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LA BICICLETTA DI BARTALI di Teresa Ramaioli

Post n°24467 pubblicato il 03 Luglio 2016 da dinobarili
 

LA BICICLETTA DI BARTALI  di Teresa Ramaioli

 
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 02/07/16 alle 18:06 via WEB
LA BICICLETTA DI BARTALI----Gino Bartali, detto anche "Ginettaccio" per quel carattere un po' spigoloso, tra il 1943 e il 1944 salvò oltre 800 persone con un mezzo che conosceva bene: la sua bicicletta. "L'autunno del '43 è stato uno dei momenti più terribili della guerra. Bartali iniziò a trasportare documenti falsi da Assisi, dove c'era una stamperia clandestina, al vescovo di Firenze che poi li distribuiva agli ebrei per farli espatriare. Percorreva 185 chilometri avanti e indietro in un solo giorno: se fosse stato scoperto sarebbe andato incontro alla fucilazione. Gino Bartali non amava far sapere le sue gesta. Per molto tempo non raccontò a nessuno degli oltre 800 ebrei salvati dalla morte durante la guerra perché secondo lui "il bene si fa ma non si dice". Nell'autunno del '43 Bartali venne arrestato a Firenze. Venne fermato ma nessuno controllò la sua bicicletta, grazie a questa dimenticanza il campione si salvò. Nel 2006 è stata conferita alla memoria di Gino Bartali, dal Presidente della Repubblica di allora Ciampi, la Medaglia d'oro al valore civile e nel 2013 gli è stata assegnata dallo Stato di Israele l'importe onorificenza di Giusto fra le Nazioni. Ciao Teresa Ramaioli

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 03/07/16 alle 21:51 via WEB
TEMPO DI...ALBICOCCHE----L’albicocca, considerata in passato frutto rarissimo, sembra che fosse apprezzata già quattromila anni fa dagli imperatori cinesi. Proveniente dall’Asia Centrale questa pianta si diffuse, dopo le conquiste di Alessandro Magno, sulle rive del Mediterraneo e conosciuta in Europa grazie ai Romani. Furono gli Arabi a diffondere la coltivazione dell'albicocco attorno al X secolo, per scopi gastronomiche e farmacologici. Oggi è coltivato dovunque vi sia un clima abbastanza caldo. La buccia del frutto varia dal giallo pallido al rosso aranciato. La sua polpa, profumata, è nutriente, ricca di sali minerali e vitamine, utili nella terapia delle anemie, dei difetti della vista e del mal d'orecchi. Nella cosmesi popolare l’albicocca è indicata anche alla cura della pelle. L’olio ottenuto dai suoi semi, racchiusi nel nocciolo, è molto efficace sia per il trattamento delle smagliature che delle rughe. Le albicocche possono essere consumate fresche, secche, sciroppate e anche sotto forma di succo. Ai più golosi ricordo che la marmellata usata per farcire la squisita torta Sacher, una delle più grandi delizie del mondo, è proprio di albicocche. I maggiori benefici offerti da questo frutto si ricavano proprio durante la stagione della raccolta che va da maggio a luglio, scegliere i frutti con colore vivo e profumati, evitando quelli troppo acerbi che non svilupperanno mai il sapore del frutto maturo. L’albicocca è molto deperibile, per questo è consigliato conservarla in frigo e consumarla entro una settimana. A causa della loro facile deperibilità vengono conservate e trattate in diversi modi: essiccate, sciroppate, usate per produrre succhi, sciroppi, marmellate, mostarde, gelatine. In cucina sono usate nella preparazione di dolci, creme e gelati. Come spuntino o alla fine di un pasto sono ottime quelle fresche. Ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 03/07/16 alle 21:52 via WEB
ANGELA MERINI---Alda Giuseppina Angela Merini nasce il 21 marzo 1931 a Milano da famiglia di condizioni economiche modeste. Il padre, Nemo Merini, svolgeva lavoro di dipendente presso assicurazioni e la madre, Emilia Painelli, era casalinga. Mediana tra i due fratelli Anna ed Ezio, dopo aver terminato il ciclo elementare con voti molto alti, frequenta i tre anni di avviamento al lavoro presso l'Istituto "Laura Solera Mantegazza e cerca di essere ammessa al Liceo Manzoni, ma non riesce perché non supera la prova di italiano. Nello stesso periodo si dedica allo studio del pianoforte esordendo come autrice a soli quindici anni, sotto la guida di Giacinto Spagnoletti che scoprì il suo talento artistico. Nel 1947, Alda Merini incontra "le prime ombre della sua mente" e viene internata per un mese nella clinica Villa Turro a Milano. Quando ne esce alcuni amici le sono vicini e Giorgio Manganelli, che aveva conosciuto a casa di Spagnoletti insieme a Luciano Erba e Davide Turoldo, la indirizza in esame presso gli psicoanalisti Fornari e Musatti. Alda Merini muore il 1º novembre 2009 a causa di una affezione tumorale all'ospedale San Paolo di Milano. Dopo l'allestimento della camera ardente i funerali di stato sono stati celebrati nel pomeriggio del 4 novembre nel Duomo di Milano. Ciao a tutti gli amici del blog Teresa Ramaioli
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