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PAVIA di Teresa Ramaioli

Post n°23785 pubblicato il 29 Maggio 2016 da dinobarili
 

PAVIA  di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo il 28/05/16 alle 16:01 via WEB
Chiesetta Beata Vegine Della Rosa---Un certo Nobiluomo a nome Marliani nel 1505 fece edificare, nell'area della attuale piazza della Rosa, un edificio di modeste dimensioni e lo destinò a collegio per studenti poveri. Annessa al complesso era stata costruita una chiesetta dedicata alla Beata Vergine, successivamente chiamata della Rosa. E' probabile che la chiesetta fosse stata edificata su di un'altra più antica elencata come S. Maria Conone. La chiesetta della Beata Vergine della Rosa rimase aperta al culto sino allo anno 1790, nel 1875 venne demolita e completamente distrutta. Buona passeggiata Teresa Ramaioli

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Commenti al Post:
aldogiorno
aldogiorno il 29/05/16 alle 10:23 via WEB
CIAO DINO, COMPLIMENTI PER IL POST. UNA BUONA DOMENICA ED UN CARO SALUTO ALDO.
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dinobarili
dinobarili il 29/05/16 alle 14:56 via WEB
Grazie per il bel commento. Dino
(Rispondi)
 
 
dinobarili
dinobarili il 29/05/16 alle 14:57 via WEB
Un saluto da Pavia. Dino
(Rispondi)
 
 
 
dinobarili
dinobarili il 29/05/16 alle 14:57 via WEB
Felicissima giornata. Dino
(Rispondi)
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 29/05/16 alle 18:10 via WEB
IL BISCIONE DEI VISCONTI---Come nacque il biscione dei Visconti? Perché proprio una vipera doveva finire sullo stemma di quella che per decenni fu la famiglia più importante di Milano? La storia non è chiara, ed ai curiosi restano solo alcune leggende. 1^ leggenda Desiderio, ultimo re dei Longobardi, antenato – si dice – dei Visconti, stava dormendo sull’erba. Era in guerra e, stanco di assalti e di combattimenti, aveva cercato un po’ di riposo all’uso dei soldati. Dormiva da alcune ore, quando i suoi cortigiani cominciarono a preoccuparsi: sembrava infatti loro che, a quel modo, il re trascurasse troppo gli impegni bellici. Decisero di svegliarlo, ma, avvicinatisi al dormiente, scoprirono che intorno al capo – come una corona – gli si era arrotolata una vipera. Non osarono muoversi e rimasero fermi ad aspettare che il re si svegliasse da solo. Quando Desiderio finalmente aprì gli occhi, la vipera scivolò via tra l’erba. Non gli aveva fatto nulla: si era accontentata di riposarsi un po’ sul suo capo. I cortigiani fecero tanto d’occhi e così pure Desiderio, quando gli fu raccontato il fatto. E stimando che l’avvenimento avesse un che di prodigioso, il re longobardo decise di accogliere nel suo stemma la vipera che, di generazione in generazione, giunse poi a Milano. Ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 29/05/16 alle 18:11 via WEB
Il riso - storia del canale Cavour- Le province di Novara e Vercelli, in Piemonte, sono oggi famose per la loro produzione di riso, tra le più importanti d’Europa. Questo è stato reso possibile tramite un’opera di canalizzazione che ha permesso di portare nei campi grandi quantità d’acqua necessaria a questa coltura. L’opera importante di questa rete di canali è costituita dal Canale Cavour, in onore del suo più importante promotore, il conte Camillo Benso di Cavour. L’opera era stata ideata da un agrimensore vercellese, Francesco Rossi, nel 1842, ma in seguito il conte di Cavour, al tempo Presidente del Consiglio del Ministri del Governo Piemontese, affidò il progetto all’ingegnere Carlo Noè. Realizzato tra 1863 e 1866, il canale è una straordinaria opera di idraulica. Negli 85 chilometri percorsi, da Chivasso, dove le acque escono dal Po, fino al Ticino, nei pressi di Galliate, si incontrano 110 ponti, 210 sifoni e 62 ponti-canale. Ai tempi in cui il canale fu costruito, le paratoie si azionavano con appositi meccanismi manuali da una galleria coperta, alta oltre 4 m e situata nella parte superiore dell’edificio. Il sistema dell’imbocco è completato da due canali scaricatori, uno serve ad evitare che i materiali galleggianti, come i tronchi d’albero sradicati dalle piene, finiscano nel canale. L’altro evita che vi entri acqua in esubero. In questo modo le acque che entrano nel canale non sono mai in eccesso, annullando così il pericolo di una piena, e non trasportano materiali che potrebbero risultare pericolosi. E’ grazie a questa imponente opera, e alla lungimiranza dei suoi ideatori, se l’agricoltura di queste due province è tanto fiorente. Ciao Teresa Ramaioli
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dinobarili
dinobarili il 31/05/16 alle 05:26 via WEB
Buona giornata. Dino
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