dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 11/03/2014
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Sabato
C’è vacanza … e vacanza (di ieri e di oggi) (343°)
Il mese di agosto è sinonimo di vacanze. Lo era ieri… lo è oggi… e lo sarà domani. Per i ricchi signori lo è stato anche nel lontano passato… del tempo che fu. Oggi, invece, la vacanza viene considerata un “diritto inalienabile” (crisi o non crisi)… come quello di respirare. Ecco perché ogni persona fa ogni sforzo pur di realizzare “il sogno d’agosto”: la vacanza. Ma che cos’è una vacanza? Il Dizionario della Lingua Italiana dice: “periodo di sospensione da qualsiasi attività o lavoro”. Forse… Il Dizionario non tiene conto che la “vacanza” non è proprio “un periodo di sospensione…” perché ad un’attività spesso frenetica… ne subentra un’altra altrettanto spasmodica… (prima, durante e dopo). Basta vedere le facce delle persone che tornano dalle vacanze… Dice spesso il “marito” (senza farsi sentire) “Oh, eccoci a casa! Finalmente posso riposarmi!” – La “moglie” non lo dice (ma lo pensa) “Possibile che niente di quanto progettato è stato realizzato?” – Gli eventuali figli … è meglio non parlare. E’ sempre stato così. Anche 68 anni fa a Pavia, nel 1945, subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Dice Francesco, 80 anni. “Quell’anno è stata la mia più bella vacanza… sulle rive del Ticino. Si respirava aria di festa, aria di libertà. La guerra era finita. Io non sapevo ancora cosa volesse dire “libertà”, ma la gente era contenta. Cantava. Ballava. Nei pressi della Chiesa di San Lanfranco in Pavia, dove abitavo, noi ragazzi e ragazze giocavamo a nascondino… Era una scusa per passare le sere d’agosto… Nel buio poteva accadere di tutto. Quell’agosto di 68 anni fa mi sono innamorato di Marisa, mia coetanea e vicina di casa… ed è stata una sera di quell’agosto 1945 …quando ho baciato lei (la mia Dea)…e sono stato baciato… per la prima volta. Come si fa a dimenticare una cosa simile? I ricordi sono la parte migliore della nostra vita.” Oggi, 68 anni dopo il “primo bacio” di Francesco, 80 anni, classe 1933… siamo in piena crisi economica. La gente, alla chetichella, cerca di godere la propria vacanza… Non è più la vacanza entusiastica della ritrovata libertà… ma la vacanza del… “speriamo che anch’io me la cavo”. Dopo una “sbornia” durata anni. Dopo un consumismo sfrenato. Dopo… “Tutti al mare. Tutti al mare: A mostrar (quel che c’era da mostrare! …dal bikini al topless)” … eccoci qui-… “in braghe di tela”… con musi lunghi e brutte cere. Ma, agosto è agosto. Le vacanze sono vacanze. Chi può impedire ad una persona di andare e godersi la vacanza? E, allora, ognuno si arrangia come può. La Signora Margherita, nativa di un paesino nei dintorni di Varzi (Pavia). Dopo aver passato la vita a Pavia (per lavoro)… è ritornata in vacanza al suo paesello nativo. Per anni aveva pensato di ritornarci… Ora è venuto il momento. E per fare che cosa? Per soddisfare un desiderio segreto. Fin da bambina, sua nonna le diceva: “Margherita, se vuoi vivere un momento straordinario vai a bere l’acqua della sorgente delle Streghe.” Gli anni erano volati via. Non è mai arrivato il momento di realizzare il consiglio della nonna. Quest’anno di crisi 2013… è proprio “l’anno buono”. L’anno da vivere… un “momento straordinario”. La settimana scorsa la Signora Margherita, sessant’anni, è tornata al paesello natio. Si è incamminata tra i boschi di castagno alla ricerca “della sorgente dell’acqua delle Streghe”. I boschi non sono più quelli di quando era una ragazzina. Ha seguito un sentiero… poi un altro… I sentieri dei boschi sono tutti uguali. Prima a destra, poi a sinistra…un po’ avanti… poi indietro. Dopo molto camminare, finalmente, la Signora Margherita, ha trovato un dirupo coperto da folta vegetazione… Da una roccia scendeva un rigagnolo di acqua limpidissima e freschissima. Ecco finalmente… la sorgente delle Streghe! La Signora Margherita ha bevuto acqua in quantità esagerata. Si è addormentata sull’erba fresca e umida. Un sonno lunghissimo… A sera, tra i parenti, si è diffusa la notizia che “la Margherita” si era persa nei boschi di castagno. Panico nel paese. Tutti a cercare la Margherita… anche il Signor Carlo, sessant’anni ben portati. E… solo il Signor Carlo (solo lui) ha rintracciato facilmente la “dispersa”… Né la Margherita, né il Carlo, però, hanno voluto spiegare come fosse stato… “così facile ritrovarsi”. - (343)
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11 MARZO 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 11 marzo 2014 – Martedì - ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Martedì
556
I racconti di Primavera
Il Dott. Giansiro e la panchina dell’amore
La primavera è la primavera. Basta un piccolo raggio di sole per risvegliare “il piacere di vivere”, di apprezzare le bellezze del Creato. L’inverno e le giornate buie diventano un lontano (e dimenticato) ricordo. La primavera è un invito a vivere. Un anno fa, è stato così anche per il Dott. Giansiro, cinquant’anni, bell’uomo, Commercialista affermato in Milano, ma abitante a Pavia… sua città natale. Il Dott. Giansiro stava attraversando un periodo poco piacevole. Veramente le cose non erano così semplici. A cinquant’anni, il Dott. Giansiro, era single… perché non gli andava di sentirsi “legato” (diceva lui). Con i suoi Colleghi milanesi (tutti sposati …con figli) il Dott. Giansiro, faceva un po’ il “viveur”, l’uomo corteggiato da tutte (calma, non esageriamo) le donne che pensavano al matrimonio. Un anno fa, il Dott. Giansiro aveva necessità di completare l’organico del proprio Ufficio. Pensò bene di fare un annuncio sul giornale con la precisa annotazione “le candidate verranno chiamate a colloquio a discrezione della Direzione dell’Ufficio”. Dopo l’annuncio, il Dott. Giansiro si trovò inondato di domande di assunzione. Dopo un’accurata cernita, le candidate sono state ridotte a dieci. Il colloquio era strettamente tecnico e basato su un curriculum di tutto rispetto. Si sa, tuttavia, come vanno queste cose… L’occhio vuole la sua parte. Il Dott. Giansiro scelse la Dott. Umbertina, una trentenne, laureata in economia e commercio con il massimo dei voti e un’esperienza triennale in capo fiscale. La Dott. Umbertina, però, aveva anche un fisico da favola. Alta, bionda, occhi azzurri e gambe che erano la fine del mondo. Ovvio che, il Dott. Giansiro scegliesse, oltre alla competenza anche la bellezza. La Segretaria del cinquantenne, Signora Gina, prossima alla pensione, l’aveva messo in guardia. “Attenzione, Dott. Giansiro. Attenzione a non prendere una solenne sbandata…” Ormai, il cinquantenne Dott. Giansiro “era partito”… non vedeva che la Dott. Umbertina. “Umbertina di qua”, “Umbertina di là”… “Umbertina bisogna fare questo”… “Umbertina bisogna fare quello”… Erano passati pochi mesi e il cinquantenne Dott. Giansiro aveva preso una di quelle “cotte” che dire “cotta” era dire niente. Umbertina, però, era fidanzata con un “pezzo grosso della finanza” e non aveva alcuna intenzione di lasciare il certo per l’incerto. Quando si accorse (si era accorta subito) che il Dott. Giansiro aveva perso la testa per Lei, decise di “licenziarsi”e lasciare l’Ufficio. Il Dott. Giansiro cadde in depressione. Una depressione d’amore…s’intende. Anche in Ufficio (nel suo Ufficio) le impiegate non sapeva più che cosa fare. La Signora Gina, la Segretaria prossima alla pensione era l’unica ad essere ascoltata dal cinquantenne. “Dott. Giansiro, io ho il rimedio per Lei” – Il Commercialista si rese conto che doveva uscire da un simile stato. “E quale sarebbe?” chiese con interesse. La Signora Gina fece finta di avere un qualcosa nell’occhio destro…Si guardò i uno di quei soliti specchietti che le donne tengono sempre a portata di mano. Tergiversò… e usci con soluzione del problema: “La panchina dell’amore… La panchina dell’amore che si trova sul Lungoticino a Pavia.” Il Dott. Giansiro accennò ad un sorriso “amaro” ,come se fosse stato preso in giro. “Ed io, Dott. Giansiro, affermato Commercialista in Milano dovrei credere ad una simile fantasia? Ne andrebbe della mia intelligenza.” Intanto il cinquantenne stava male anche se cercava di darsi un contegno. Quella stessa notte, il Dott. Giansiro ebbe un sogno. Nel sogno, Giansiro, si trovava a passeggiare sul Lungoticino a Pavia. Ad un tratto si senti stanco e decise di sedersi. Poco lontano c’era una panchina libera. Prese posto. Mentre Giansiro lasciava scorrere lo sguardo sulla corrente del fiume, una ragazza da favola si sedette sulla stessa panchina. Alta, bionda, occhi azzurri… e gambe da fine del mondo. Appena seduta, la ragazza, cominciò a parlare… “Scusi, Lei è il Dott. Giansiro, affermato Commercialista in Milano?” Il cinquantenne stava per rispondere… quando il sogno si interruppe improvvisamente. Una persona coinvolta in un sogno che ha le caratteristiche del “sogno premonitore” si fa mille domande. Giunto in Ufficio, dopo un discorso preso alla lontana, il Dott. Giansiro chiese alla Signora Gina, dove si trovasse la “panchina dell’amore” sul Lungoticino a Pavia. La Segretaria, prossima alla pensione, ne sapeva una… più del Diavolo. “Dott. Giansiro… allora Lei … ha avuto un sogno premonitore!” Il Commercialista si sentì disarmato. Non ebbe il coraggio di negare. La Signora Gina rincarò la dose. “Dott. Giansiro … questa notte stessa avrà un altro sogno. Si ricordi il numero.” Il cinquantenne si rese conto che a questo mondo non si “finisce mai di imparare”. Quella notte stessa il Commercialista ebbe lo stesso sogno. Stessa panchina, Stessa ragazza bionda…con un foglietto tra mani e un numero ben evidenziato. In quello stesso istante il Dott. Giansiro si risvegliò. Prese il blocnotes che teneva sul comodino e scrisse il numero che aveva appena visto sul foglietto della ragazza …per non dimenticarlo. Il numero era… uno di quelli che sono applicati alle piante che fiancheggiano il Lungoticino a Pavia. La panchina dell’amore doveva essere accanto a quella pianta. Quella stessa mattina, il Dott. Giansiro non andò in Ufficio. Dopo essersi preparato, corse subito sul Lungoticino. Cercò la pianta e il numero corrispondente. Lì c’era la panchina…la panchina dell’amore. Vi si sedette… ed attese. Poco prima di mezzogiorno, una splendida figura di donna si avvicinò alla panchina. Una trentenne… alta, bionda, occhi azzurri, gambe da fine del mondo. Una voce vellutata si librò nell’aria… “Dott. Giansiro… possiam partire.” Il cinquantenne Commercialista era giunto sul Lungoticino con la sua rossa Ferrari, ultimo modello. E’ stato un attimo. Il Dott. Giansiro e la ragazza bionda partirono alla volta della Costa Azzurra per “giorni e notti di fuoco”... perché le cose… o si fanno bene … o non si fanno. - Questo è il racconto 556, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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L'IDROSCALO DI PAVIA
di
Teresa Ramaioli
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IL "COLPO D'ARTISTA"
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