Pensò che quegli uomini fossero impazziti e cominciò a parlare con alcuni di loro per accertarsi di essere ancora sano di mente. Essi risposero; «Non vedi che meraviglia? Non vedi che il gallo sta trascinando dietro dì sé un'enorme e pesante trave?». «Ma no» disse il vecchio in tono burbero. «Sta trascinando solo una pagliuzza. Che cosa c'è di tanto meraviglioso?» Ben presto nacque una lite. L'imbonitore li udì e andò dal vecchio. Lo prese in disparte e gli chiese quanto voleva per il carico di giunchi che portava sulle spalle. il vecchio lanciò una cifra. A dire il vero non so se fosse elevata e a quanto ammontasse, ma qualunque cifra fosse l'imbonitore la pagò, anzi, pagò di più, il doppio di quanto il vecchio aveva chiesto. Non appena l'imbonitore gli tolse il carico di giunchi dalle spalle, il vecchio cominciò a dubitare dei propri sensi; adesso vedeva anche lui, legata a una zampa del gallo, una pesante trave. Si passò una mano davanti agli occhi, ma la trave rimase sempre lì. Il vecchio se ne andò dalla città e non riuscì più a comprendere la realtà. Egli non seppe mai che nel carico di giunchi portato sulle spalle c'era un quadrifoglio. Finché lo aveva avuto con sé, era riuscito a vedere la verità.Ciao Teresa Ramaioli
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