dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 19/03/2014
MARION...
E
LA FESTA DEL PAPA'
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UN SALUTO DA PAOLA110
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MARION ...
E
LE BELLEZZE DI PAVIA
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ANNAMARIA ...
E
LA GLOBALIZZAZIONE
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GIOVANNA CATTANEO ...
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IL RACCONTO DI ERNESTO... A PARIGI
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GIOVANNA CATTANEO...
E
I MIRACOLI DELLE DONNE
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto della Domenica
Ferragosto e giorni “magici” (351)
I giorni dopo il Ferragosto sono giorni “strani”. Le città sono deserte…ed i paesi pure. Sono deserte anche le strade… con poche automobili in circolazione. I giorni di vacanza che rimangono sembrano assumere il valore “dell’oro” … da spendere con parsimonia. Molti anni fa, lungo la Valle del fiume Ticino c’era una leggenda che riguardava questo periodo. Era la leggenda della “fontana magica”. Nei giorni dopo il Ferragosto, le persone (uomini e donne giovani) si addentravano nei boschi del Ticino (zona Torre D’Isola – Bereguardo) alla ricerca della … “fontana magica”. Era una bolla d’acqua che fuorusciva dal terreno… improvvisamente …ed aveva proprietà “miracolose”. Naturalmente erano altri tempi... Non c’erano le attuali comodità. Le donne e gli uomini che andavano a cercare la “fontana magica”, però, avevano un unico desiderio … incontrare l’amore… l’amore vero… quello che si incontra “una sola volta nella vita”. Trent’anni fa è stato così anche per il Signor Armando, pavese doc, che ogni anno non mancava mai, nei giorni dopo Ferragosto, di recarsi nei boschi del Ticino… per cercare la “fontana magica”. All’età di cinquant’anni, tuttavia, dopo tante ricerche, non era ancora riuscito nel suo intento. Il giorno dopo Ferragosto di trent’anni fa, il Signor Armando ne parlò con il suo vicino di casa, il Signor Gian Nicola che non era pavese… era nato in provincia di Alessandria, in paesino sperduto tra le montagne all’incrocio tra le province di Alessandria, Piacenza e Genova dove passava un sentiero chiamato “la via del sale”. Anche da quelle parti, però, c’era un’analoga leggenda. Si riferiva alle sorgenti d’acqua che comparivano improvvisamente tra pareti rocciose. Il Signor Gian Nicola (pure lui cinquantenne e single), però, raccontò che per trovare la “fontana magica” occorreva ripetere per tre volte la formula … “Se ci sono io… ci sei anche tu”. Per il Signor Armando è stato come aver scoperto “la Luna”. Insieme al Signor Gian Nicola si addentrarono nei boschi della Valle del Ticino. Dopo molto camminare… e molti “falsi allarmi”… finalmente Armando e Gian Nicola, videro ai loro piedi una pozza che diventava sempre più grande… fino ad assumere le dimensioni di un laghetto. Meraviglia delle meraviglie … sopra all’acqua del laghetto cominciarono a volare numerose libellule… di quelle con le ali colorate…una più bella dell’altra. Armando e Gian Nicola non sapevano più dove guardare… avrebbero voluto vedere e seguire il volo di tutte le libellule… ma era impossibile. Ad un tratto Gian Nicola e Armando si ricordarono della formula magica e pronunciarono tre volte… a voce alta…“Se ci sei tu… ci sono anch’io”. Improvvisamente le libellule si trasformarono in leggiadre fanciulle… completamente nude. Danzavano ad un ritmo frenetico e vorticoso. Davanti a tutto quel ben di Dio …i due cinquantenni per poco non svennero. Ad un tratto la musica cessò. Le ragazze scomparvero… Ne rimasero solo due… bellissime… Una con i capelli rossi … l’altra con i capelli biondi. Camminavano sull’acqua…dirette verso Armando e Gian Nicola… Stavano per raggiungerli quando l’incantesimo finì. Tutto divenne buio. Nulla di ciò che c’era …non c’è stato più. Per i due cinquantenni delusi… rimaneva solo il ritorno a Pavia. Per consolarsi decisero di prendere un caffè in un Bar di Piazza della Vittoria. Stavano per sedersi sconsolati ad un tavolino… quando, accanto a loro, presero posto due splendide ragazze … una con i capelli rossi…l’altra con i capelli biondi…identiche a quelle del laghetto della “fontana magica”…(…e le due ragazze “non” pensavano solo al caffè…). Quando le persone credono alle leggende… gli incantesimi non finiscono mai. (351)
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19 MARZO 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 19 marzo 2014 – Mercoledì - ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Mercoledì
564
I racconti di Primavera
Ernesto… e le notti folli di Parigi
Che cos’è il disagio? Una situazione sgradevole in cui una persona viene a trovarsi. Questo disagio avviene spesso in Primavera quando il mondo sorride alla vita. Avviene specialmente nelle persone anziane, ma capita anche a quelle di cinquant’anni. E’ il momento di intervenire. Capire le ragioni del disagio e prendere provvedimenti per migliorare la vita… propria, e quella dei nostri simili. Come? Un anno fa, Ernesto, single, cinquant’anni ben portati, parlava del “suo” disagio con l’amico e coetaneo Alessio. Alessio è considerato un “mezzo Mago” in quanto si dedica per passione all’Astrologia. Avendo molta stima di Ernesto e conoscendo la sua “sfortuna in amore” ha sentito il dovere di aiutarlo. “Ernesto, per superare il “tuo” disagio primaverile non c’è che un sistema: innamorarsi di una bella donna… possibilmente con vent’anni di meno…” Non l’avesse mai detto. Ernesto si è messo a ridere e rispose deciso. “Alessio se avevi voglia di darmi una mano … hai proprio sbagliato argomento. In fatto di amore, sono una frana, l’uomo più sfigato della terra. In tutta la mia vita nessuna donna si è mai innamorata di me… E, quando mi sono innamorato di una donna… è stata solo un’illusione. Una fugace illusione e nulla più.” Ernesto aveva parlato come se raccontasse a sé stesso i suoi fallimenti amorosi. Lucia, è stata la sua prima illusione. Allora, aveva diciotto anni. Ernesto si era innamorato di Lucia, anzi, infatuato della bionda Lucia … proprio come nella canzone… “Solo per te Lucia… va la canzone mia…” Ma Lucia era innamorata di Gabriele, suo coetaneo Per Ernesto nemmeno uno sguardo, neppure una parola. Poi, fu la volta di Michela… Allora Ernesto aveva trent’anni… Era alla disperata ricerca di donna che diventasse la sua morosa. All’orizzonte era apparsa Michela. Cinque anni di meno. Bella donna con “D” maiuscola.. Era sua Collega nell’Ufficio di Milano. Ernesto, aveva usato tutte le premure possibili nei suoi confronti prima di lanciare il suo immancabile dardo… “Michela… mi sono innamorato di te.” La Collega l’aveva guardato allibita. “Ma cosa dici mai? Io, sono innamorata del Capo Ufficio…” Ernesto ci rimase male. Divenne rosso come un peperone, ma superò la crisi. Di Giovanna e Caterina è meglio non parlare per non riaprire delle ferite che ancora sanguinano. L’Astrologo Alessio, amico di Ernesto, comprese che il caso era più grave del previsto. “A mali estremi… estremi rimedi” diceva un proverbio del tempo che fu. Dopo un’attenta riflessione Alessio individuò la soluzione. “Ernesto, non temere. Questa notte studio le stelle…e domani mattina ti presento il responso”. Questo avvenne un anno fa. Il giorno dopo, Ernesto ed Alessio l’Astrologo, si incontrarono al Bar per prendere il solito caffè. Alessio aveva un foglio tra le mani. “Ernesto ecco la soluzione al tuo disagio… Ti innamorerai della donna più bella del Mondo. Lei, appena ti vedrà… si innamorerà di te. Ecco cosa devi fare. Per tre sabato mattina, dovrai prepararti per l’incontro fatale. Recarti alla Stazione Ferroviaria di Pavia. Aspettare… e passerà il tuo treno… E’ il treno dell’amore ed della felicità.” Ernesto, non sapeva se credere oppure no. Avendo, però, fiducia nel Mago Alessio non osò discutere. Chiese solo: “E quando dovrei cominciare?”… La risposta del Mago è stata immediata. “Da sabato mattina di questo settimana.” Il cinquantenne Ernesto, l’uomo più sfortunato in amore di Pavia, cominciò a contare i giorni e… di notte non riusciva a prendere sonno. Venne il primo sabato mattina. Ernesto si preparò. Si recò alla Stazione Ferroviaria di Pavia. Elegantemente vestito, il cinquantenne si sedette su una panchina ed attese che passasse il suo treno. Arrivò mezzogiorno e non accadde nulla. Ernesto tornò a casa mogio mogio. Nessuna paura… c’erano ancora due possibilità. Non era il caso di disperare. La stessa cosa avvenne il secondo sabato…Il risultato è stato identico al primo. Ormai, c’era una sola ed ultima possibilità. Quel terzo sabato, Ernesto, si presentò alla Stazione Ferroviaria di Pavia alle cinque di mattina. C’erano pochissimi viaggiatori…Il cinquantenne era come elettrizzato. Ogni tanto l’altoparlante annunciava l’arrivo o partenza di un treno. Le ore passavano lente. Alle undici di mattina, Ernesto, si sentì sfinito per la snervante attesa. Cercava di tenere gli occhi aperti, ma faceva fatica. Ogni volta che l’altoparlante annunciava un treno, il cinquantenne si dava una mossa. Era preso da una frenesia indescrivibile… come se stesse per accadere il miracolo. Ormai i minuti passavano lenti, inesorabili. Il timore era …che l’attesa finisse in una bolla di sapone. Ad un tratto l’altoparlante della Stazione Ferroviaria di Pavia emise in sottofondo una piacevole musichetta parigina… seguito da una voce di donna la quale annunciò l’arrivo di un treno speciale. “Stazione di Pavia. E’ in arrivo sul secondo binario un treno speciale riservato ad una sola persona. I viaggiatori sono pregati di allontanarsi dalla linea gialla.” Subito dopo… un secondo annuncio categorico. “Il Signor Ernesto di Pavia è pregato salire sul treno speciale a lui riservato. E’ il treno Milano- Parigi , via Genova… senza fermate intermedie.” Il Signor Ernesto, seduto sulla panchina nei pressi dal secondo binario per poco non svenne. Sentì su di sé gli occhi di tutti i viaggiatori che affollavano la banchina. Il treno speciale intanto si era fermato. Il Capotreno aveva aperta la porta del vagone di prima classe e individuato il Signor Ernesto. Con la mano l’invitava a salire…Intanto, una ragazza si affacciava alla porta del treno. Era una ragazza bellissima. Sui trent’anni. Alta, bionda, occhi azzurri …e una vertiginosa minigonna che metteva in risalto gambe… da fine del mondo. Il Capotreno diede il benvenuto all’unico viaggiatore ammesso. “Signor Ernesto di Pavia… Lei è l’uomo più fortunato che ci sia. Ecco la sua innamorata, la donna più bella del Mondo. E tutta sua. Nelle folli notti di Parigi si ricordi di tenere alto l’onore di tutti gli uomini maschi che, in questo momento, vorrebbero essere al suo posto… e la stanno invidiando. Non tenga conto della loro invidia: Dice un vecchio proverbio. “Invidiato dagli uomini… benedetto da Dio”. - Questo è il racconto 564, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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IL GIARDINO ALPINO
DI PIETRA CORVA (PAVIA)
di
Teresa Ramaioli
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ANNAMARIA ...
E
LA FESTA DEL PAPA'
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MENEGI53...
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MAI RIMANERE SOLI
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