dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 07/04/2014
MARION...
LA VITA, L'AMORE
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ANNAMARIA...
E
IL PAESE DEI CAMPANELLI
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PIERLUIGI VALLI...
E
IL FASCINO DEL MISTERO
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ANNAMARIA ...
E
GLI "OCCHI DI DIO"
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CARLO VERGANI ...
E
LE BELLEZZE DEL TICINO
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GIOVANNA CATTANEO ...
E
IL LETTO
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GIOVANNA CATTANEO...
E
IL MISTERO
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GIOVANNA CATTANEO ...
E
IL PAESE DI CAMPANELLI
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Venerdì
Franca e Enrico (370)
Ci sono persone che non cedono mai. Qualsiasi cosa loro accada…sanno sempre come cavarsi d’impaccio. Una di queste è sicuramente Franca, una ragazza (si fa per dire) di quarant’anni, operaia, nubile. Un anno fa, la ditta presso la quale lavorava ha chiuso i battenti e lei, da un giorno all’altro, è rimasta senza lavoro. Franca non ci ha pensato nemmeno un minuto. Si è guardata in intorno. Si è adattata a tutti lavori possibili… ed ha ricominciato da capo. Passo dopo passo. Ha cominciato a capire il mondo difficile nel quale viviamo …e, soprattutto, le persone (sempre più complicate). Si diceva una volta che …”il lavoro non manca mai… a coloro che lo sanno fare”. Così è stato per Franca. I primi mesi sono stati difficilissimi, poi, adagio, adagio…le telefonate con le offerte di lavoro sono cominciate ad aumentare. Siccome, però, si trattava di lavori precari (un giorno, una settimana…) la quarantenne Franca ha aperto una partita IVA per “servizi vari” in modo da essere in regola con le disposizioni di legge. Ma una donna furba non si ferma … alla partita IVA. Va oltre… Non avendo più vincoli di orario, poteva allacciare relazioni con eventuali possibili datori di lavoro. Franca ha potuto scegliere i datori di lavoro migliori… poi quelli più puntuali nei pagamenti… poi quelli più corretti nei comportamenti… Ed, infine, i datori di lavoro più affascinanti… Sono cominciate a piovere anche gli inviti a pranzo e a cena. A Franca, da operaia, non era mai capitato di riceve così tanti inviti. Finché rimaneva solo “operaia” e basta… non veniva neppure tenuta in considerazione… Da “imprenditrice” (di sé stessa… per ora) invece, era tutto un altro “mondo”. Sei mesi fa, la Signora Franca (ormai diventata… la Signora…) si vide offrire un posto di lavoro dal più affascinate dei suoi “datori di lavoro”. Un uomo gentile, educato, sui cinquant’anni, scapolo, elegante, sempre corretto e puntale. Un giorno, il Dott. Enrico, disse alla Signora Franca che nella sua Ditta si era liberato un posto di Segretaria… Se avesse accettato… il posto sarebbe stato suo. La Signora Franca aveva chiesto una notte per pensarci. Ci pensò. Per l’ex-operaia, che aveva passato una vita a prendere ordini e a ingoiare rospi, è stata una notte da incubo. Ogni volta che gli occhi si chiudevano… si vedeva il Dott. Enrico che la richiamava per qualche lavoro “non” riuscito. Verso mattino l’incubo si era trasformato in una discussione sfociata in un “ceffone” che il Dottore le aveva deliberatamente rifilato… Si era svegliata di soprassalto. “Basta… basta… non ne voglio più sentir parlare”. Nella stessa mattinata, la Signora Franca aveva chiamato il Dott. Enrico per dirgli che “non avrebbe accettato alcun lavoro”. Meglio un lavoro precario (da conquistare tutti i giorni…), ma indipendente… che uno da dipendente, da serva, da schiava. Il Dottore, capì che aveva a che fare con una donna che ragionava con la propria testa… che non voleva (e accettava) ordini. Il Dott. Enrico aveva un debole per le donne forti, con le quali poteva confrontarsi alla pari. Decise, in cuor suo, di non perdere la stima e l’amicizia… Offrì alla Signora Franca una domenica sulla Riviera Ligure con pranzo presso un ristorante “dal buon nome”. La Signora Franca accettò… Finalmente poteva ricominciare a vivere… e godere una “domenica alla volta”…alla pari. Senza doveri e obblighi precostituiti di alcun genere. Tutti i gusti sono gusti… ma quelli della Signora Franca erano “gusti” speciali.
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7 APRILE 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 7 aprile 2014 – Lunedì - ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Lunedì
583
I racconti di Primavera
Il foglietto di Valeria
Diceva un vecchio detto che la Primavera è nei fiori… in tutti fiori. Specialmente in quelli selvatici, quelli che crescono per il piacere di crescere, di vivere, di lasciare il segno. Carlo, cinquant’anni ben portati era innamorato dei fiori selvatici…Veramente non era innamorato solo dei fiori selvatici… quelli che crescono lungo le strade, in condizioni impossibili, lungo le rive dei fossi e dei fiumi, in mezzo ai boschi… Carlo era innamorato anche di una donna, Valeria. Valeria era stata la sua compagna di banco quando frequentava la scuola media. Allora si sentiva troppo piccolo per innamorarsi… Invece, si era innamorato proprio di Valeria, la compagna di banco. La ragazza dai lunghi capelli biondi. Valeria, però, era molto più sveglia di Carlo. Si era innamorata di Giovanni uno spilungone che frequentava il Liceo. Così gli anni sono passati. Valeria e Carlo non si sono più incontrati. Qualche volta, nel corso degli anni, Carlo aveva tento di rintracciarla… ma non ci era riuscito. Le ultime notizie la davano emigrata in Francia. Un anno fa, Carlo ebbe un momento di crisi dovuto al compimento dei cinquant’anni. Si sentì improvvisamente solo e vecchio. Ne parlò con il suo amico e coetaneo Gianluca, compagno di “furibonde” scampagnate in bicicletta. Anche Gianluca aveva i suoi guai. Si era lasciato con la “morosa” con quale aveva passato gli ultimi dieci anni. Carlo parlò a Gianluca del suo “disagio”… del desiderio di ritrovare Valeria. Gianluca era un appassionato di giardinaggio e di fiori in particolare. Aveva letto molti libri e ricordava particolari che, per molte persone, potrebbero sembrare insignificanti. Aveva letto, per esempio, che per ritrovare una persona, bisogna cercarla nelle sue “passioni”, “nei suoi hobby”… se poi, è appassionata di fiori… bisogna cercarla nei “suoi fiori preferiti”. Per Carlo è stata un’illuminazione, come accendere una lampadina. Nella sua mente si fece strada un ricordo. Quando Carlo era alla scuola media amava fare lunghe passeggiate nei boschi che costeggiano il fiume Ticino, tra Bereguardo e Torre D’Isola. Un giorno, anche Valeria volle seguire Carlo nei suoi vagabondaggi nei boschi. E’ stato allora che Valeria ha rivelato la sua passione per i fiori selvatici…ma solo fiori speciali. E quali erano? Carlo e Valeria erano giunti nei pressi di un laghetto. Un laghetto, nascosto tra gli alberi. Aveva un nome “il Laghetto delle Libellule”, lì e solo lì c’erano i fiori speciali Valeria. Erano delle specie di cannule dai più svariati colori. In quell’occasione Valeria aveva rivelato a Carlo un particolare. “Questi fiori nascono solo in questo posto. Se un giorno vorrai trovarmi … mi troverai in riva a questo laghetto.” Carlo aveva ascoltato le parole di Valeria e “non” le aveva dimenticate. Ogni tanto quelle parole ritornavano in mente come messaggi lanciati nell’universo. Un anno fa, Carlo era in crisi. Aveva bisogno di una donna. Di Valeria. Si ricordò del Laghetto. Un sabato mattina di un anno fa, Carlo si avventurò nei boschi del Ticino tra Bereguardo e Torre D’Isola. Il paesaggio che ricordava non c’era più. Sapeva, però, dov’era il “Laghetto delle Libellule” e lo trovò. In riva al Laghetto c’erano ancora i fiori di Valeria… delle “cannule” dai più svariati colori. Carlo ne accarezzò una e, come per incanto, apparve Valeria. Era proprio lei, la sua compagna di banco della scuola media. Carlo, in un primo momento, pensò di essere diventato matto, ma non lo era. Valeria parlò: “Carlo, ho bisogno di te. Sono a Parigi… a questo indirizzo.” Valeria lasciò cadere un foglietto con scritto l’indirizzo. Carlo si abbassò per raccoglierlo e Valeria sparì. A cinquant’anni si possono prendere degli abbagli, ma Carlo aveva tra le mani un foglietto di carta con scritto un indirizzo… e quello era un documento reale. Quando una persona insegue un sogno … niente e nessuno la può fermare. Il sogno di Carlo era Valeria. Quello stesso sabato mattina Carlo partì per Parigi. Oggi, raggiungere Parigi da Milano è un gioco. Il giorno successivo, domenica, Carlo, si fece accompagnare da un taxi all’indirizzo indicato sul foglietto. Davanti al palazzo c’era un’autoambulanza. Stava ricoverando una donna bionda, sui cinquant’anni. Era Valeria, senza alcuna persona ad accompagnarla. Quando vide Carlo lo riconobbe immediatamente e si mise a piangere. “Sei proprio tu, Carlo… tu solo sei venuto in mio aiuto… Come hai fatto a sapere che ero in difficoltà?” Carlo, prese il foglietto di carta… In quell’istante si alzò una folata di vento … ed il foglietto sparì. - Questo è il racconto 583, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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IL PAESE DEI CAMPANELLI
di
Teresa Ramaioli
Il paese dei campanelli----In un’immaginaria isola olandese è ambientato il Paese dei Campanelli. Questo nome è dovuto dal fatto che su ogni casa c’è un piccolo campanello. La leggenda narra che se una moglie tradisce il marito, il campanello della casa in questione suonerà e tutti verranno a sapere quello che è successo. Anche se nessuno li ha mai sentiti suonare, gli abitanti non hanno il coraggio di dimostrare il contrario. Tutto, nel paese dei campanelli, resta tranquillo fino all’arrivo di una nave militare inglese, costretta all’attracco nel porto dell’isola da un incendio sviluppatosi a bordo. Gli ufficiali scendono a terra e… accade l’inevitabile! Hans, il comandante, fa suonare il campanello con Nela, Tom lo fa suonare con BonBon e La Gaffe, per un imperdonabile errore, con Pomerania, la donna più brutta del paese. La Gaffe purtroppo combina un’altra gaffe arrivano sull’isola le mogli degli ufficiali e, senza colpa, rifanno suonare i campanelli con mariti di Nela, BonBon, Elena e Pomerania. La leggenda narra che se un giorno ogni cento anni i campanelli resteranno muti, non suoneranno mai più. TUTTI sono avvertiti, nessuno vuole trasgredire, ma c’è La Gaffe che, suo malgrado, riesce a rovinare tutto. Gli ufficiali ripartono con le mogli e sull’isola per altri cento anni esisterà ancora l’incubo dei campanelli. Ciao Teresa
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ANNAMARIA ...
E
LA "MOSSA" DI MARTA
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PRINCESSSWEET...
E
L'IMPORTANZA DELLE ALI
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EST.LA.BELLE.EPOQUE...
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L'INIZIO DELLA SETTIMANA
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