dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 05/03/2014
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto della Domenica
Amore e paturnie (337°)
Merito dei mezzi di comunicazione di massa, oppure del fatto evolutivo della specie (uomo – donna) oggi, le persone di sessant’anni … ne dimostrano quaranta… o giù di lì. Elemento principale… l’attività fisica. Oggi, tutte le persone sanno che per tenersi in buona salute occorre fare ginnastica, studiare, avere progetti di vita sana e dinamica. Ne sapeva qualcosa il Dott. Adalberto, sessant’anni, psicologo, il quale nella sua professione aveva seguito un codice ben definito. Il problema comunque, per lo Psicologo, non erano gli uomini… ma le donne. E’ noto che donne hanno un “orologio biologico” molto raffinato e quotidianamente presente: lo specchio e le rughe. Sono spesso le rughe che mandano in crisi e in depressione le donne. Il Dott. Adalberto non trovava alcuna difficoltà a parlare con gli uomini. L’attività fisica era il loro pallino… correre, camminare, andare in bicicletta e vari tipi di ginnastica. Le donne, invece, pur applicandosi molto alle corse, camminate, bicicletta e ginnastiche varie, cadono spesso in depressione. Un anno fa, a Pavia, il Dott. Adalberto ha creato un gruppo di volontariato che alle sette del mattino si riuniva lungo le rive del fiume Ticino per lunghe camminate. C’erano pure momenti di sosta e parecchi esercizi di respirazione. “L’attività fisica non basta.” – diceva il Dott. Adalberto –“Bisogna avere la mente libera da pensieri… Inoltre, è necessario avere davanti agli occhi immagini positive e cariche di piacere.” Un anno fa, il Dott. Adalberto, predicava bene, ma notava che la Signora Bruna, una bionda sessantenne, nubile, era “persa” nei suoi pensieri. Alla prima occasione in cui il Dottore si trovò solo, a tu per tu, con la Signora Bruna affrontò il problema. “Come mai quello sguardo assente? Hai dei problemi?” La sessantenne non rispose. Accennò a qualcosa di incomprensibile. Il Dott. Adalberto non si perse d’animo. Era abituato a “sciogliere nodi”. A sessant’anni ne aveva viste di tutti i colori e conosciuto storie di ogni genere. Forse, per quello non aveva ancora trovato il tempo e la voglia di sposarsi. Da quel giorno, intanto, la Signora Bruna non si era più presentata agli incontri del Gruppo… alle sette del mattino sulla riva del fiume Ticino. Dopo qualche settimana, un lunedì, per caso, Adalberto e Bruna si incontrarono in Piazza della Vittoria. Adalberto, come Psicologo era curioso per natura. Ne approfittò subito per affrontare l’argomento. “Bruna, come mai non ti sei fatta più vedere? Ti sei offesa perché ti ho fatto quella domanda? Con me puoi parlare… è il mio mestiere…” La Signora sessantenne fece una smorfia. Si vedeva lontano un miglio che aveva bisogna di sfogarsi. “Vede Dottore…” – Adalberto l’interruppe… “No, no…cominciamo male. Chiamami Adalberto.” La Signora Bruna si sentì disarmata. Fece uno sforzo… poi riprese a parlare. “Vedi, Adalberto, tu assomigli come una goccia d’acqua, all’uomo che ho amato per dieci anni… vent’anni fa. Anche se sono nubile ho coltivato l’amore più di ogni altra cosa. Ogni volta che ti guardo in faccia, ritrovo parole, modi, atteggiamenti che mi riportano a quel tempo e quell’amore mai dimenticato. Ecco il motivo per cui non ho più partecipato alle camminate del Gruppo.” Bruna tacque come se avesse perso la voce. Adalberto, da psicologo navigato quale era, aveva capito tutto. “E cosa vorresti dire? Che non sarebbe possibile vivere e rivivere… insieme … oggi… quello che hai vissuto vent’anni fa? Secondo me, è un errore sentirsi schiavi di un passato che comunque non deve essere dimenticato o ignorato. E’ proprio nel “presente” che il passato può dare i suoi migliori frutti…” Saranno stati i discorsi, oppure la voce dello Psicologo…ma la Signora Bruna si sciolse come ghiaccio al sole. Prese la mano di Adalberto e non la lasciò più. Piazza della Vittoria a Pavia è un luogo romantico dove ogni persona sente il bisogno di stringere una mano… primo passo per scalare la montagna dell’amore e della felicità. (337)
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5 MARZO 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 5 marzo 2014 – Mercoledì - ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Lunedì
550
I racconti del Carnevale Ambrosiano
Un Carnevale speciale… per Isabella
Se per i comuni mortali, il Carnevale finisce il giorno prima delle Ceneri, cioè il Martedì (di Carnevale)… per i Milanesi, “no”. Il Carnevale Ambrosiano (o dei Milanesi) termina il sabato, cioè quattro giorni dopo. Inutile chiedersi perché. Inutile anche chiedersi se sia giusto o no che i Milanesi abbiano quattro giorni di Carnevale in più degli altri. Così è… e così resta. Il fatto è che, i Milanesi, sono così attaccati ai loro “quattro giorni in più di Carnevale” che non sanno più cosa inventare per renderli superlativi. Anche il Dott. Patrizio, Dirigente di una Agenzia Pubblicitaria milanese, cinquant’anni ben portati (un fusto), un anno fa, era alla ricerca di un’idea geniale per festeggiare il Carnevale Ambrosiano. E’ classico dei “pubblicitari” avere idee fantasiose. Un anno fa, invece, il Dott. Patrizio era “in crisi di idee”… cioè a corto di fantasia. Ne aveva parlato nella riunione quotidiana con i propri Collaboratori. Anzi, li aveva invitati a spremere le meningi e a darsi da fare. Si sa che gli ordini dei “superiori” vanno sempre eseguiti (a fatica)… ma eseguiti. Tra i Collaboratori c’è sempre qualcuno (o qualcuna) che prende gli ordini alla lettera. Tra i Collaboratori del Dott. Patrizio c’era la Dott. Isabella. Nonostante il nome… Isabella non era una grande bellezza, ma aveva un segreto. Isabella, quarantenne, era “segretamente” innamorata del Dott. Patrizio, il quale, invece, era veramente un bell’uomo…Era il sogno di ogni donna (milanese e non). Inoltre, il Dott. Patrizio era single e tale voleva rimanere. Dichiarava apertamente che “doveva ancora nascere” la donna che l’avrebbe “ingabbiato”. A cinquant’anni, poi, un uomo di successo come il Dott. Patrizio era convinto di essere invulnerabile… inattaccabile dal fascino femminile. Non aveva tenuto conto delle capacità (e dell’inventiva) di una donna innamorata. Dopo l’invito del Dott. Patrizio di “farsi venire delle idee”, la Dott. Isabella si era data da fare. Alla riunione successiva, la quarantenne avanzò la sua “idea”. Isabella, dopo chiesto la parola ed espose il suo progetto. “Dott. Patrizio” – disse – “In occasione del Carnevale Ambrosiano, l’Agenzia Pubblicitaria, potrebbe organizzare un pranzo per tutti i Collaboratori e Clienti dell’Agenzia Pubblicitaria includendo nel pranzo una “caccia al tesoro”…” Il Dott. Patrizio rizzò subito le orecchie. Gli affari sono affari. Era un patito collezionista di monete d’oro. Era sempre alla ricerca di qualche rarità. Il cinquantenne chiese a Isabella di studiare le modalità della “Caccia al Tesoro”. Si sa che quando una persona viene incaricata di studiare un “regolamento”… per prima cosa… pensa a sé stessa. (In questo caso, Isabella, pensò a sé stessa… e al modo di “abbordare” il Dott. Patrizio). Preparò un regolamento semplice. Colui o Colei che avesse trovato la moneta d’oro messa in palio nel corso del pranzo, avrebbe potuto esprimere un “desiderio indifferibile”. Inutile dire che a volte i regolamenti non bastano. La fortuna va anche aiutata… Isabella ce la mise tutta. Il pranzo al “Ristorante del Belsorriso” è stato favoloso. Durante il pranzo, i partecipanti inseguirono la “caccia al tesoro” (una moneta d’oro unica al mondo). Andò tutto benissimo. Manco a dirlo, però, la moneta d’oro venne scoperta… e vinta dalla Dott. Isabella. La quarantenne la mostrò al Dott. Patrizio il quale ne fu estasiato. Era proprio la moneta che mancava alla sua collezione… Inoltre, cominciava a subire il fascino misterioso della Dott. Isabella, la quale, tra moine e allusioni circuiva in modo palese l’inafferrabile cinquantenne. Quando il “terreno è stato ben preparato”… la quarantenne lanciò il suo dardo… “Patrizio… perché non ci sposiamo?” Il Dott. Patrizio era “cotto al punto giusto”. Non si era neppure reso ben conto del significato della domanda. Ormai non vedeva che Isabella, alta, bionda, con gli occhi azzurri e gambe da fine del mondo… Vedeva Isabella ovunque. Il bel cinquantenne rispose “Si, lo voglio” … e cadde tra le braccia della “Fata Morgana”, la quale non si risparmiò in nulla. Baci, abbracci, massaggi vari, e molto, molto di più. Quando un uomo finisce tra le braccia di una donna che ha le idee chiare… non pensa più. L’amore, del resto ha un nome solo: donna! - Questo è il racconto 550, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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LE DONNE PAVESI A PARIGI
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