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IL QUADRIFOGLIO di Teresa Ramaioli

Post n°23597 pubblicato il 20 Maggio 2016 da dinobarili
 

IL QUADRIFOGLIO  di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 18/05/16 alle 19:40 via WEB
LEGGENDA IRLANDESE IL QUADRIFOGLIO--A Dingle, tanto tempo fa, si teneva ogni anno una grande fiera frequentata da gente proveniente da tutti i paesi. Tra gli altri vi era anche un imbonitore che faceva camminare un gallo per una strada in salita. Il gallo trascinava dietro di sé una pesante trave legata alla sua zampa; o almeno, tutti pensavano che fosse una trave, accorrevano da tutte le parti e pagavano un penny per poter assistere a questo miracolo. Un giorno un vecchierello arrivò in città portando sulle spalle un carico di giunchi. Si meravigliò nel vedere tutta la gente attirata da quest'uomo e dal suo gallo; infatti lui riusciva a vedere soltanto un gallo che trascinava una pagliuzza. Pensò che quegli uomini fossero impazziti e cominciò a parlare con alcuni di loro per accertarsi di essere ancora sano di mente. Essi risposero; «Non vedi che meraviglia? Non vedi che il gallo sta trascinando dietro dì sé un'enorme e pesante trave?». «Ma no» disse il vecchio in tono burbero. «Sta trascinando solo una pagliuzza. Che cosa c'è di tanto meraviglioso?» Ben presto nacque una lite. L'imbonitore li udì e andò dal vecchio. Lo prese in disparte e gli chiese quanto voleva per il carico di giunchi che portava sulle spalle. il vecchio lanciò una cifra. A dire il vero non so se fosse elevata e a quanto ammontasse, ma qualunque cifra fosse l'imbonitore la pagò, anzi, pagò di più, il doppio di quanto il vecchio aveva chiesto. Non appena l'imbonitore gli tolse il carico di giunchi dalle spalle, il vecchio cominciò a dubitare dei propri sensi; adesso vedeva anche lui, legata a una zampa del gallo, una pesante trave. Si passò una mano davanti agli occhi, ma la trave rimase sempre lì. Il vecchio se ne andò dalla città e non riuscì più a comprendere la realtà. Egli non seppe mai che nel carico di giunchi portato sulle spalle c'era un quadrifoglio. Finché lo aveva avuto con sé, era riuscito a vedere la verità.Ciao Teresa Ramaioli

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 20/05/16 alle 13:45 via WEB
Le nozze di Lorenzo il Magnifico---A soli venti anni Lorenzo Dé Medici governòa Firenze, con grande fermezza e larghezza di vedute. Nello stesso anno furono celebrate le sue nozze con Clarice Orsini, giovane dell'aristocrazia romana. L'avvenimento fu celebrato con molti, fastosi festeggiamenti. Per l'occasione molti furono i regali offerti dal contado fiorentino e dalle città toscane. Questi avvenimenti sono narrati con ricchezza di particolari da Piero di Marco Parenti, (Storia fiorentina). “Arrivarono al Palazzo di Via Larga centocinquanta vitelle, quattromila fra galline e papere, pesci, cacciagione e moltissime botti di vini "nostrali e forestieri" che Lorenzo generosamente distribuì al popolo anche prima di imbandire i veri e propri banchetti che si svolsero dalla domenica al martedì. Questi festeggiamenti fastosi sono richiesti dall'importanza della stirpe Orsini cui appartiene la sposa Clarice che fa il suo ingresso al palazzo a cavallo, accompagnata da un corteo di cavalieri. Le finestre della camera di Lorenzo sono ornate di rami d'olivo, simbolo di pace. Vengono allestiti cinque banchetti nel portico, nella loggia e nel cortile del palazzo; le tavole delle dame e quelle dei cavalieri - come vuole la regola del tempo - sono rigorosamente separate. Il tavolo della sposa si trova nella loggia e ad esso sono sedute cinquanta giovani nobildonne, mentre quelle anziane siedono all'interno del palazzo presiedute dalla madre dello sposo, nell'androne sono i giovani con Lorenzo e in altro tavolo gli anziani della città. Ma altre mense imbandite di vivande sono sistemate sia all'interno del palazzo sia sulla strada Tutte le portate sono precedute da squilli di tromba; i portatori si fermano ai piedi dello scalone e solo a un cenno stabilito dello scalco si dirigono parte al piano superiore e parte nelle logge in modo che le vivande a un tratto si posavano in ogni luogo. Anche l'apparecchiatura della tavola è accuratissima. Circondavano il David, la famosa statua bronzea di Donatello, alte tavole ricoperte da tovaglie; agli angoli enormi bacili d'ottone con i bicchieri; così anche è apparecchiato nell'orto attorno alla fontana. Sulle tavole una grande tazza d'argento colma d'acqua per rinfrescare bicchieri e bibite. Poi eravi le saliere d'ariento, forchette e coltellerie…. Ogni tavolo era inoltre rallegrato da danze, musiche e piccoli spettacoli. L'abbondanza e la generosità dei festeggiamenti per le nozze di Lorenzo de' Medici e Clarice Orsini sancirono in qualche modo la politica di relazione fra la città e la Signoria che la governava basata sulla magnificenza. Buona giornata Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 20/05/16 alle 13:47 via WEB
MONZA---Il Parco di Monza fu istituito il 14 settembre 1805 per volontà dell'imperatore Napoleone con lo scopo di farne una tenuta agricola modello e una riserva di caccia. La costruzione iniziò nel 1806, per volere del viceré Eugenio di Beauharnais, sui terreni a nord della Villa e dei Giardini Reali voluti da Maria Teresa d'Austria già nel 1777. Da un documento epistolare la madre Giuseppina Bonaparte chiede al figlio Eugenio di costruire un parco più grande di quello di Versailles. Il desiderio verrà esaudito: infatti mentre Versailles occupa un area di 250 ettari, il Parco di Monza sarà di ben 700 ettari.. Nel settembre del 1805 viene emanato un decreto imperiale per la costruzione del parco nel territorio monzese, allo scopo di farne una tenuta agricola modello e di caccia. In quegli anni Luigi Canonica, di origini svizzere, già allievo del Piermarini, era architetto "Nazionale" della corte francese e così venne incaricato della progettazione dell'opera. Il nuovo Parco, si estende verso Nord, quasi a lambire i primi rilievi collinari brianzoli. Vengono comprati i terreni, vasti circa 5 kmq, dai proprietari locali L'acquisizione dei terreni avviene in tre riprese, dal 1805 al 1808, procedendo subito dopo alla costruzione del muro di cinta, utilizzando i resti delle mura medievali della città. Intorno al 1808 il Parco di Monza diventa così il più esteso parco cintato d'Europa, con un muro di recinzione lungo 14 km. All'interno della cinta muraria furono compresi campi agricoli, strade, cascine, ville e giardini preesistenti e ora facenti tutti parte del complesso. Ciao Teresa Ramaioli
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