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MILANO di Teresa Ramaioli

Post n°24858 pubblicato il 25 Luglio 2016 da dinobarili
 

MILANO  di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo il 24/07/16 alle 19:12 via WEB
IL PIRELLONE --MILANO---Il grattacielo Pirelli ideato da Gio Ponti nel 1950, simbolo del razionalismo italiano, è considerato uno dei più importanti esempi dell’architettura contemporanea. Iniziato nel 1953 fu ultimato nel 1960 e raggiunge l’altezza di 127 metri. La tradizione voleva che nessun edificio di Milano potesse superare la Madonnina del Duomo (situata a 109 metri di altezza). La regola era diventata addirittura norma comunale negli anni ’30 del secolo scorso. Allora, in segno di rispetto per la tradizione non rispettata, fu realizzata e posata sulla sommità del grattacielo una copia in oro, in miniatura della Madonnina, 85 cm contro i 4,16 metri della statua originale. Il progetto del Grattacielo Pirelli rispetta gli ideali architettonici di Gio Ponti, secondo il quale “l’architettura è un cristallo”. La struttura di cemento armato, formata da quattro grandi piloni visibili anche all’esterno, contiene le facciate in vetro e acciaio e conferisce all’edificio un rigore geometrico, trasparente e essenziale. Il Pirellone svetta sul lato sud ovest di piazza Duca d’Aosta, appena fuori della Stazione Centrale. Il 26° piano, detto "Piano della memoria"è lasciato vuoto nella sua parte centrale per ricordare le due vittime causate dallo schianto di un aereo da turismo contro l'edificio, avvenuto il 18 aprile 2002. Il 31° e ultimo piano, detto il "Belvedere, con le sue pareti interamente di vetro , offre una spettacolare vista a 360°che permette di abbracciare l'intera città e il panorama circostante fino ad arrivare, nelle giornate limpide, al profilo delle Alpi. Buona passeggiata a Milano, ciao Teresa Ramaioli

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 25/07/16 alle 13:48 via WEB
La Dama con l’Ermellino, ritratto di Cecilia Gallerani dipinto da Leonardo intorno al 1490 .Cecilia Gallerani (1473- 1536) nasce a Siena in un famiglia borghese, il padre, Fazio, ricopre diversi incarichi presso la corte milanese, è anche ambasciatore a Firenze e Lucca. Sua madre, Margherita Busti è la figlia di un celebre giurista. Ha sei fratelli, Cecilia ben istruita, conosce il latino, la musica, legge, scrive poesie e ha una bella voce. Qualità apprezzate alla corte degli Sforza, nelle riunioni in cui gli intellettuali milanesi discutono di filosofia e letteratura. Ha dieci anni quando viene promessa in sposa a Stefano Visconti, il fidanzamento viene rotto quattro anni dopo, nel 1487, per motivi sconosciuti. Nel maggio del 1489 la ragazza lascia la casa paterna, nei pressi di Porta Comasina (oggi Porta Garibaldi), sotto la Parrocchia di San Simpliciano e vive indipendentemente nella città milanese sotto la Parrocchia del Monastero Nuovo, e forse lì incontra Ludovico Sforza, il Moro. Ha 17 anni o 18 quando Leonardo, pittore alla corte di Milano, la ritrae nel suo capolavoro. Il signore di Milano, dal carattere irruento e sanguigno, è scapolo. Cecilia diventa la sua amante ma un anno dopo Ludovico sposa Beatrice d’Este. La giovane donna continua ad abitare nel suo appartamento nel castello milanese e nel 1491 dà al Moro un figlio, Cesare, che prenderà la carriera ecclesiastica e morirà giovanissimo nel 1514. Beatrice d’Este scopre la loro relazione e Ludovico chiede a Cecilia di lasciare il castello di Porta Giovia. Cecilia va a vivere a palazzo Verme, nel 1492 sposa il conte Ludovico Carminati de’ Brambilla, conosciuto come “Il Bergamino“. Dopo la morte di suo marito e di suo figlio si ritira a San Giovanni in Croce, un castello nei pressi di Cremona dove muore nel 1536. Cecilia fu una delle donne più eleganti e sofisticate della corte milanese. Una piccola curiosità. Nell'estate del 2000 gli studiosi hanno scoperto le tracce dei polpastrelli di Leonardo sulla collana: per ottenere gli effetti d'ombra delle perle, infatti, l'artista non aveva usato il pennello ma le dita, con le quali aveva sfregato il colore ancora morbido. Ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 25/07/16 alle 13:56 via WEB
LEONARDO DA VINCI---Andiamo in Francia , ad Amboise , a due ore e mezzo di auto da Parigi , nel cuore della Loira, ecco il castello Le Clos-Lucé con un prato in pendio, tanti alberi, un grande parco e un fiume pieno di pesci. E' un castello del 1400, qui Leonardo ha vissuto i suoi ultimi tre anni , come " primo pittore,ingegnere e architetto" del suo amico re Francesco I. Qui sono state allevate le madri, le sorelle, le spose dei sovrani francesi e Luisa di Savoia ha preparato lo stesso Francesco I a diventare re… Dal 1802 e' un monumento storico, sopravvissuto alla violenza della Rivoluzione. Nella incantevole Cappella di Saint-Hubert , vicino al Castello reale di Amboise, si trova la tomba del maestro. Esiste infatti una copia dell'atto di inumazione, depositata nella collegiata reale di Saint-Florentin, ad Amboise, in data 12 agosto 1519. Probabilmente al corpo di Leonardo da Vinci si e' dato prima una sepoltura provvisoria, poi quella ufficiale. Pochi decenni dopo , le guerre di religione hanno provocano alcuni danni. Tre secoli dopo, nel 1802, Napoleone fa restaurare i monumenti d'Amboise. Il senatore incaricato fa demolire la Cappella di Saint-Florentin. Usa le pietre sepolcrali per riparare il castello. E il piombo di alcune bare viene fuso. Ma ... la bara di Leonardo ? Nessuno lo sa. Nel 1863 un poeta si mette a scavare la' dove una volta c'era la cappella di Saint-Florentin, trova uno scheletro, vicino al quale c'e' una lastra con scritto : EOS DUS VINC. Forse voleva dire " Leonardus Vincius?" Viene fatto un calco al teschio perche' lo si possa esaminare a Parigi. Le ossa sono prima smarrite poi ritrovate, e fatte seppellire nel 1874 nella Cappella di Saint-Hubert ad Amboise, dove oggi si trovano . I frammenti dell'antica lastra dissotterrata sono riprodotti in una stampa presso la Biblioteca Nazionale di Parigi. E' tutto quello che rimane di questa storia. E come in vita , anche in morte la figura di Leonardo da Vinci resta sotto il segno dell'enigma e del mistero. Un altro mistero riguarda la origine di sua madre. Sembra che piu' che una serva , la mamma di Leonardo era una schiava non italiana. In quegli anni in Toscana ce ne erano tantissime e non avevano diritti, probabilmente era una convertita e la maggior parte di esse si chiamavano Caterina come Lei, forse era araba, ebrea, circassa (popolazione del caucaso) .E così, ai tanti misteri della vita di Leonardo, si aggiunse anche questo della madre, la povera Caterina, con la quale il donnaiolo ser Pietro faceva bellamente all’amore, nonostante stesse per portare all’altare Albiera, figlia dell’Amadori, notaio. La storia dice poco. Si sa solo che quando la serva fu mandata, secondo il costume dei paesi sulle colline toscane , a sgravarsi nel casale che ancora oggi esiste, era l’aprile del 1452. Una camera dal soffitto basso con pagliericcio, attaccata alla cucina col camino, poche nicchie nel muro per riporvi ramaiole, caldaie e il pennato: qui la giovane Catharina attese, assieme alla levatrice la nascita del figlio.Per i casi della vita la nascita di Leonardo venne messa, nero su bianco, da Antonio, il nonno. “Nachue (nacque) un mio nipote, figliuolo di ser Piero mio figliuolo, a dì 15 d’aprile (1452) in sabato a ore 3 di notte. Ebbe nome Lionardo…”. Il resto si può immaginare: pochi soldi di dote per mandar via Caterina e poi il battesimo, senza la mamma. Lo sappiamo ancora dal nonno, che ebbe a registrare con precisione i presenti attorno a quel fonte di pietra, tuttora intatto. “Battizzollo Piero di Bartolomeo da Vinci, in presenza di Papino di Nanni, Meo di Torino, Pier di Malvolto, Monna Lisa di Domenico di Brettone”. C’erano tutti: prete, testimoni e intimi. Mancava Caterina, che ritroveremo poi sposata a Antonio del Vacha, detto Accattabriga, soprannome che non prometteva nulla di buono. In gioventù doveva essere stato un soldataccio di ventura. Caterina,rimasta sempre lontana da Leonardo, si ricongiungerà al figlio, pare certo ,nel 1493 a Milano. E in una casa di Porta Vercellina, nel territorio della parrocchia dei Santi Nabore e Felice, morirà il 26 giugno 1494, dopo lunga malattia. Per le cure prima e poi per i funerali, Leonardo annotò le spese (eccessive per una servente, non certo per una madre): “Quattro chierici, cinque sotterratori, un medico, le candele…”. Il ritrovamento del suo atto di morte e' in un registro dell'Archivio di Stato di Milano che ci rivela che e' morta il 26 giugno 1494 . Ciao Teresa Ramaioli
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