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VERONICA E LIDIA racconto (624) di Dino Secondo Barili

Post n°24380 pubblicato il 28 Giugno 2016 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Questestorie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla ache

vedere conpersone o fatti realmente avvenuti)

racconto del giorno

624

Veronica e Lidia

Si sa che negli Uffici le cose “non” vanno sempre bene. Anzi, spessovanno piuttosto male. Una delle cause è il comportamento di alcuni “personaggi”che in tali Uffici “cercano di fare carriera”. Un anno fa, ne sapeva qualcosaVeronica, impiegata a Milano, trentacinque anni, bellissima, ma sfortunata inamore. Infatti, a trentacinque anni non aveva ancora un “moroso” fisso… unmoroso che, come si dice, avesse le idee chiare. Un moroso il quale sapesse “cosafare da grande”. Ci sono, infatti, giovanotti che a quarant’anni non sannoancora dove stare. Se…sotto le gonne materne oppure quelle della moglie. Se aquarant’anni un giovanotto “non” sa di essere un uomo (perché di uomo sitratta) quando dovrebbe saperlo? Veronica cercava l’uomo … non il cocco dimamma. Un uomo per fare una famiglia ed avere dei figli. Un anno fa, Veronicaera giù di corda. In Ufficio la situazione era piuttosto confusa causa lesolite invidie e gelosie. La trentacinquenne cercava una “via d’uscita”. Unsabato mattina di un anno fa, Veronica era in Piazza della Vittoria a Pavia peril solito caffè. Per caso incontrò la sua compagna delle elementari, Lidia, anchelei impiegata a Milano, che non vedeva da parecchio tempo. Ad aprire ildiscorso è stata proprio Lidia. “Veronica come stai?” Veronica aveva bisogno disfogarsi. “Lidia non parlarne. In Ufficio si potrebbe stare bene… se non cifossero le solite invidie e gelosie …e qualcuna che cerca di “emergere”calpestando tutti a destra e a manca” Anche Lidia aveva qualcosa da dire.“Veronica non ti dico le mie, altrimenti dovrei parlarne fino a domani mattina.Ormai ci ho fatto il callo. Anzi, ho trovato la strada per non mangiarmi ilfegato” Veronica comprese al volo il discorso dell’amica. “Lidia, dimmi, dimmi…quale soluzione hai trovato?” La compagna della elementari si sentì orgogliosa.“Veronica, mi sono data alla pittura…” – “Alla pittura?” – “Si, alla pittura.Nel senso che da sei mesi mi sono iscritta ad un corso di Pittura,. Ti assicuroche, per me, è stata la soluzione ideale. Il sabato pomeriggio c’è la lezione.Un’ora di teoria…e poi… pratica sul campo. Ogni volta una nuova località. Unnuovo soggetto da riprendere …e soprattutto da vivere” Veronica si entusiasmò.“Lidia, mi servono altri particolari. Posso iscrivermi anch’io?” La  compagna delle elementari chiese prima ditutto di prendere un buon caffè. Poi… di osservare il grande numero di personeche frequentava in quel momento Piazza della Vittoria, il “salotto” di Pavia. La Piazza era un unicobrulicar di teste…sopra le quali emergeva la bellezza di una architetturaantica…fatta di Palazzi di epoche diverse accomunati da piacevole armonia. Lidiacontinuò. “Vedi, Veronica. Un anno fa, ho lasciato il moroso che avevo perchécontinuava a rimandare una eventuale convivenza. Ho deciso di darmi allapittura. Ho scoperto che l’impegno di un pomeriggio alla settimana non mirichiedeva sacrificio. Inoltre mi aiutava a liberare la mente dalle “paturniedell’Ufficio”. Mi ricaricava e mi dava nuova energia per iniziare bene lasettimana successiva. Al corso partecipano pure alcuni uomini suicinquant’anni… molto interessati all’arte. Si tratta di Benestanti che voglionoapprofondire il mondo dell’arte. Anzi, se devo dirti la verità, è stata propriola presenza di tali Benestanti che mi fa aspettare il sabato pomeriggio. Peradesso ho ancora le idee confuse, ma se un giorno “scoppiasse l’amore” ne sareifelice” Veronica non attese oltre. “Lidia, mi iscrivo anch’io. Come devo fare?”– La compagna delle elementari aveva colpito nel segno. A volte non ci siiscrive ad un Corso per imparare, ma per le persone che vi partecipano. Non erapassata una settimana e anche Veronica era iscritta la Corso di Pittura. Non erapassato un mese e la trentacinquenne aveva allacciato ottimi rapporti con ilDott. Stefano un cinquantenne, Benestante di Lodi. Veronica non avrebbe maiimmaginato di poter incontrare l’uomo che aveva sempre sognato. Infatti, dopopoco, Stefano propose a Veronica una vacanza a Londra per visitare i Musei diquella grande Città. Veronica accettò e andò in brodo di giuggiole…Era daimmaginare il perché. D’altro canto anche il Dott. Stefano di Lodi, nonimmaginava di iscriversi ad un Corso di Pittura e incontrare Veronica, unabellissima trentacinquenne, alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine delmondo. Del resto aveva ragione l’antica canzone: “Quando danza la Fortuna…/ tutta l’aria siprofuma. / Se poi danza alla tua porta / sai tu dirmi che ti porta?” Larisposta è semplice come bere un bicchier d’acqua … “l’amore, la felicità. ” -(624)

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