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MILANO di Teresa Ramaioli

Post n°24573 pubblicato il 08 Luglio 2016 da dinobarili
 

MILANO  di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 07/07/16 alle 18:31 via WEB
Castello Sforzesco di Milano---- Il grande affresco sulla volta della Sala delle Asse è una importante decorazione artistica di Leonardo da Vinci, è un pergolato di frutta e nodi con l’araldica di Ludovico. E' noto che Leonardo da Vinci avesse una vera e propria passione per rebus e sciarade, veri intrecci (nodi) della mente. Leonardo ha spesso utilizzato il nodo come firma. La Sala delle Asse è una delle stanze più suggestive del Castello, dove Leonardo lavorò, nascosto da decine di strati di pittura sovrapposta nei secoli c’è un esteso pergolato formato dai rami fioriti e fittamente intrecciati ai quali si annoda, con un gioco prezioso, una corda d'oro. Al culmine dell'intreccio vegetale è rappresentato lo stemma araldico degli Sforza. Il capolavoro è tornato alla luce grazie al lavoro certosino dei restauratori, realizzato con bisturi per non intaccare l’intonaco originale. La sala è detta Camera dei Moroni, dedicata a Ludovico Sforza detto il Moro per l’incarnato scuro, ma anche per il lavoro di valorizzazione della produzione della seta, che si basava su estensive colture del gelso (in latino morus). Ciao Teresa Ramaioli

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 08/07/16 alle 19:32 via WEB
SAN GIOVANNI NEPOMUCENO-----Questo Santo è detto “Nepomuceno” perché nacque a Pomuk (antico nome di Nepomuk) in Boemia, tra il 1340 e il 1350. Già sacerdote, frequentò l'Università di Padova, e vi conseguì il dottorato in legge nel 1387.Ritornato a Praga, fu Parroco, quindi Vicario Generale e Arcidiacono.Nel 1393 il re Venceslao VI volle creare di suo arbitrio una nuova diocesi, e mettervi per Vescovo un suo favorito. L'Arcivescovo di Praga si oppose, e Giovanni Nepomuceno gli fu di aiuto con la sua competenza di avvocato, e la fermezza del suo carattere. Venne arrestato e sottoposto a tortura; anzi il Re medesimo si unì ai carnefici. In questa occasione, essendo stato parecchie volte confessore della regina Sofia, il Re pretese che Giovanni violasse il segreto della confessione, e rivelasse quel che aveva udito; il Santo oppose un energico rifiuto.Alla fine lo trascinarono sul ponte della Moldava a Praga, e lo gettarono nelle acque del fiume, dove annegò: era la notte tra il 19 e 20 marzo del 1393. MILANO--(all'incrocio di corso di Porta Romana con le vie Santa Sofia e Francesco Sforza).Il ponte che lungo il corso serviva a superare il naviglio era ornato con una statua che rappresentava san Giovanni Nepomuceno, un santo con un nome così particolare che i milanesi l’hanno sempre chiamato “San Giuàn né pü né men”. Giovanni (Jan) Nepomuceno, è stato un sacerdote boemo, canonico nella cattedrale di Praga e predicatore alla corte di re Venceslao, il quale lo fece uccidere per annegamento. È stato proclamato santo da papa Benedetto XIII nel 1729: è patrono della Boemia, dei confessori e di tutte le persone in pericolo di annegamento. La sua festa cade il 20 marzo. A Milano, dopo che il papa Innocenzo XIII riconobbe il culto di S. Giovanni Nepomuceno alll’inizio del diciottesimo secolo, vengono erette tre statue raffiguranti il Santo di cui una sul ponte di Porta Romana, mentre le altre due erano situate sul ponte di Porta Orientale (corso Venezia) e sulla piazza d’armi del Castello. Sembra che quella nel cortile maggiore del Castello, sia quella rimossa dal ponte di Porta Romana alla chiusura dei navigli, in realtà (quella del Castello )è l’unica delle tre statue sopravvissuta. Ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 08/07/16 alle 19:35 via WEB
1 APRILE 1925: PRIMO SEMAFORO A MILANO---A due anni dal brevetto di Garret Augustus Morgan, l'invenzione testata negli Stati Uniti, che ha rivoluzionato il transito di auto e pedoni, arriva anche nel nostro Paese.-Tra piazza del Duomo, via Orefici e via Torino, viene inaugurato il primo semaforo. La gente accorre curiosa, a contare i secondi, a controllare il rosso e le poche automobili nelle strade, poi via, con il verde, con passo veloce. Poi tutti fermi e avanti, indecisi di fronte al giallo a guardare meravigliati «una diavoleria che cambia i tempi della città». Inizialmente più utile ai pedoni per evitare, quand’era in funzione (solo dalle 15,15 alle 19,15), di essere travolti dai rari veicoli allora in circolazione "Poteva illuminarsi con un luce rossa (stop per le automobili), bianca e rossa (via con i pedoni, stop ai veicoli); gialla (via ai tram); verde (via alle automobili e motocicli), oppure gialla e verde, per dare il via a tutti i veicoli indistintamente".Il pubblico vi assiste “come ad un cinematografo incomparabile, trovandovi uno spasso che uno più bello non si saprebbe immaginare"... Il risultato? "Invece di circolare, i veicoli stavano fermi, inchiodati nelle vie di provenienza da lunghissime code su due o tre file, formate da trams, automobili, carrozze e carri, motociclette e biciclette in cordiale promiscuità frammisti, nel gioioso conforto della famosa sorte comune e nella strepitante cacofonia di clakson, trombe, campanelli d’ogni timbro e d’ogni forza, sonanti la feroce sinfonia della protesta" L' aria avvelenata dallo smog, le code ai semafori sono ancora lontane. Da Milano, ciao Teresa Ramaioli
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