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"CHI SONO?" di Teresa Ramaioli

Post n°23974 pubblicato il 07 Giugno 2016 da dinobarili
 

"CHI SONO?" di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 06/06/16 alle 19:06 via WEB
Chi sono io? Chiese un giovane ad un maestro di spiritualità. “Te lo spiego con una piccola storia” rispose il saggio. Un giorno, dalle mura di una città, verso il tramonto si videro sulla linea dell’orizzonte due persone che si abbracciavano. “Sono un papà e una mamma”, pensò una bambina innocente. “Sono due amanti”, pensò un uomo dal cuore torbido. “Sono due amici che s’incontrano dopo molti anni”, pensò un uomo solo. “Sono due mercanti che hanno concluso un buon affare”, pensò un uomo avido di denaro. “E’ un padre che abbraccia un figlio di ritorno dalla guerra”, pensò una donna dall’anima tenera. “E’ una figlia che abbraccia il padre di ritorno da un viaggio”, pensò un uomo addolorato per la morte di una figlia. “Sono due innamorati”, pensò una ragazza che sognava l’amore. “Sono due uomini che lottano all’ultimo sangue”, pensò un assassino. “Chissà perché si abbracciano”, pensò un uomo dal cuore arido. “Che bello vedere due persone che si abbracciano”, pensò un uomo di Dio. “Ogni pensiero”, concluse il maestro,” rivela a te stesso quello che sei. “Esamina di frequente i tuoi pensieri: ti possono dire molte più cose su di te di qualsiasi maestro”. (Bruno Ferrero) -- Buona giornata Teresa Ramaioli

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 07/06/16 alle 18:00 via WEB
ERBE SPONTANEE---La cicoria selvatica viene considerata "orologio floreale” poiché i suoi fiori si aprono a ore fisse e si chiudono circa cinque ore dopo, oppure che la borragine è chiamata 'il maiale dei poveri” perché si utilizzano tutte le parti della pianta. Grazie agli scritti lasciati nel Codice Atlantico possiamo desumere che Leonardo conosceva e sperimentava erbe o spezie, tra queste curcuma, aloe, zafferano, fiori di papavero, fiordalisi, ginestre, olio di semenza di senape e olio di lino. Il Genio negli ultimi anni della sua vita firmò pure un’inedita bevanda:“l'Acquarosa di Leonardo'”. La ricetta, rintracciabile nel Codice Atlantico conservato a Milano alla Biblioteca Ambrosiana, è descritta con precisione negli ingredienti (acquarosa, zucchero, limone) e nel sistema di filtraggio (colati in “tela bianca”).La bevanda doveva essere servita fresca, ed era definita da Leonardo adatta all’estate calda dei Turchi. Durante la sua gioventù, Leonardo avrebbe fondato con l’amico Botticelli "Le Tre Rane”, un' osteria in prossimità di Ponte Vecchio, dove sembra sperimentò alcune delle idee che ritroviamo nei suoi disegni, quali lo strumento tritura cibo e un marchingegno per automatizzare lo spiedo degli arrosti. Ciao Teresa Ramaioli
(Rispondi)
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 07/06/16 alle 18:01 via WEB
IL GINEPRO---Nel medioevo i rametti del ginepro godettero di buona fama, e alcuni autori sottolineano quanto fosse: “odorifero e buono per la carne allo spiedo, perché lascia dentro di essa il suo sapore”. Il ginepro è entrato in molte ricette dedicate alla selvaggina, e il suo legno è stato utilizzato nelle cotture allo spiedo e alla griglia perché trasmetteva alle carni un gradevole aroma . Nelle credenze popolari il ginepro era consigliato, per le sue foglie pungenti, come rimedio contro le streghe, e di questa pianta doveva essere sia il bastone per girare la polenta, che un ramo appeso sopra la porta della casa o della stalla. In molti paesi c'era e c'è l'abitudine di piantare il ginepro vicino alla casa e addirittura si colpivano con le fronde eventuali fessure o crepe del muro per evitare che quei punti potesso diventare delle vie per le negatività, le malattie e gli spiriti malvagi. Con i rami di ginepro, che possiede proprietà toniche, digestive, stimolanti, diuretiche e sudorifere, si alimentava il fuoco quando in casa c’era un malato, le foglie appena raccolte si distribuivano su piastre incandescenti del camino, in modo che i suoi effluvi aromatici e medicamentosi inondassero la stanza. L' abate Kneipp consigliava di avvolgere il malato d’influenza in una coperta riscaldata con i vapori di una pentola in cui bollivano rami e bacche di ginepro. Questo suggerimento è passato alla storia della fitoterapia popolare col nome di mantello del dottor Kneipp. Come condimento e aromatizzante il ginepro è oggi molto apprezzato in gastronomia: le sue bacche servono nelle marinate, nei ripieni, nelle zuppe, nelle marmellate, in liquoristica, ricordiamo il gin e le grappe. Ciao Teresa Ramaioli
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